Le evidenze scientifiche ormai sono incontrovertibili: le persone con l’HIV che seguono correttamente una terapia antiretrovirale e che abbiano una carica virale non rilevabile da almeno sei mesi, non trasmettono il virus ai loro partner o alle loro partner.
Si tratta di una novità dirompente per le politiche di prevenzione dell’HIV e per la lotta alla discriminazioni che colpiscono da decenni le persone con HIV ma ancora non conosciuta a sufficienza. A rilanciarla la dichiarazione condivisa “Undetectable=Untransmittable" (U=U #UequalsU) promossa da Prevention Access Campaign con il sostegno dei ricercatori degli studi più importanti effettuati nel mondo su questo tema e sottoscritta da decine di associazioni tra cui la LILA.
Non rilevabile = non trasmissibile sostiene dunque il documento, che classifica il rischio di contagio, nelle condizioni date (carica virale non rilevabile da almeno 6 mesi) inesistente o insignificante. Per azzerare la carica virale, ossia la presenza di copie del virus HIV nel sangue, è essenziale un’eccellente aderenza alle terapie: si tratta di un risultato terapeutico importantissimo sia perché protegge lo stato di salute delle persone affette da HIV, sia perché previene la diffusione del virus secondo il principio:
“Stay on treatment>stay undetectable>stop transmission” o “TasP”, Therapy as prevention, la terapia ART dunque assume non solo il valore di cura ma anche di prevenzione dell’HIV.
“Ora possiamo affermare con sicurezza che, se si seguono le cure come prescritto e si raggiunge una carica virale non rilevabile per più di sei mesi, la persona in terapia non può trasmettere il virus –dice il dottor Michael Brady, direttore medico della Terrence Higgins Trsust di Londra, tra i firmatari della dichiarazione- con o senza condom il rischio è pari a zero”.
Ribadisce il principio il dottor Carl Dieffenbach, Direttore della Divisione Aids, del National Institute of Health americano: “se una persona inizia la terapia e la prosegue conseguendo una piena soppressione virologica, non potrà più trasmettere l’HIV ad un partner sessuale . Se la Art ha successo –prosegue- la persona non è più infettiva”. “La paura di essere infettati da un/una partner ha alimentato lo stigma nei confronti delle persone con HIV –commenta Matthew Hodson, Direttore esecutivo di NAM- per questo è così importante che il messaggio non rilevabile= non trasmissibile sia ascoltato e compreso” . Tuttavia –sostiene la dichiarazione- la maggior parte delle persone con HIV che seguono una terapia antiretrovirale, i servizi medici e coloro che sono a rischio potenziale di infezione da HIV, non sono consapevoli di quanto il successo dei trattamenti possa essere importante per la prevenzione generale. Secondo “Prevention Access Campaign” questo è dovuto al fatto che gran parte dei messaggi sulla trasmissione dell’HIV sono ancora basati su ricerche datate, influenzati dai vincoli degli enti finanziatori o da politiche che perpetuano una visione del sesso negativa e stigmatizzante rispetto alle persone con HIV.
Va inoltre considerato che molte persone con HIV non si trovano nelle condizioni adatte a raggiungere una carica virale non rilevabile a causa di una serie di fattori che limitano l’accesso ai trattamenti ( ad esempio servizi sanitari inadeguati, povertà, razzismo, stigma, discriminazioni, criminalizzazione, rifiuto) o a causa delle resistenze o tossicità sviluppatesi da precedenti trattamenti ART. Altre persone con HIV possono inoltre avere deciso di non essere curate o non essere pronte ad iniziare le cure. Comprendere invece che il successo della ART previene la trasmissione del virus può aiutare a ridurre lo stigma legato all’HIV ed incoraggiare le persone positive al virus ad iniziare le terapie e ad aderire con successo al regime dei trattamenti. Dalle organizzazioni firmatarie infine un’ultima, importante, indicazione: anche il condom resta uno strumento fondamentale, in quanto previene la trasmissione dell’HIV così come altre malattie sessualmente trasmissibili e le gravidanze indesiderate. La scelta del metodo di prevenzione può essere differente a seconda della vita sessuale di una persona, delle circostanze, delle relazioni. Per esempio se qualcuno sta frequentando più partner sessuali o vive una relazione non monogamica, potrebbe considerare l’uso del condom anche per prevenire altre malattie sessualmente trasmissibili.