Nel corso del 2019 si terranno degli eventi cruciali per il sostegno globale all’accesso alla salute di tutti e tutte e per il perseguimento dell’Agenda ONU 2030 sullo sviluppo sostenibile: a fine agosto un’importante agenda sulla salute globale sarà all’ordine del giorno del G7 a presidenza francese che si terrà a Biarritz, il 23 settembre è in programma la prima riunione di Alto Livello sulla Copertura Sanitaria Universale delle Nazioni Unite, mentre il 10 ottobre avrà luogo, sempre in Francia, a Lione, la sesta Conferenza di Rifinanziamento del Fondo Globale per la Lotta contro Aids, Tubercolosi e Malaria.
In vista di questi appuntamenti la società civile, italiana e internazionale, ha inviato una lettera al presidente del Consiglio Giuseppe Conte. A promuoverla sono il Network italiano Salute Globale, ACTION global health advocacy partnership e Global Fund Advocates Network con l’adesione di altre realtà tra le quali la LILA
Fin dalla sua istituzione, nel 2002, il Global Fund ha contribuito a salvare ventisette milioni di vite e a contenere in modo rilevante la diffusione di HIV, malaria, e tubercolosi. L’Agenda ONU per uno sviluppo sostenibile prevede la possibilità di debellare queste patologie entro il 2030 ma per farlo è importante che si implementino tutti gli strumenti d’intervento necessari e il Fondo Globale è tra i più importanti per il perseguimento di questi obiettivi. Con la conferenza di rifinanziamento del prossimo 10 ottobre, il Fondo globale si propone di raccogliere quattordici miliardi di dollari nei prossimi tre anni per salvare sedici milioni di vite, dimezzando il tasso di mortalità da HIV, tubercolosi e malaria, per evitare 234 milioni di nuove infezioni e per rendere più forti i sistemi sanitari dei paesi beneficiari.
Il nostro paese è il nono donatore pubblico con un contributo complessivo di 971 milioni di euro finora versati. In occasione dell’ultima Conferenza di Rifinanziamento svoltasi nel 2016, l’Italia ha incrementato il suo contributo del 40%, passando da 100 a 140 milioni di euro. L’obiettivo è ora di ottenere un incremento ulteriore delle donazioni globali del 14% ed è importante che l’Italia faccia, ancora, una volta, la sua parte.
Nella conferenza preparatoria dello scorso gennaio i vertici del Global Fund non hanno mancato di segnalare forti preoccupazioni per le sorti della risposta globale a queste pandemie. La carenza di risorse, il rischio di una contrazione dei finanziamenti da parte dei paesi donatori, le farmaco-resistenze hanno rallentato i progressi e permesso alle malattie di riguadagnare terreno. “Dobbiamo intensificare la lotta per proteggere e migliorare i successi ottenuti – aveva detto il numero uno del Fondo Peter Sands- oppure vedremo vanificati i risultati raggiunti, assisteremo ad un nuovo aumento di morti e infezioni e potremo considerare persa la battaglia per sconfiggere queste patologie entro il 2030". Le incognite sono legate soprattutto a quanto deciderà di fare l’amministrazione Usa. Fin dal suo insediamento il presidente americano Trump aveva annunciato, infatti, l’intenzione di voler tagliare centinaia di milioni di dollari di finanziamenti USA ai fondi nazionali e internazionali dedicati al contrasto dell’HIV/AIDS e tra questi anche le risorse destinate al Global Fund. Se questo annuncio dovesse avere un seguito potrebbe avere effetti disastrosi in tutto il pianeta, visto che gli Stati Uniti, attraverso Global Fund e PEPFAIR, sono il principale donatore mondiale.