Salvate la ricerca sull'HIV in Italia

Con il sostegno della LILA, i ricercatori italiani rivolgono un appello al presidente Enrico Letta e al ministro della Salute Beatrice Lorenzin.

Como, 4 luglio 2013. E' stata inviata oggi una lettera alle istituzioni perché la ricerca su HIV e AIDS in Italia non venga abbandonata, sottoscritta da oltre 100 responsabili di progetti del Programma nazionale per la Ricerca su HIV/AIDS, e sostenuta dalle presidenze di diverse Società scientifiche. La lettera prende ispirazione da una recente denuncia del graduale disinvestimento italiano nella lotta contro HIV/AIDS inviata agli stessi Letta e Lorenzin dalla LILA e da Nadir. Al momento, con l'abbandono del Programma nazionale per la Ricerca su HIV/AIDS, il finanziamento istituzionale alla ricerca di base in Italia equivale a zero.

In questi giorni in Malesia si svolge la VII International AIDS Society Conference on HIV Pathogenesis, Treatment and Prevention (IAS 2013), da dove arrivano notizie importanti sulla gestione delle terapie, sulle possibilità di trovare una cura funzionale o addirittura l'eradicazione del virus, sull'accesso ai farmaci, ai test diagnostici, alla prevenzione. A Kuala Lumpur l'International AIDS Society ha calcolato che globalmente nella ricerca sono stati infestiti, nel 2012, oltre 78 milioni di dollari, 60 dei quali provenienti dagli Stati Uniti. Il Programma nazionale per la Ricerca su HIV/AIDS italiano ha goduto in questi ultimi tre anni di un finanziamento complessivo di 10 milioni di euro, ora azzerato.

Il ruolo della ricerca è essenziale, lo è anche in Italia, dove sono stati ottenuti "importanti risultati scientifici, nuove cure, formazione di nuovi ricercatori e medici infettivologi e rientro dei cervelli”, come riporta l'appello alle istituzioni. Un patrimonio di persone e saperi va disperso, mentre nel panorama internazionale si registra una nuova fase sul fronte delle terapie e della prevenzione nella lotta contro l'HIV.

Alessandra Cerioli e Filippo von Schloesser, presidenti di LILA e Nadir, hanno dichiarato: "Noi persone che conviviamo con l'HIV ci stavamo rassegnando a dover assumere la terapia antiretrovirale per tutta la vita. L'idea che in un futuro vicino, grazie a questi nuovi filoni di ricerca, la vita delle persone con HIV possa finalmente non essere più sottomessa all'assunzione continua di farmaci ci dà speranza, e ci impegna ancora di più nel nostro ruolo di rappresentanti dei pazienti, per assicurare che il finanziamento pubblico alla ricerca sull'HIV/AIDS venga immediatamente ripristinato e che anche il nostro paese collabori alla ricerca di una cura. Consapevoli che sulla  ricerca di una cura definitiva contro il virus non si può certo contare sul solo investimento delle case farmaceutiche".

Il testo della lettera:

Alla c.a.
On. Enrico Letta, Presidente del Consiglio
On. Beatrice Lorenzin, Ministro della Salute

Onorevoli Ministri Letta e Lorenzin,

Chi vi scrive è da anni impegnato, spesso in modo totale, nella ricerca clinica e/o di base sull’infezione da HIV, il virus che causa l’AIDS, e per cui è stimato che in Italia vi siano 150.000 persone sieropositive e 4.000 nuove infezioni l’anno. Vi scriviamo a seguito della lettera indirizzataVi recentemente da LILA e Nadirnews relativamente alla necessità che l’infezione da HIV e l’AIDS non scompaiano dall’agenda di governo, pur in un momento di grande difficoltà economica e finanziaria.

Questa nostra desidera sottolineare quanto il Programma Nazionale di Ricerca su HIV/AIDS (ProgAIDS) abbia prodotto per due decadi in termini di importanti risultati scientifici, nuove cure, formazione di nuovi ricercatori e medici infettivologi e di “rientro dei cervelli”. Il programma negli ultimi anni è stato finanziato per ca. 10 milioni di euro “spalmati” su tre anni effettivi: un’inezia. Ciò nonostante, il ProgAIDS ha mantenuto un ruolo strategico per la ricerca italiana per due motivi fondamentali: da un lato ci ha permesso di poter contare su un finanziamento minimo con cui sostenere borse di studio per i giovani ricercatori ed acquistare i reagenti fondamentali per continuare la nostra ricerca; dall’altro, ci ha consentito di partecipare a bandi internazionali, tipicamente quelli promulgati dalla Comunità Europea, sovente basati sul principio dell’esistenza di un cofinanziamento a livello nazionale.

E’ evidente che la scomparsa di un pur modesto, ma fondamentale, finanziamento pubblico su base competitiva da parte del Governo Italiano nella ricerca su HIV/AIDS significherebbe la dispersione di un capitale umano di conoscenze e credibilità internazionale in una sfida globale che ci ha visto competitivi anche in anni recenti rispetto a nazioni ben più finanziate della nostra. Siamo pronti a produrre tutta la documentazione necessaria a sostenere queste nostre affermazioni, qualora fosse utile.

Onorevoli Ministri, Vi chiediamo di riaprire l’agenda governativa su questa pagina forse dimenticata dagli ultimi governi e di ridare ossigeno ad una massa critica di competenze che può ancora contribuire in modo significativo a far ripartire il “Sistema Paese”.

RingraziandoVi per l’attenzione rimaniamo in fiduciosa attesa di un Vostro cortese riscontro.

Prof. Guido Poli
Istituto Scientifico San Raffaele, Milano e Università Vita-Salute San Raffaele, Milano

A nome dei seguenti Responsabili di progetti del Programma Nazionale per la Ricerca su HIV/AIDS:

1. Roberto Accolla, Università dell’Insubria, Varese
2. Elisabetta Affabris, Università Roma Tre
3. Massimo Alfano, Istituto Scientifico San Raffaele, Milano
4. Massimo Andreoni, Università di Roma “Tor Vergata”
5. Andrea Antinori, Istituto Nazionale di Malattie Infettive “L. Spallanzani”, Roma
6. Guido Antonelli, “Sapienza” Università di Roma
7. Vincenzo Barnaba, “Sapienza” Università di Roma
8. Umberto Bertazzoni, Università di Verona
9. Priscilla Biswas, Istituto Scientifico San Raffaele, Milano
10. Chiara Bovolenta, MolMed SpA, Milano

e altri 90

Allegato: Lettera Aperta

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