Grazie alle terapie Antiretrovirali (ART), alla loro crescente efficacia e tollerabilità, ai protocolli di trattamento in vigore, le donne con HIV, nei paesi a welfare avanzato, possono oggi vivere la propria maternità in condizioni di grande sicurezza e in modo più naturale rispetto al passato.
Gli esiti medico-scientifici di tali progressi sono innegabili e ampiamente documentati: i rischi di trasmissione materno-fetale durante la gravidanza e il parto sono precipitati, nei paesi occidentali, a livelli prossimi allo zero. Tuttavia, molto meno si conosce del vissuto emotivo delle donne con HIV che scelgono di diventare madri, delle loro esigenze, del loro benessere psico-fisico. Tra gli aspetti più complessi e meno indagati c’è, ad esempio, quello dell’allattamento al seno da parte delle madri che abbiano una carica virale non rilevabile. Oggi si sa con certezza che le persone con HIV, con viremia soppressa, secondo il principio U=U (Undetectable = Untrasmittable), non possono trasmettere sessualmente il virus. E’ ragionevole pensare che questa condizione clinica possa ridurre i rischi anche per quanto attiene le altre modalità di trasmissione, tuttavia, ad oggi, non esistono studi scientifici sufficienti ad escludere tali rischi. Le linee guida in vigore continuano, pertanto, a non raccomandare l’allattamento al seno, una rinuncia spesso dolorosa per le madri che dovrebbero essere però informate con completezza sui rischi del caso ed, eventualmente, sulle pratiche per rendere l’allattamento più sicuro. Un’informazione corretta e personalizzata, attenta alle condizioni cliniche e psicologiche delle donne, al loro contesto culturale, è una premessa indispensabile per permettere scelte autonome, consapevoli e condivise con le operatrici e gli operatori sanitari.
Conoscere come l’HIV agisca sul benessere della donna in maternità, in tutte le sue fasi, è fondamentale per individuare e rimuovere quei fattori che possono essere d’ostacolo ad un’esperienza serena e sicura, sia per la salute delle donne che per quella dei loro bambini e delle loro bambine.
Per questo, LILA, in collaborazione con Nadir e un gruppo di studio della SIGO, la società italiana Ostetricia e Ginecologia, hanno elaborato un questionario che intende esplorare il tema della maternità nella donna con HIV. Saperne di più ci permetterà di conoscere, laddove emergano, le mancanze e gli ostacoli che si frappongono al raggiungimento di un adeguato benessere psico-fisico, con l’obiettivo di perseguire una buona qualità della vita correlata alla salute. Chiediamo a tutte le donne con HIV che abbiano partorito negli ultimi tre anni, a partire dal 1° gennaio 2016, di darci una mano compilando, fino al 30 settembre 2019, il format disponibile online a questo link, o nel formato cartaceo disponibile presso i centri SIGO accreditati (vedi link sottostante). Il questionario è anonimo e le informazioni rilevate saranno utilizzate come dati statistici e ai soli fini dello studio. E importante che ogni donna compili il questionario una sola volta. Se lo hai già compilato in precedenza, ti chiediamo cortesemente di non compilarlo una seconda volta.
Grazie davvero per la tua partecipazione e del tuo contributo ad una battaglia per il benessere di tutte le donne!
L'elenco dei centri che partecipano al "Gruppo di Studio italiano sulla sorveglianza del trattamento antiretrovirale in Gravidanza", della Società Italiana di Ostetricia e Ginecologia (SIGO) è disponibile a questo link.
Allegato: Elenco Centri Gruppo SIGO