La LILA sostiene con forza il Manifesto sulle politiche sulle droghe, lanciato in vista delle elezioni europee dell’8 e 9 giugno 2024 da oltre cento ONG dell’Unione, guidate da Correlation, NewNet e IDPC. A sottoscriverlo sono anche le più importanti organizzazioni italiane impegnate su questi temi: Forum Droghe, Chemical Sisters, Lab57, L’Isola di Arran, LILA, CNCA, ITARDD, Associazione Luca Coscioni, Antigone, ARCI, CGIL, Itanpud, la Società della Ragione, Meglio Legale.
“Per una politica delle droghe che renda l’Europa più sicura, più sana e più giusta” è il titolo del documento che invoca un radicale cambiamento di rotta negli orientamenti fin qui seguiti, finalizzati, soprattutto, alla repressione e alla criminalizzazione dei consumatori di sostanze e mai in grado di scalfire il potere e gli affari colossali delle narcomafie.
Ai candidati all’Europarlamento, la società civile europea e italiana chiede di far propri, nei rispettivi programmi elettorali, i principi propugnati dal documento, principi ispirati al rispetto dei diritti umani e delle evidenze scientifiche. Secondo i promotori, l’Europa è in questo senso a un bivio cruciale. Segnali positivi arrivano da paesi come Malta, Germania e Lussemburgo che hanno adottando iniziative per la legalizzazione della cannabis ma anche dall’istituzione di una nuova Agenzia UE per le droghe a vocazione sociale e sanitaria. Preoccupante è, invece, la decisione della Commissione UE di ridurre i finanziamenti e il sostegno agli interventi sanitari e al ruolo della società civile nella definizione delle politiche da attuare. Uno scivolamento degli equilibri dell’Assemblea di Strasburgo verso equilibri più conservatori rischierebbe di annullare ogni progresso fatto, come, del resto, già accade in Italia.
La politica della “War on drug”che ha ispirato per decenni gli interventi di Usa e Europa, mostra ormai da tempo, del resto, il suo totale fallimento: “Nonostante i miliardi spesi per il controllo del fenomeno –afferma il Manifesto- le politiche europee delle droghe hanno fallito nel proteggere la salute e la sicurezza delle nostre comunità. Il consumo di sostanze sta raggiungendo livelli record. Ogni anno sempre nuove sostanze entrano nel mercato europeo. La ‘guerra alla droga’ è stata incapace di arginare il potere crescente del crimine organizzato. Le evidenze mostrano che prevenzione, trattamento e riduzione del danno sono indispensabili per salvare vite e proteggere le comunità ma i servizi per le persone che usano droghe non hanno sufficienti risorse né sostegno politico. Le elezioni europee del 2024 devono portare a un cambiamento di paradigma”.
Quattro le richieste contenute nel Manifesto, di cui riportiamo una sintesi:
Incrementare gli investimenti per la salute e il welfare. “In Europa il consumo di droghe è a livelli record, e la presenza di sempre nuove sostanze, inclusi gli oppioidi sintetici, sta creando allarme” segnalano i promotori di qui la richiesta di abbandonare il predominio dell’approccio punitivo finanziando, piuttosto, tutti quegli interventi volti a salvare vite umane: “Programmi di prevenzione selettivi e mirati, trattamenti volontari basati sull’evidenza, interventi di riduzione del danno che salvano vite (incluso la prevenzione di HIV/AIDS e HCV, i trattamenti con oppiacei, la distribuzione di naloxone, il drug checking e le stanze per l’uso sicuro), nonché tutti quei servizi a livello di comunità o promossi dalle comunità stesse che sappiano raggiungere chiunque ne abbia bisogno”.
Abbandonare la “guerra alla droga”. Nonostante sia costata miliardi, la “war on drug”: “ha fallito nel ridurre i mercati illegali, nel contrastare il potere del crimine organizzato e nel ridurre la violenza. Le politiche e i linguaggi che stigmatizzano o umiliano le persone che usano droghe e emarginano le comunità devono essere sostituite da interventi basati sull’evidenza, sull’inclusione e sui diritti umani”. Decriminalizzazione delle persone che usano droghe e lotta allo stigma sono premesse indispensabili per questo approccio. Le politiche europee sulle droghe, in sostanza, non possono essere più essere materia esclusive delle politiche penali ma vanno affidate alle agenzie per la salute della UE, a partire dalla nuova EU Drugs Agency, divenire parte delle politiche sanitarie sociali ed economiche ed essere monitorate secondo indicatori scientificamente validi.
Assicurare la partecipazione della società civile e delle comunità. “Niente su di noi senza di noi”, questo lo spirito che deve guidare le istituzioni europee nella risposta sulle droghe: “Una politica delle droghe più sicura ed efficace richiede il coinvolgimento delle organizzazioni della società civile che ogni giorno lavorano con le comunità, sanno raggiungere le popolazioni con maggiori vulnerabilità e hanno le più aggiornate informazioni relative alle tendenze dei mercati illegali. La Ue deve inoltre finanziare e sostenere tutti i meccanismi che facilitino la partecipazione della società civile, incluso il Civil Society Forum on Drugs”.
Esplorare approcci innovativi, come la regolazione responsabile. “Una politica delle droghe pragmatica richiede l’esplorazione di approcci innovativi ai mercati delle droghe, inclusa una responsabile regolazione di sostanze come la cannabis, regolazione vista come una misura chiave per proteggere la salute e i diritti umani delle comunità, e per ridurre il potere del crimine organizzato. La UE dovrebbe facilitare queste innovazioni, e monitorarne l’impatto su salute, sicurezza e diritti umani”.
Al Manifesto hanno già aderito diversi candidati e candidate alle elezioni europee, di diverse forze politiche. L'appello, tuttavia, segnala e raccoglie anche le adesioni e l'impegno di parlamentari nazionali e di candidati alle elezioni regionali (Piemonte) e amministrative che si terranno sempre l'8 e il 9 giugno 2024. A Forlì e a Ferrara si candidano per il Consiglio Comunale due amici di Forum Droghe e della LILA.
Su Fuoriluogo trovi i nomi di tutti coloro che si impegnano, in quanto candidati e candidate, a cambiare con noi le politiche sulle droghe in Europa e in Italia. Se ritieni giusta questa battaglia di civiltà, che comporta risposte più avanzate anche sull'HIV, puoi votare per loro.
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