Lorenzo, Paola, Nicola, Samir: le loro storie di discriminazione e di resilienza, di stigma e diritti negati, di battaglie personali e politiche, d’amore, di violenze e di rinascita sono raccontate dai podcast della campagna “Mai più Solə”di Fondazione LILA Milano.
Obiettivo della campagna è dare voce alle persone LGBTQIA+ che hanno trovato sostegno presso lo sportello antidiscriminazione e/o antiviolenza “Iris”, nato dalla collaborazione tra Fondazione LILA Milano e Fondazione Somaschi, con il sostegno di UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali), istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri e realizzato con il cofinanziamento dell’Unione Europea. Attraverso lo strumento del podcast, la campagna punta a rendere l’opinione pubblica più consapevole del vissuto reale delle persone che si sono rivolte allo sportello e dei mille volti risvolti che possono assumere violenze e discriminazioni nei confronti delle persone LGBTQIA+ , nei vari ambiti della quotidianità: scuola, lavoro, vita privata, sociale e affettiva, contesti istituzionali.
“Mai più Solə” vuole inoltre far conoscere alle comunità LGBTQIA+, e più in generale all’opinione pubblica, la possibilità, in caso di violenze o discriminazioni subite, di fare ricorso a servizi come gli sportelli antidiscriminazione-antiviolenza o le case rifugio, per riceverne supporto e tutela.
Lo sportello Iris è nato nell’aprile del 2022, proprio con questo obiettivo. Le persone che si sono rivolte al servizio sono state prese in carico e accompagnate in percorsi personalizzati, adeguati agli aspetti di vulnerabilità emersi. I colloqui finora svolti sono stati quasi 350, con l’erogazione di 463 consulenze così suddivise: 96 di tipo legale, 86 di orientamento/inserimento lavorativo, 72 per il raggiungimento dell’autonomia abitativa, 78 di orientamento/accompagnamento ai servizi sanitari, 88 di counseling/supporto psicologico, 43 di mediazione linguistica-culturale.
Nel nostro paese, del resto, la situazione è allarmante, con decine di crimini d’odio omolesbotransfobico segnalati ogni anno. Nell’ultimo Rainbow Report, elaborato da ILGA (International Lesbian and Gay Association) sullo stato dei diritti in quarantanove Paesi Europei e dell’Asia Centrale, l’Italia è risultata al 35° posto, con solo il 25% degli obiettivi raggiunti in materia di diritti delle persone LGBTQIA+ e scarsi progressi registrati rispetto ai precedenti monitoraggi. In particolare, rispetto ai crimini e ai discorsi d’odio, il progresso è pari a zero.
Da citare anche un’indagine del 2022 presentata da Istat e UNAR sulle discriminazioni lavorative nei confronti delle persone LGBTQIA+ (non vi rientrano le persone trans alle quali è dedicata un’altra indagine). Il 34,1% dei e delle rispondenti ritiene che il proprio orientamento sessuale l’abbia svantaggiatə nel corso della vita lavorativa in termini di riconoscimento e apprezzamento delle proprie capacità professionali; il 30,8% si ritiene svantaggiato rispetto ad avanzamenti di carriera e crescita professionale. Il 61,2% riferisce, in relazione all’attuale/ultimo lavoro svolto, di avere evitato di parlare della vita privata per tenere nascosto il proprio orientamento sessuale.
Anche un’ampia ricerca europea pubblicata nel 2020, condotta dall’Agenzia per i diritti fondamentali dell’UE, segnalava come il 62% delle persone LGBTQIA+ intervistate nel nostro paese eviti di tenere per mano il compagno o la compagna in pubblico e il 30% di loro si tenga alla larga da certi luoghi per paura di essere aggreditə. Le persone LGBTQIA+ visibili nel proprio contesto erano sotto la soglia del 40%, con oltre il 60% che preferisce vivere nell’ombra. La media Ue di visibilità è, invece, del 47%. Il 23% ha dichiarato di avere subito discriminazione sul posto di lavoro, il 32% di avere subito, almeno una volta, un episodio di molestia nell’anno precedente, l’8% ha riferito un episodio di aggressione fisica nei 5 anni precedenti e solo il 16% ha espresso la volontà di voler denunciare questi episodi alle forze dell’ordine. È questa invisibilità a produrre quella vulnerabilità che rende le persone LGBTQIA+ ricattabili ed esposte a fortissime violenze psicologiche e fisiche.
Le storie che potrete ascoltare nei podcast di “Mai più Solə”, sono vere, narrate nel pieno rispetto della privacy e interpretate da attori professionisti. I podcast sono stati realizzati con il prezioso contributo dell'Agenzia DARE STUDIO da un’idea di Luca Rufini e Domenico Savarino, dell’équipe LILA-Sportello Iris; li racconta Azzurra Rinaldi e sono scritti da Daniele Aureli. La sigla, il sound design e la post produzione sono di Luca Scaccini per LePark Milano. La producer è Daniela Bogo.
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