Dal 16 al 23 maggio 2022 ricorre l’European Testing Week (ETW), la settimana europea del test, appuntamento promosso due volte l'anno dalla rete Eurotest, volto a far conoscere l’importanza della diagnosi precoce dell’HIV e delle epatiti B e C.
“Test, Treat, Prevent” è lo slogan che riassume il senso di questa iniziativa, che rappresenta una delle più importanti mobilitazioni di salute pubblica al mondo. In ben cinquantatré paesi della regione europea dell’OMS, centinaia di istituzioni sanitarie pubbliche e private, community e ONG uniscono così i propri sforzi per moltiplicare l’offerta di test e per fornire informazioni sulla prevenzione e sulle terapie. Oltre 600 le realtà che si sono mobilitate lo scorso anno, nonostante le restrizioni dovute al COVID e che confermano il loro impegno anche per questa decima edizione dell’ETW.
La LILA, anche quest’anno, parteciperà all’iniziativa rafforzando l’offerta di test per HIV, HCV e sifilide. A Bari e nella provincia, a Cagliari, Como, Milano, a Firenze e in altri centri della provincia, a Livorno, a Torino, a Trento, saranno offerti test rapidi, anonimi e gratuiti presso le sedi LILA e sul territorio per un totale di venti appuntamenti. I servizi di testing della LILA, attivi da diversi anni e per tutto l’anno, prevedono anche colloqui di counselling e d’informazione pre e post test. In caso di esito reattivo, la persona viene sostenuta e accompagnata ai servizi pubblici per i test di conferma ed, eventualmente, per l’accesso alle cure. Il servizio offerto dalla LILA adotta tutte le misure di prevenzione anti-COVID, secondo un protocollo elaborato con la supervisione dello Spallanzani di Roma, proprio per l’erogazione dei test in contesti non sanitari come quelli delle associazioni.
Per chi non abbia la possibilità di eseguire il test con noi nella propria città, o per chi preferisca ricorrere ai test per HIV acquistabili in farmacia, ricordiamo che è attivo il nostro servizio di aiuto a distanza per l’esecuzione dell’autotest , acquistabile in farmacia. Il servizio sarà implementato, dai prossimi giorni, con una pagina informativa dedicata, raggiungibile dal nostro sito. Compilando semplicemente un modulo online, sarà anche possibile ricevere a casa un kit gratuito per eseguire l’autotest, corredato da tutte le informazioni necessarie.
Conoscere per tempo il proprio stato sierologico è fondamentale per preservare la salute di chi abbia contratto uno di questi virus e per limitarne la diffusione. Oggi, infatti, l’epatite C può essere curata ed eliminata, mentre le persone che convivono con l'HIV e/o con l'epatite B, grazie alle terapie disponibili, possono vivere bene e con aspettative di vita simili a quelle della popolazione generale; un ricorso alle terapie tempestivo può limitare di molto, inoltre, i danni provocati da questi virus.
Nel caso dell’HIV, la stragrande maggioranza delle persone che segue con successo le terapie antiretrovirali, raggiunge una carica virale prossimo allo zero. Questo stato clinico permette di mantenere un livello di salute ottimale e di azzerare il rischio di trasmettere il virus ad altre persone. I vantaggi per lo stato di salute di chi ha l’HIV e per la prevenzione generale, sono enormi. Questa evidenza scientifica, riassunta nella sigla U=U (Undetectable= Untransmittable), va spiegata e diffusa perché incoraggia le persone ad effettuare il test e perché può costituire un’importante arma contro lo stigma e i pregiudizi che, da sempre, pesano sulle PLWHIV (People Living with HIV). Le persone con HIV e con carica virale soppressa, dunque, non trasmettono il virus nemmeno in caso di mancato uso del condom nei rapporti sessuali.
La mancanza d’informazione e di consapevolezza, dovuta allo stigma, alla scarsa informazione, ai troppi ostacoli che si frappongono all’esecuzione del test (orari scomodi, richiesta di ricette o prescrizioni, mancanza di riservatezza) contribuiscono a rendere, ancora, l’HIV un rilevante problema di salute pubblica. Secondo stime citate da Eurotest, nella regione Europea OMS vivono circa 2,3 milioni di persone con HIV e, tra queste, almeno una su cinque non sa di aver contratto il virus. E’ il motivo per cui oltre il 50% delle diagnosi avviene tardivamente, (Late Presenter), quando le persone sono già in AIDS o prossime a questa condizione presentandone già sintomi e/o patologie correlate. Il fenomeno delle diagnosi tardive è tanto elevato quanto inaccettabile, vista l’efficacia delle terapie disponibili, in quanto oltre a compromettere lo stato di salute delle persone, prolunga nel tempo la possibilità che si possa, inconsapevolmente, trasmettere il virus ad altre persone. La trasmissione tra persone inconsapevoli rappresenta oggi la principale causa di diffusione del virus.
Per questo, secondo tutte le agenzie internazionali, è fondamentale aumentare e diversificare l’offerta del test coinvolgendo associazioni e community, in grado di agire anche in contesti non sanitari, non burocratici, di offrire counselling e colloqui alla pari, di essere vicini ai target meno raggiungibili. E’ il modello di test “Community Based (CBVCT) ” adottato dalla LILA.
Analogo discorso vale per le epatiti virali, che, se non curate, possono provocare danni fatali costituendo la prima causa di cancro al fegato. La stima è che nella regione europea vivano almeno quattordici milioni di persone con epatite C, delle quali solo una piccola minoranza –il 4,6%- ha ricevuto una diagnosi ed stata curata. Eppure, da diversi anni, sono disponibili dei farmaci in grado di eradicare completamente il virus. Sono stimate in quindici milioni, invece, quelle affette da epatite B. La stima è che almeno il 20-30% di loro, in assenza di trattamento, svilupperà cirrosi, insufficienze epatiche o carcinoma. Per l’epatite B esistono cure non definitive ma molto efficaci e un vaccino preventivo.
Un'altra pressante emergenza di salute pubblica è rappresentata dalle infezioni sessualmente trasmissibili (IST). La stima è di 500mila casi ogni anno nell'UE/EAA, principalmente clamidia, gonorrea e sifilide. Per questo la LILA offrirà anche il test per la sifilide. E’ bene ricordare come, spesso, HIV, IST ed epatiti virali siano infezioni tra loro concomitanti, con vie di trasmissione simili e che favoriscono l’una lo sviluppo dell’altra.
Non a caso, gli obietti ONU 2030 per uno sviluppo sostenibile (SDG), che fanno da cornice a questa grande iniziativa di salute pubblica, prevedono, entro la fine del decennio, la sconfitta di una serie di patologie, tutte prevenibili, e tra queste HIV /AIDS, epatiti virali e IST.
Gli oltre due anni di pandemia da COVID-19 hanno fortemente pesato sull’offerta di diagnosi, cura e prevenzione mettendo a dura prova la tenuta dei servizi sanitari dedicati al contrasto e alla cura delle malattie infettive. Se si vogliono centrare gli obiettivi del millennio, non c’è, dunque, tempo da perdere. ONU e UNAIDS prescrivono che, già per il 2025, i paesi membri raggiungano diversi target e, tra questi, per quanto riguarda l’HIV/AIDS quello riassumibile nella formula “95-95-95”, che prevede di rendere consapevoli del proprio stato sierologico il 95% delle persone con HIV, di garantire almeno ad un 95% di PLWHIV l’accesso alle terapie e che almeno il 95% di chi accede alle cure raggiunga la soppressione della propria carica virale. La TWE può senz'altro contribuire a raggiungere questo target.