Dal 2009 l'Italia si è sottratta a ogni impegno nei confronti del Global Fund to fight Aids, Tubercolosis and Malaria. Non ha versato 260 milioni di euro già promessi, non ha preso alcun impegno per il futuro, ha progressivamente perso rappresentanza. Fin dall'inizio la Lila e altre associazioni hanno fatto pressioni perché il ruolo del nostro paese non venisse meno, ci sono state negli anni diverse promesse da parte di diversi attori politici, ma ancora siamo inadempienti e assenti. Ora cambierà qualcosa?
Già nel 2010, alla Conferenza mondiale sull'Aids di Vienna, l'Italia era finita nel mirino degli attivisti e la faccia dell'allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi era stata circondata dalla scritta "Le promesse mancate uccidono". Da allora gli appelli si sono moltiplicati, non solo da parte della Lila.
Mentre il Fondo Globale dimostrava la sua efficacia dati alla mano (più persone in terapia significa fermare l'epidemia, oltre che salvare vite), l'Italia opponeva un pesante silenzio. Nessuna risposta alle lettere inviate dallo stesso Fondo Globale, qualche vaga promessa pubblica senza alcun seguito, il risultato è stato prima la perdita del seggio unico in consiglio di amministrazione, che è diventato un seggio condiviso con la Spagna, e poi l'estromissione anche da questo, per confluire in un collegio più ampio. Portando Elisabetta Belloni, direttore della Cooperazione allo Sviluppo del ministero degli Affari Esteri ad annunciare, lo scorso agosto, che "dobbiamo recedere dal Fondo Globale, in quanto non siamo in grado di assicurare gli impegni finanziari".
Poco dopo l'attuale presidente del Consiglio Mario Monti ha però riaperto la partita, affermando che "l'Italia intende continuare a contribuire al Fondo Globale e non si ritirerà". Una buona notizia, data al Forum sulla Cooperazione di Milano promosso dal suo ministro per la Cooperazione internazionale e l’Integrazione Andrea Riccardi. Come e quando intenda farlo, però, Monti non lo ha detto. Perciò abbiamo scritto anche a lui (al ministro Riccardi avevamo scritto già prima del Forum), per chiedere attraverso quale strumento legislativo intende dare seguito a quanto affermato, dato che nel disegno di legge di stabilità 2013 approvato dal Consiglio dei ministri non ci sono cenni al Fondo Globale. Nello stesso tempo, è stato inviato un appello ai parlamentari perché si impegnino a sollecitare l'impegno italiano.
La prossima tappa pubblica italiana si terrà a Roma, dove la rete europea degli amici del Fondo Globale ha organizzato per il 18 dicembre un advocacy event (qui programma e relatori). Gli eventi del Global Fund invece, comprese le conferenze di rifinanziamento, sono qui.
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