Mpox. L’OMS dichiara la fine dello stato d’emergenza globale ma avverte: “il contrasto al virus deve proseguire”

MPOX per sitoLo scorso 10 maggio la quinta riunione del comitato d’emergenza dell’OMS, organizzazione mondiale della Sanità, riguardate l’epidemia internazionale Mpox ha disposto la fine dello stato d’emergenza sanitaria globale (PHEIC, public health emergency of international concern) dichiarato dieci mesi fa, dopo il rapido diffondersi del virus in decine di paesi in cui non si era mai manifestato in precedenza, almeno attraverso la trasmissione interumana.

La decisione è stata presa sulla base dei dati che mostrano un calo costante delle diagnosi a livello globale: quasi il 90% in meno negli ultimi tre mesi, rispetto al trimestre precedente. Il virus, avvertono tuttavia gli esperti, continua a trasmettersi in alcuni paesi, in particolare africani e in alcune comunità: “La fine dell’allerta globale – è il monito- non può essere interpretata come fine della lotta al virus”. In arrivo nuove raccomandazioni temporanee mentre ai paesi membri vengono chiesti una serie di impegni tra cui:

  • Mantenere le proprie capacità di sorveglianza e di contrasto al virus a lungo termine coinvolgendo community e società civile
  • Integrare gli interventi di prevenzione e cura nei propri sistemi sanitari e proteggendo in particolare le persone e i gruppi più vulnerabili.
  • Sostenere partenariati a lungo termine che permettano sostegno finanziario ai paesi meno abbienti e alla ricerca;

Obiettivi a lungo termine, indica l’OMS, devono restare l’eliminazione della trasmissione da uomo a uomo e la mitigazione delle trasmissioni zoonotiche.

L'annuncio su Mpox segue quello dello scorso 5 maggio sulla fine dell’emergenza globale dichiarata nel gennaio 2020 per il COVID-19, pandemia che ha causato almeno sette milioni di decessi in tre anni. Analogo l’invito a mantenere in vigore tutte le misure di contrasto anche a questo virus. “La capacità degli stati di mantenere attiva la risposta a queste infezioni -dice l’OMS- aiuterà i servizi sanitari a essere pronti anche a rispondere efficacemente a future altre pandemie”.

Nel corso della riunione su Mpox sono stati forniti i dati sull’andamento del contagio nelle cinque macroregioni dell’OMS. La regione africana, in particolare, ha riferito che dal gennaio 2022 sono stati confermati più di 1500 casi in tredici paesi, la maggior parte segnalati dalla Nigeria e dalla Repubblica Democratica del Congo. Poche le informazioni sulle modalità di trasmissione e la qualità dei dati riportati attraverso i sistemi di sorveglianza che, in Africa, dispongono di mezzi e risorse limitate. Nel complesso il rischio attuale è valutato come "moderato" nella regione africana, in quelle Europea e del Mediterraneo orientale, nelle Americhe, mentre rimane "basso" nel sud-est asiatico e nelle regioni del Pacifico occidentale. Dati e conteggio dei casi globali continueranno ad essere aggiornati settimanalmente a questo link 

Non interrompere i programmi messi in atto- rafforzare il ruolo delle community

Come si diceva in precedenza, esperti e vertici dell’OMS hanno insistito con particolare forza sulla necessità di proseguire e rafforzare gli sforzi avviati passando dall’emergenza ad una risposta costante e strutturata: "Finché al virus viene data l'opportunità di continuare a trasmettersi da persona a persona, ha anche l'opportunità di evolversi", ha affermato la Dottoressa Rosamund Lewis, responsabile tecnica per Mpox presso il programma di emergenza sanitaria dell'OMS. Nell’attuare queste risposte sarà fondamentale, secondo l’OMS, agire nel pieno rispetto dei diritti umani, rafforzare la collaborazione con le community dei gruppi di popolazione che sono stati più colpiti da Mpox, ossia persone LGBTQ+ e persone con HIV, rendere disponibili i vaccini per chi è più esposto al rischio.

Il coinvolgimento e l’attivazione delle community sono stati cruciali per l’informazione, la prevenzione e il contenimento dell’epidemia ha riconosciuto lo stesso Direttore Generale dell’OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus: "Ora vediamo progressi costanti nel controllo dell'epidemia sulla base delle lezioni dell'HIV e lavorando a stretto contatto con le comunità più colpite"-ha detto Tedros- Il lavoro delle organizzazioni comunitarie insieme alle autorità sanitarie pubbliche è stato fondamentale".

