L’HIV e l’AIDS rappresentano da oltre quarant’ anni un cruciale problema di salute pubblica ma, anche, una cartina al tornasole delle inquietudini di un’intera civiltà, delle sue paure, dei pregiudizi e dei tabù che riguardano, sesso, affettività, relazioni sociali; nel corso di questi decenni l’HIV ha interrogato la coscienza collettiva, il campo dei diritti e delle discriminazioni, ci ha costretti a fare i conti con un fenomeno di stigmatizzazione sociale dal sentore medioevale.
Durante la pandemia prodotta da SARS CoV2, molti fantasmi sono tornati alla ribalta, provenienti soprattutto dal tumultuoso universo social. Dove c'è paura, dove c’è pregiudizio anti-scientifico, dove c’è irrazionalità ecco che torna ad aleggiare il terrore “AIDS”. Non importa quanto c’entri con ciò che sta accadendo, quanto siano diverse le vie di trasmissione dei due virus, le patologie che producono, le strategie terapeutiche e di prevenzione: l’importante è terrorizzare, agitare spauracchi, fare opera di intimidazione e nulla fa più paura dell’ “AIDS” . Pur non criminalizzando le scelte di nessuno, non possiamo, tuttavia, tacere sull’utilizzo pretestuoso e intimidatorio del tema AIDS in relazione al COVID, soprattutto quando si sostengono tesi scientificamente errate che rischiano di avere conseguenze gravissime sulla salute e sulla prevenzione. In questi due anni ne abbiamo sentite davvero di tutti i colori: da chi si chiedeva perché il Greenpass non venisse richiesto alle persone con HIV (anzi, “con l’AIDS” per dirla nel gergo ghettizzante in uso talvolta sui social), alla presunta nocività dei vaccini per le PLWHIV , fino alle ultime incredibili bufale che teorizzano che chi si è vaccinato posso ammalarsi di AIDS. Qualcosa in comune, tuttavia, i due virus ce l’hanno ed è su questo che riteniamo sia utile concentrarsi : entrambe le pandemie hanno segnalato la necessità di un forte rilancio del sistema sanitario pubblico, di una sua maggiore uniformità sul territorio nazionale, di un maggior rispetto del diritto alla salute. Con altrettanta urgenza si impongono il rafforzamento della ricerca pubblica, di una revisione dei diritti di brevetto farmaceutici, di una riforma che non precluda ai giovani l’ingresso alle professioni mediche e scientifiche, di una migliore formazione scientifica di base.
Per quanto ci riguarda, le evidenze scientifiche, il rispetto per la dignità di tutti e tutte, il diritto alla salute continuano ad essere i fari del nostro agire. In questi anni abbiamo cercato di informarvi puntualmente su tutte le novità scientifiche disponibili su HIV, COVID , vaccini, trattamenti disponibili. Crediamo sia utile continuare a farlo dando la parola, nell’intervista che trovate in questa pagina, ad un medico infettivologo di grandissima esperienza, in prima fila nella lotta ad entrambi i virus: il Dottor Norberto Ceserani, medico infettivologo, attualmente presso il servizio di Cure Palliative della ASST di Lodi, volontario LILA e nostro referente scientifico.
Massimo Oldrini, Presidente nazionale LILA