Nella regione europea dell’OMS oltre la metà delle nuove diagnosi riguardanti le donne, avviene con grande ritardo rispetto al momento dell’infezione, spesso quando cominciano a comparire i primi sintomi di AIDS o pre-AIDS. E’ quanto emerge dai dati presentati lo scorso novembre da ECDC, il Centro Europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie e dall’Ufficio regionale dell’OMS, l’organizzazione Mondiale della Sanità.
In particolare, segnala il rapporto, nel 2018, le donne hanno rappresentato un terzo delle 141mila nuove diagnosi della regione e per il 54% si è trattato di diagnosi tardive, il che suggerisce la necessità di una maggiore attenzione alla prevenzione anche in questo target. La probabilità di late presenter tra le donne intorno ai quarant’ anni risulta superiore di tre o quattro volte rispetto alle più giovani, il che indica come i temi della prevenzione e delle Infezioni sessualmente trasmissibili non siano adeguatamente affrontate tra le fasce più adulte o anziane della popolazione. Nel 2018, le diagnosi di HIV tra le donne hanno riguardato per ben il 60% la fascia d’età 30-49. La modalità di trasmissione più comunemente segnalata tra le donne della regione è stata per il 92% il sesso penetrativo eterosessuale non protetto dal condom o dalla TasP (Treatment as Prevention, U=U).
Secondo la dottoressa Piroska Ostlin, direttora regionale dell’OMS ad Interim, le diagnosi tardive nelle donne dimostrano come l’offerta di test e di counselling orientata al genere non stia raggiungendo questa popolazione: “Troppo silenzio sulla salute sessuale –ha detto- è ora di garantire alle donne informazioni adeguate e capacità di proteggersi. Troppe sono, ancora, le occasioni mancate per testare le persone vulnerabili all’HIV nelle strutture sanitarie e nelle comunità”.
Anche per il Direttore di ECDC, Andrea Ammon è necessario capire dove stia fallendo l’attuale sistema di diagnosi: “Dobbiamo migliorare l’offerta di test tra le donne e nella popolazione più anziana –ha detto- Diversificare le opportunità di accesso al test è, probabilmente, la migliore strategia per raggiungere questi target”.
I vantaggi di una diagnosi precoce sono enormi. Sapere per tempo di aver l’HIV e iniziare tempestivamente il trattamento antiretrovirale consente di salvaguardare la salute di chi ha contratto l'infezione e di sopprimerne la carica virale, il che vuol dire che il virus non può essere trasmesso ad altre persone. Per questo una migliore accessibilità e disponibilità del test è considerata cruciale da tutte le agenzie internazionali che raccomandano approcci innovativi. Le strategie indicate per favorire un’analisi precoce delle donne prevedono:
- Programmi dedicati di sensibilizzazione delle donne stesse e degli operatori sanitari
- L’offerta di servizi di testing e counselling orientati alle donne
- L’offerta di servizi di partner notification a uomini cui sia stato diagnosticato l’HIV
- L’erogazione di test HIV in caso di specifiche condizioni di salute, come l’aver contratto altre infezioni sessualmente trasmissibili, epatiti virali, tubercolosi e alcuni tipi di cancro.
- Fornire servizi di test e trattamento community-based, più vicini ai target di popolazione interessati.
- Implementazione dell’autotest