“Dopo 44 mesi di inerzia, indifferenza e inadempienza istituzionale, le risorse straordinarie per la Salute siano essere utilizzate anche per finanziare i servizi per la riduzione del danno a tutela delle persone che usano droghe” . E’ l’appello-denuncia rivolto al Ministro della Salute Roberto Speranza da una vasta rete di realtà della società civile e dei servizi, da decenni impegnate nell'innovazione delle leggi e delle politiche sulle droghe e per la promozione della RdD, la riduzione del danno.
Forum Droghe, CNCA-Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza, CGIL, Comunità San Benedetto al Porto, CAT cooperativa sociale, Associazione Antigone, LILA Nazionale, Chemical Sisters, Associazione Luca Coscioni, Parsec Consortium, Società della Ragione, ITARDD-Rete italiana Riduzione del Danno, ITANPUD, Cooperativa Centro Sociale Papa Giovanni XXIII S.C.S Onlus – Reggio Emilia, ricordano, in una lettera aperta al Ministro, come il piano per implementare la riduzione del Danno fosse stato inserito e approvato tra i LEA già nel gennaio 2017, dopo lunghe battaglie. Tuttavia, Ministero della Salute e Conferenza delle Regioni non si sono mai attivati per finanziarlo e per far diventare i LEA sulla RdD un diritto realmente esigibile, in quanto parte integrante del diritto costituzionale alla salute. Meno di un terzo delle Regioni ha attivato negli anni passati politiche di RdD, ricordano i promotori, ma perfino le più virtuose mancano di interventi stabilmente strutturati, rendendone il diritto, di fatto, non disponibile. “Nel frattempo ciclicamente si strilla, dalla politica e dai media, su nuove emergenze e su nuovi drammi, come le tragiche morti per overdose di alcuni ragazzi –scrivono i firmatari- assicurare i LEA della RdD in ogni regione e in ogni città potrebbe invece limitare significativamente i danni correlati a usi rischiosi e poco consapevoli” .
Durante la pandemia da Covid-19 i servizi di Riduzione del danno, sia del pubblico che del terzo settore, grazie all’abnegazione e alla competenza dei loro operatori, hanno del resto mostrato di essere presidi di salute pubblica indispensabili, capaci di rimanere vicini ai cittadini, soprattutto a quelli più vulnerabili, inventando e promuovendo nuove modalità di supporto e di relazione: “Se c’è una lezione che ci pare vada appresa da questa crisi pandemica –afferma il documento- è proprio quella di una radicale inversione di tendenza della politica sanitaria nazionale e regionale, per puntare su un sistema sanitario che privilegi il territorio e sappia valorizzare le risorse e le competenze sociali, incluse quelle dei consumatori, insieme a quelle professionali”. Per questo è urgente e prioritario, rivendica il documento, un Piano nazionale per i LEA della Riduzione del Danno che utilizzi i fondi straordinari per la sanità e recuperi il tempo perduto mettendo a regime, in tutte le Regioni, gli interventi necessari, secondo le evidenze consolidate a livello internazionale. “La Riduzione del Danno – concludono i promotori -si è dimostrata efficace in tutto il mondo nel limitare i rischi droga correlati e nel tutelare la vita di chi usa sostanze. E’ tempo di rompere con l'ipocrisia delle emergenze e di lavorare a politiche e sistemi di intervento ordinari, efficaci, stabili, accessibili e di qualità”.