Ecco alcune delle raccomandazioni in merito, contenute nel documento del Comitato Mpox:

  • Integrare il rilevamento, la prevenzione, la cura e la ricerca del Mpox con i programmi esistenti e innovativi di prevenzione e controllo dell'HIV e delle malattie sessualmente trasmissibili e altri servizi sanitari. 
  • Sostenere e investire nella comunicazione del rischio e nel sostegno e impegno della comunità per le comunità colpite e i gruppi a rischio, anche attraverso le autorità sanitarie e la società civile.
  • Continuare ad attuare interventi per evitare lo stigma e la discriminazione nei confronti di individui o gruppi che potrebbero essere colpiti da Mpox.
  • Continuare a rendere disponibili i vaccini per la prevenzione primaria (pre-esposizione e post-esposizione) per le persone e le comunità ad alto rischio di Mpox.  
  • Sostenere e migliorare l'accesso alla diagnostica, ai vaccini e alle terapie per promuovere l'equità sanitaria globale, in particolare per le comunità più colpite in tutto il mondo, inclusi gay, bisessuali e altri uomini che fanno sesso con uomini, con particolare attenzione a coloro che sono più emarginati all'interno di tali gruppi e nelle risorse -paesi vincolati in cui Mpox è endemico.

Il nodo irrisolto dei paesi a basso reddito

Per contenere ed evitare recrudescenze dell’epidemia sarà fondamentale contenerne la trasmissione in Africa, dove il virus continua a circolare e dove, in alcune aree, era una malattia endemica da ben prima che l’infezione si espandesse in mezzo mondo. In questi paesi -spiega l’OMS- la risposta a Mpox è insufficiente, così come la possibilità di accedere al vaccino, visti gli alti costi dovuti ai diritti di brevetto e la scarsa disponibilità del farmaco, assorbita quasi interamente da Stati Uniti ed Europa occidentale.

Il Comitato –si spiega nel documento- ha espresso preoccupazione per le persistenti lacune nelle conoscenze su Mpox in Africa, per la mancanza di accesso a vaccini, farmaci e test diagnostici, per la ricorrente trasmissione zoonotica, per il fatto che non tutti i paesi stiano ricevendo il sostegno di cui hanno bisogno e che non abbiano strutture o sistemi per rispondere a Mpox, compreso un supporto inadeguato per i gruppi emarginati”. Per questo l’organizzazione Mondiale della Sanità ritiene necessario: Chiamare a raccolta partner e risorse per una strategia sostenuta, guidata dall'OMS, volta a investire nei paesi africani e in altre comunità svantaggiate”. Questi investimenti dovrebbero mirare alla sorveglianza, ai test di laboratorio, alla qualità dei dati, all'accesso a vaccini e terapie, alla comunicazione del rischio e al coinvolgimento della comunità e alla ricerca.

E in Italia?

Anche in Italia la collaborazione tra autorità sanitarie, comunità medica e ONG, avviata fin dalle prime fasi dell’epidemia ha dato i suoi frutti, contribuendo con grande efficacia al contenimento della trasmissione e a contrastare il rischio di nuove narrazioni stigmatizzanti. Community LGBTQ+ e di lotta all’HIV (tra queste la LILA) si sono immediatamente attivate presso i propri gruppi di riferimento per informare sui rischi di trasmissione e su come prevenirli ma anche per sollecitare le istituzioni sanitarie a rendere disponibile, quanto prima, il vaccino preventivo MVA-BN. Dall’agosto del 2022, per chi viene valutato a rischio di infezione, il vaccino è disponibile gratuitamente anche se, purtroppo, in maniera non uniforme sul territorio nazionale. Qui la pagina del Ministero della Salute con tutte le informazioni necessarie  e la mappa dei centri vaccinali

Nei mesi scorsi Ministero della Salute e INMI L. Spallanzani hanno promosso, inoltre, una campagna informativa a cui hanno partecipano LILA, Anlaids, Arcigay, ASA, Circolo Mari Mieli, CICA, CNCA, GAYNET, LILA ONLUS, NPS, PLUS dal titolo: “Non c'è vaccino per il pregiudizio, ma c'è quello per Mpox”.

Leggi anche: 

https://www.salute.gov.it/portale/vaioloScimmie/homeVaioloScimmie.jsp

https://www.lila.it/it/news/1679-mpox-l-epidemia-rallenta-non-abbassare-la-guardia-aggiornamenti

 

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