Il Consiglio "Giustizia e Affari Interni" dell’Unione Europea, organismo che raccoglie i ministri della Giustizia e degli Affari interni di tutti gli Stati membri, nella sua ultima riunione, ha adottato una raccomandazione in cui chiede l’applicazione di sanzioni non coercitive per i consumatori di droga detenuti o sottoposti a procedimenti giudiziari.
Il documento è stato approvato nella cornice del “Piano d’azione europeo sulle droghe 2017-2020” che punta, in armonia con i vari quadri normativi nazionali, a favorire misure alternative a quelle detentive e/o coercitive per chi fa uso di sostanze stupefacenti. Obiettivi dichiarati del piano e della raccomandazione sono: la prevenzione della criminalità, la riduzione dei casi di recidiva, il miglioramento dell’efficienza e dell’efficacia dei sistemi di giustizia penale, la riduzione dei possibili danni alla salute e dei rischi sociali connessi al consumo. Tali misure alternative possono includere programmi di istruzione, la sospensione delle indagini o dei provvedimenti giudiziari a fronte dell’ingresso in percorsi di trattamento, la riabilitazione ed il recupero della persona, l’assistenza verso percorsi di reinserimento sociale. Il Piano d'azione e la raccomandazione che ne deriva chiedono inoltre alle parti interessate di incrementare il monitoraggio, l'attuazione e la valutazione delle eventuali misure alternative al carcere o ad eventuali altre pene coercitive. Si tratta di una decisione di indubbio rilievo politico, di buon auspicio per quanti puntano a riformare le politiche sulle droghe in ciascuno dei propri paesi e che può aprire la strada anche a soluzioni legislative improntate alla depenalizzazione. La Ue offre infatti agli Stati membri quel sostegno sovranazionale che può permettere l’adozione di soluzioni legislative e sociali più rispettose dei diritti umani dei consumatori combattendone la criminalizzazione la marginalizzazione e la stigmatizzazione. Proprio lo scorso marzo la rete di associazioni italiane impegnate per la riforma delle politiche sulle droghe, e tra queste la LILA, hanno lanciato un appello affinché l’Italia, in occasione di Vienna 2019, si schieri con l’Europa nella promozione di un cambiamento di rotta nelle fallimentari politiche proibizioniste del ventennio della “war on drugs” . Nella lettera aperta, lanciata in occasione di uno degli appuntamenti preparatori di "Vienna 2019", prossimo summit ONU dedicato alle politiche sulle droghe, si chiede in particolare di sostenere l’inclusione della Riduzione del danno nelle politiche globali sulle droghe, di orientare le risorse disponibili verso programmi di sostegno socio/ sanitario dopo gli enormi, fallimentari, investimenti di questi anni verso la repressione e la criminalizzazione, un pieno coinvolgimento delle associazioni e della società civile nel processo di riforma. La raccomandazione giunta dai rappresentanti del ventotto paesi Ue costituisce dunque un prezioso sostegno all’invocato percorso di riforma.
Qui l’appello promosso da Forum Droghe, Parsec Consortium, LILA Nazionale, Associazione Luca Coscioni, La Società della Ragione, Cgil Nazionale, CNCA (Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza), Antigone, Itardd (Rete Italiana Riduzione del Danno), Legacoopsociali, Comunità San Benedetto al Porto