Il virus dell’Herpes Simplex di tipo 2, HSV-2, è un fattore determinante per la diffusione dell’infezione da HIV per via sessuale . A confermare, da tempo, questa stretta correlazione, sono numerose, dettagliate, ricerche.
Nel 2017 una revisione prospettica ed una meta- analisi di 55 studi hanno evidenziato come il rischio di acquisizione dell'HIV sia da tre a cinque volte più alto in presenza di infezione da HSV-2; questo perché gli episodi ulcerativi e le recidive dell'infezione da HSV-2 provocano la lacerazione della barriera epiteliale facilitando l'ingresso dell'HIV nel sangue. Un altro importante studio, l’HIV Prevention Trial Network 071, condotto in Sudafrica, aveva mostrato come la prevalenza di HIV tra le persone affette da HSV-2 fosse del 41% contro il 6% riscontrato tra le persone non affette da Herpes Simplex. Ciascun virus aumenta, dunque, la trasmissibilità dell'altro esponendo a gravi rischi la salute delle persone che hanno contratto entrambe le infezioni. L’ultimo studio ad occuparsi di questa coinfezione è stato pubblicato su “The Lancet Infectious Disease” lo scorso novembre, da un gruppo di studiosi britannici.
Nell’articolo vengono presentate, per la prima volta, delle stime globali sul numero di infezioni da HIV attribuibili all’Herpes Simplex. I dati, forniti da vari altri studi e da UNAIDS, sono analizzati dal punto di vista geografico, demografico, per genere e per popolazioni-chiave. L’indice utilizzato è la PAF, l’acronimo dell’espressione epidemiologica inglese “population attributable fraction” (in italiano: frazione attribuibile nella popolazione). Applicato alle disuguaglianze sociali e all’esposizione a un fattore di rischio, la PAF esprime la percentuale di eventi sfavorevoli che si potrebbero evitare eliminandone i fattori scatenanti.
Il dato generale più eclatante, riferito al 2016, ci mostra come su un milione e 400mila nuove infezioni annue da HIV, dovute a trasmissione sessuale, in persone tra i 15 e i 49 anni, ben 420.000 siano attribuibili a pre-esistenti infezioni da Herpes Simplex. A livello globale, la PAF dell'infezione da HIV attribuibile all’HSV-2 è risultata essere, tra le persone di età compresa tra 15 e 49 anni, quasi del 30%. Una percentuale alta che nasconde, peraltro, considerevoli differenze al livello regionale: la PAF più elevata si è registrata in Africa con il 37,1%, a seguire le Americhe (21,3%), il Pacifico Occidentale (13%), il Sud-est asiatico (12,4%), il Mediterraneo orientale (12,3%) e l’Europa (11,6%). L’indice è risultato, inoltre, più elevato nella fascia d’età 25-49 anni (32,4%) e nella popolazione femminile rispetto a quella maschile, secondo le seguenti percentuali divise per fasce d’età:
- Donne
15-24 anni: 30.8%; 25-49 anni: 36.4%; 15-49 anni: 34.8%
- Uomini
15-24 anni: 17.9%, 25-49 anni: 30.2%, 15-49 anni: 26.2%
Tra le lavoratrici del sesso l’indice è del 26,7% mentre tra gli uomini che fanno sesso con altri uomini, è del 20% circa.
“Data l’alta prevalenza nel mondo dell’infezione HSV-2 –sottolineano gli autori dello studio- il contributo di questo virus all’acquisizione dell’HIV è molto determinante”. Per questo vengono sollecitati interventi mirati contro l’HSV-2 con vaccini e microbicidi: “Tali interventi -osservano ancora gli studiosi- potrebbero migliorare la vita di milioni di persone riducendo i sintomi erpetici genitali ricorrenti; inoltre, le misure di prevenzione dell’HSV-2 possono contribuire indirettamente a prevenire in modo efficace anche l’HIV”.
Studio:
By: Katharine J Looker, PhD , Prof Nicky J Welton, PhD, Keith M Sabin, PhD, Shona Dalal, PhD,Prof Peter Vickerman, DPhil,Katherine M E Turner, PhD et al.