"Il governo dica no alla secretazione dei prezzi dei farmaci, usata con i nuovi trattamenti contro l'Epatite C": lo chiedono due risoluzioni presentate in commissione affari sociali della Camera a firma di M5S e PD, che saranno votate nei prossimi giorni. Nel corso del dibattito parlamentare sul tema, iniziato a giugno, sia il presidente dell'autorità Antrust che il direttore dell’Istituto di Ricerche farmacologiche Mario Negri si sono schierati a favore della trasparenza.
Mentre dovrebbero essere in corso i negoziati per il nuovo contratto tra l’Aifa e le aziende produttrici dei nuovi farmaci contro l’Epatite C, la prossima settimana si voterà sulle due risoluzioni presentate in commissione affari sociali della camera a favore della trasparenza sul prezzo dei medicinali, da Silvia Giordano (M5S) e Margherita Miotto (PD). Obiettivo di entrambe le risoluzioni è l'eliminazione della clausola di riservatezza sul prezzo dei medicinali, che invece è stata usata nei contratti siglati da Aifa e le aziende produttrici dei nuovi farmaci contro l'Epatite C che scadranno a giugno. “Per LILA la trasparenza su quanto lo Stato italiano paga per i farmaci è fondamentale ai fini dell'ampliamento dell'accesso alle cure, per questo vorremmo rassicurazioni sul fatto che il prossimo contratto con le aziende non ci sia la secretazione dei prezzi” ha dichiarato Massimo Oldrini, presidente della LILA, intervenendo sul tema durante la conferenza di presentazione del rapporto del coordinamento nazionale delle associazioni dei Malati Cronici (CnAMC) lo scorso 7 aprile. A Oldrini ha risposto Mario Melazzini, il nuovo presidente di Aifa (ha sostituito Sergio Pecorelli dimesso dopo la sospensione per presunti conflitti di interessi), medico e malato di Sla, già attivo nel mondo dell'associazionismo come presidente della fondazione Arisla: “Siamo in contatto con il presidente dell’antitrust, ma prescindere dalla procedura, il nostro obiettivo è curare tutti i malati, non il maggior numero possibile come avviene oggi”.
Nello stesso incontro la capogruppo del M5S in commissione affari sociali Giulia Grillo ha dichiarato: “Nella settimana successiva al 17 aprile voteremo cercando di unire la nostra risoluzione a quella presentata dall’On. Miotto sullo stesso tema ma sappiamo che il governo sta cercando di bloccarla”. La risoluzione del M5S, a prima firma di Silvia Giordano, presentata il 15 giugno, impegna il governo affinché l'Aifa non sigli accordi con case farmaceutiche che prevedano clausole di riservatezza e affinché siano pubblicati tutti i dati in possesso di Aifa ed Ema (European Medicines Agency) relativi alle decisioni prese per l'autorizzazione in commercio dei farmaci, nel rispetto della Direttiva 89/105/CEE riguardante la trasparenza delle misure che regolano la fissazione dei prezzi delle specialità medicinali. Miotto (PD) - che il 31 marzo ha presentato una risoluzione con contenuti simili a quelli del M5S, chiedendo che la riservatezza nei negoziati sia limitata a casi eccezionali e in ogni caso per una durata non superiore a 30 giorni - dichiara di non essere a conoscenza delle intenzioni del governo, che darà il parere in occasione del voto delle risoluzioni.
Il direttore dell’autorità garante della concorrenza Giovanni Petruzzella, audito il 2 marzo in commissione Affari sociali ha affermato che “la regola generale da seguire è quella della trasparenza dei prezzi, ma la riservatezza, come eccezione, può in alcuni casi essere motivata in rapporto ad un vantaggio specifico dell’acquirente, e quindi all'ottenimento di prezzi più bassi”. Il capo dell’antitrust ha poi evidenziato il problema dell’”asimmetria operativa” tra governi nazionali e aziende farmaceutiche nel caso di negoziati secretati poiché la questione dei prezzi dei farmaci è stata “lasciata dagli Stati alla gestione a livello nazionale mentre le imprese farmaceutiche definiscono sconti e politiche di prezzo a livello globale”. Oltre a Pitruzzella, nell’ambito della discussione della risoluzione il 16 novembre è stato audito il direttore di Aifa Luca Pani che ha detto che la clausola di riservatezza ha garantito all'Italia di pagare prezzi del 20% più bassi che nel resto d'Europa, senza tuttavia poter indicare il documento che certifica tale risparmio, prioprio perché i prezzi pagati dai singoli stati risultano riservati in Italia come negli altri paesi europei. Il direttore di Aifa ha inoltre parlato dell'utilità di lanciare negoziati a livello europeo per superare il problema della trasparenza. Il 22 febbraio è stato audito Silvio Garattini, direttore dell’Istituto di Ricerche farmacologiche Mario Negri, che si è detto contrario al segreto nella negoziazione dei prezzi e favorevole a negoziato europeo per aver maggiore peso negoziali. Il direttore del Mario Negri ha parlato della possibilità di procedere “in casi estremi, quando sia in gioco la vita dei pazienti, alla sospensione o all'abolizione del brevetto”.