Dal 22 al 29 novembre torna la European Testing Week, la settimana dei test per la diagnosi di HIV ed epatiti, secondo appuntamento del 2019.Test, Treat, Prevent è lo slogan dell'iniziativa: testa, cura, previeni. Promossa da Eurotest, la Testing week, giunta alla sua settima edizione, è una delle più grandi mobilitazioni mondiali per la salute pubblica.
Lo scorso anno la ETW ha visto l’adesione di oltre 700 realtà di quarantanove paesi tra ONG, servizi, istituzioni pubbliche e private, con migliaia di persone rese finalmente consapevoli del proprio stato di salute. Di anno in anno adesioni e partecipazione sono in costante crescita.
La LILA aderisce a questa grande iniziativa e la promuove con questi obiettivi:
- Rendere consapevole il maggior numero possibile di persone del proprio stato sierologico
- Sensibilizzare le persone sull’importanza di diagnosi tempestive sia per la salute personale sia per la prevenzione perché le persone con HIV in trattamento efficace non trasmettono il virus.
- Combattere il fenomeno delle diagnosi tardive e del sommerso.
- Fare del momento del test anche un’importante occasione di prevenzione, informazione e contrasto allo stigma, fattore quest' ultimo che inibisce l’accesso al test.
- Spingere le istituzioni e i responsabili della salute pubblica a eliminare tutte le barriere che ostacolano l’accesso ai test, a partire dal divieto per i minorenni.
Le nostre sedi e i nostri volontari saranno dunque in campo in dieci città italiane con ben ventotto appuntamenti rafforzando per tutta la settimana della ETW l’offerta di test per HIV e HCV rapidi, anonimi e gratuiti. Le sedi di Milano, Como e Trento offrono anche il test per la sifilide. A tutti saranno offerti anche colloqui di counselling pre e post test.
Ecco tutti gli orari e gli indirizzi
HIV ed epatiti virali continuano a costituire per tutta la regione europea dell’OMS, una grave questione di salute pubblica. Secondo Eurotest le persone che, nel continente, vivono con l’epatite C sono circa quattordici milioni, gran parte delle quali resta non diagnosticata per cui solo una minima parte delle persone con HCV riceve i trattamenti necessari. Le persone con HIV sono stimate, invece, in circa 2,2 milioni, di cui almeno il 25% è inconsapevole del proprio stato sierologico.
Conoscere per tempo il proprio stato e accedere rapidamente alle terapie in caso di esito positivo, permetterebbero, invece, di salvaguardare al meglio la propria salute e di ridurre drasticamente le possibilità di trasmettere inconsapevolmente queste infezioni ad altre persone. Nel caso dell’epatite C esistono, da alcuni anni, farmaci in grado di guarire completamente dal virus che, se non curato, può portare a gravi patologie come la cirrosi epatica o il cancro al fegato. Per quanto riguarda l’HIV è importante accedere alle terapie Antiretrovirali (ART) prima possibile. Questi trattamenti pur non “guarendo” permettono però, se assunti sempre e correttamente, di sopprimere la carica virale presente nel sangue. Tale condizione rende il virus non trasmissibile, con vantaggi enormi per la salute delle persone con HIV, per la loro vita affettiva e sessuale e per la prevenzione generale perché interrompe la catena delle infezioni. Al contrario, chi non conosce il proprio stato sierologico, rischia di logorare per anni il proprio sistema immunitario e di trasmettere, inconsapevolmente, il virus ad altre persone. Secondo UNAIDS e OMS la non consapevolezza del proprio stato è oggi all’origine di gran parte delle nuove infezioni.
In Italia, in linea con la media europea, si stima che le persone che non conoscono il proprio stato sierologico siano circa una su quattro mentre quasi il 60% delle nuove diagnosi riguarda persone che presentano già una forte compromissione del sistema immunitario trovandosi già in fase di AIDS o prossime a questa condizione.
La LILA denuncia da sempre il persistere, nel nostro paese, di troppe barriere nell’accesso al test, fattore che può ritardare la diagnosi di anni: mancanza di anonimato, richiesta di impegnative o documenti, richiesta di ticket, mancanza di counselling, orari poco accessibili, accesso vietato ai minorenni senza il consenso dei genitori, ostacolo, questo, dannosissimo per i più giovani e da eliminare con urgenza.
La fruizione del test va, invece, agevolata e incentivata in tutte le sue modalità, anche in contesti non sanitari, prevedendo la collaborazione di community e associazioni, più in grado di raggiungere persone e popolazioni vulnerabili, meno propense a recarsi in luoghi istituzionali. La LILA, attraverso le sue sedi, fa da tempo la sua parte offrendo per tutto l’anno, anche in orari serali, test HIV e HCV rapidi, anonimi e gratuiti con counselling pre e post test, in situazioni “friendly”, non giudicanti, vicine al target.
L’implementazione del “test community-based”, il modello adottato, per l’appunto, dalla LILA, è raccomandato da tutte le agenzie internazionali e previsto anche dal Piano Nazionale Aids del 2017, che rimane però largamente inapplicato. Dalle istituzioni, salvo rare eccezioni, non arriva alcun supporto a questa fondamentale attività di tutela della salute pubblica e così tutti i costi restano a carico delle associazioni.UNAIDS sottolinea, invece, da tempo, l'importanza ddi sostenere l'attività di community e associazioni nella risposta all'HIV, tanto che ha deciso di celebrarne il ruolo cruciale dedicando loro la prossima giornata mondiale per la lotta all'AIDS (WAD 2019). "Community make the difference" è lo slogan scelto per il prossimo primo dicembre: le Community fanno la differenza e, per questo, sostiene UNAIDS, ne vanno sostenute le attività con risorse adeguate.
E’ fondamentale, infine, una più forte e incisiva azione contro lo stigma sociale che grava ancora sulle persone con HIV: troppo spesso la paura di avere contratto il virus, di essere giudicati/e o emarginati/e scoraggia le persone dal fare il test.