Guglielmo Borgia, dal 1996 direttore del reparto Malattie Infettive dell'Ospedale Policlinico Federico II di Napoli, è dal 2011 responsabile scientifico del Centro di Riferimento Aids della regione Campania. Ricorda che la regione - che ha registrato 179 nuove infezioni nel 2014 e 193 nel 2013, sta investendo nell’offerta “attiva” dei test alcuni gruppi di persone: donne incinte, tossicodipendenti e persone con tumori. Tuttavia i risultati positivi dei test somministrati in ospedali periferici non vengono automaticamente registrati nel sistema di sorveglianza regionale. E non ha competenze in materia di registro Aids.
Come vengono registrate le nuove diagnosi di Hiv in Campania?
Come responsabile scientifico del centro di riferimento Aids della regione Campania, raccolgo ogni tre mesi i dati da tutti i centri clinici regionali - i cinque dipartimenti di malattie infettive degli ospedali di Avellino, Benevento, Caserta, Napoli, Salerno - e poi li trasmetto al Centro Operativo Aids dell’Istituto Superiore di Sanità, tramite il programma informatico che ci ha dato l’Iss. I dati del 2015 li ho mandati i primi di maggio e sono sotto revisione.
In che modo gli ospedali segnalano all’Osservatorio?
C’è un responsabile della sorveglianza per ogni ospedale che ho fatto nominare con decreto regionale, che raccoglie i dati e me li invia, sia via mail che in formato cartaceo per quanto riguarda il dipartimento del Federico II che dirigo.
Stiamo ampliando l’offerta attiva del test, per alcune categorie di persone come le donne in gravidanza: se una donna partorisce è giusto che faccia il test. Se partorisce in un piccolo ospedale e il test esce positivo, la manderanno a uno dei centro di terzo livello – i cinque ospedali che riferiscono al centro regionale - dove viene fatto lo screening.
Se poi questa donna non va all’ospedale di terzo livello, che succede?
Se il test esce positivo, dicono al paziente di rivolgersi al centro di terzo livello. Se poi non ci va, non possono mica costringerlo.
Voi tenete conto del numero dei test somministrati a livello regionale?
No. Bisognerebbe chiedere ai laboratori per quello.
Fate un report regionale annuale?
I dati sono tutti sul bollettino nazionale, ma quest’anno voglio fare anche il bollettino della Campania.
Come integrate il sistema di sorveglianza Hiv con il registro Aids?
Io non mi occupo del registro Aids.
Chi se ne occupa?
Non lo so.
Può essere migliorato il sistema di sorveglianza?
Si credo che si possa fare un sistema più capillare, come abbiamo iniziato a fare con l’offerta attiva del test: abbiamo individuato alcuni gruppi a livello regionale, cui viene offerto il test attivamente: donne in gravidanza, tossicodipendenti, persone che hanno patologie come linfomi, figli di donne sieropositive.
>