Nel corso dei lavori di ICAR 2018 La LILA ha presentato tre relazioni. Di seguito ne riportiamo una breve sintesi.
LILA Helplines’ Data on HIV Self-testing
Oggetto di questa relazione, presentata da Massimo Oldrini, è stata l’analisi delle richieste giunte alle 11 Helpline LILA tra Ottobre 2016 e Settembre 2017 di persone che hanno dichiarato di essersi sottoposte al HIV Self Test (HIVST).
Nel periodo, complessivamente, sono state 7.110 le persone che si sono rivolte alle Helpline per richieste di informazioni di varia natura, in prevalenza maschi 84% e italiani 98%. Durante i colloqui 2.530 persone hanno dichiarato di aver fatto il test negli ultimi dodici mesi, e 171, pari al 7%, ha dichiarato di essersi sottoposta a un HIVST, una percentuale che appare rilevante vista la recente introduzione dell’HIVST.
Confrontando in base al sesso chi si è sottoposto a HIVST con quanti hanno chiamato le Helpline si evidenzia una percentuale significativamente superiore di donne che hanno fatto ricorso al HIVST: il 27%, mentre le chiamate complessive da donne sono state solo il 15%. In chi si è sottoposto AD HIVST risulta molto alta la percentuale di domande relative al periodo finestra 87,7% contro il 46,1% del totale che ha dichiarato di essersi sottoposta al test HIV.
Dieci delle 171 persone che si sono sottoposte a HIVST hanno dichiarato di aver avuto un esito positivo al test. In queste persone è risultato maggiore il ricorso al supporto psicologico rispetto a quanti hanno ricevuto una diagnosi di positività, il 50% rispetto al 31%.
Seppure su numeri contenuti , questa analisi ci dice che l’HIVST sia apprezzato dalle persone che per ragioni diverse non ricorrono ai servizi formali di testing, ma indicano anche un insufficiente livello informativo del packaging, dei materiali informativi , dei servizi di supporto, tutti aspetti che dovrebbero essere migliorati se si vuole rendere ancora più efficace lo strumento HIVST.
Community based testing in Italy: from demonstration projects to routine offer
Questo survey, presentato nel corso dei lavori da Lellla Cosmaro, ha coinvolto i gruppi italiani che hanno partecipato alle due sperimentazioni nazionali di offerta di test CBVCT al di fuori dei contesti tradizionali, coordinate da INMI Spallanzani tra il 2012 e il 2015.
Dei trenta gruppi che avevano partecipato alle sperimentazioni, quattro non risultavano più attivi. Delle ventisei organizzazioni invitate a partecipare allo studio, ventitré hanno compilato un questionario online.
Diciassette gruppi hanno proseguito le attività di testing dopo la conclusione delle sperimentazioni, mentre sei non hanno più proseguito l’attività principalmente per mancanza di fondi o per mancanza di personale.
I gruppi che hanno proseguito l’offerta di testing, prevalentemente con propri fondi (13) e con il supporto di finanziatori privati (8) e di contributi istituzionali (8) talvolta consistenti nel solo acquisto dei kit, l’hanno continuata presso la sede sociale (12), in MSM venues (7) e servizi per consumatori di sostanze 4.
Complessivamente nel corso dell’ultimo anno sono stati offerti 6.630 test HIV. Gli esiti positivi sono stati 75. Alta, 90,66%, la percentuale di persone che si sono recate nei centri clinici per effettuare il test di conferma. Abbiamo poi avuto notizia che, tra queste, il 68, 39% è entrato in terapia antiretrovirale.
Questi numeri indicano un buon grado di efficienza e costo efficacia, ma l’analisi ha evidenziato anche alcuni limiti. L’offerta di test al di fuori del contesto sanitario non è inclusa nei piani regionali di offerta del test HIV e solo 2 regioni la prevedono. Diversi centri, nove, riescono a offrire solo circa 200 test all’anno, e questo anche in ragione dello scarso contributo e riconoscimento istituzionale.
HIV prevention project in Cagliari schools : EducAids survey
La relazione, presentata da Giacomo Dessì, è frutto del progetto EducAids della LILA di Cagliari, attivo da diversi anni nelle scuole della città e della provincia. La sede ha analizzato i questionari compilati da 1.211 studenti delle scuole superiori (719 ragazze, 492 maschi) con un età mediana di 17,3 anni, indagando le opinioni e le pratiche relative all’uso del condom di studentesse e studenti.
Più della metà, il 52,8% ha dichiarato di aver già avuto sessuali, ma solo il 35,1% ha affermato di aver utilizzato sempre il condom. Il 48,7% lo ha usato qualche volta e ben 15,2% ha detto di non usarlo mai.
Le ragioni indicate da chi non ha usato mai il condom sono state: la diminuzione del piacere sessuale 29.5%; perché è scomodo 25,9%; 5,4% perché lo ha scelto il partner e il 2,7% perché sono troppo costosi.
Rispetto alle conoscenze specifiche sull’HIV, il 92,6% sa che i rapporti sessuali possono essere fonte di trasmissione dell’HIV, ma solo il 62,1% sa che i rapporti non protetti anali e vaginali possono essere a rischio anche senza eiaculazione.