1° dicembre, Italia

2012 1dic cuore LILA

Anche in questa Giornata mondiale di lotta contro l'Aids le associazioni saranno al loro posto, come in tutti i giorni dell'anno, dalla parte delle persone che vivono con l'Hiv e di tutti i cittadini che credono che quello alla salute sia un diritto fondamentale e non opzionale. Con iniziative e campagne di comunicazione, preservativi e femidom, informazioni. Il governo ha fatto una campagna, uno spot, ma vorremmo ricordare che ancora oggi in Italia una gran parte delle responsabilità su informazione e prevenzione viene scaricata sulle spalle delle associazioni.

 

Ricordiamo anche che, video a parte, dal governo non è stato fissato alcun appuntamento istituzionale, ed è saltata, a sorpresa, persino la tradizionale conferenza stampa di presentazione dei dati. Che sono usciti solo due giorni prima del 1 dicembre, quando ormai tutti i media avevano fatto approfondimenti (con dati vecchi se non errati), accompagnati solamente da un comunicato stampa. Così praticamente nessuno li ha poi discussi e pubblicati, e ai cittadini è stata sottratta una parte importante di informazione.

Del video possiamo dire che si è trattato dell'ennesimo pasticcio. Sì, il ministero in realtà aveva fatto il video giusto. Due giorni prima del 1° dicembre. Lavorare bene con questi tempi non è facile, per nessuno, né per chi lo fa, né per chi lo promuove, né per chi come la LILA è chiamato a giudicarlo, con competenza. Su quanto accaduto la LILA ha detto la sua (immediatamente, per evitare che il video così come inizialmente era stato pubblicato dal ministero facesse il giro del web), e non è stata nemmeno la prima volta, ora c'è da sperare che in futuro ci sia più attenzione. E che si cominci a dare per scontato che parlare esplicitamente di preservativi e test Hiv è una cosa normale quando si fa prevenzione.

Sul tavolo restano i problemi di sempre, e non sarà un video a cancellarli. Ci vuole molto di più.

Ancora non esistono campagne, ma neppure studi, sulle popolazioni più vulnerabili: i giovani, gli uomini che hanno rapporti omosessuali, le sex worker, i consumatori di droghe. Si preferisce non dire. Mentre indagini più o meno approfondite mostrano la scarsa consapevolezza del valore della prevenzione e di conseguenza la scarsa propensione a proteggersi.

Un dato tangibile anche per la LILA. Lo dimostra il lavoro quotidiano dei tanti volontari dell'associazione, lo documenta il report annuale sulle attività dei centralini informativi. Che raccontano anche molto sui danni prodotti da discriminazione e stigma. Se ne parla davvero poco, si fa finta che non esistano, ma per le persone che vivono con l'Hiv la percezione è ben diversa: limiti irrazionali nell'accesso al mondo del lavoro, paure infondate che ancora resistono provocando difficoltà di relazione, violazioni della privacy in nome di una malintesa prevenzione, persino andare in vacanza può essere un problema.

Anche su una popolazione chiave come le donne non si agisce, si lascia che le infezioni aumentino, che si scoprano solo in gravidanza, quando va bene. Ancora una volta tocca alle associazioni, perciò abbiamo lanciato il Progetto Donna, che vive di donazioni e del sostegno di tantissime persone del mondo della musica e dello spettacolo che come e con noi chiedono che finalmente si faccia qualcosa.

La cattiva informazione cala dall'alto e finisce nei giornali, nelle televisioni, nel web, con buona pace di lettori, telespettatori, navigatori, insomma cittadini. Eppure i media sono un luogo strategico nella lotta contro Hiv e Aids. Sono compagni di strada, questo pensa la LILA, perciò ha pubblicato anche una breve guida per chi nei media tratta di Hiv/Aids. Perché anche il linguaggio è importante e strategico.

Infine. In Italia i preservativi costano un euro l'uno. Per tutti, anche per i ragazzini. Un preservativo costa all'ingrosso pochissimi centesimi, è giusto che si sappia. E' tornato il momento di chiedere che venga almeno tolta l'iva su un presidio sanitario di tale importanza, non solo per l'Hiv. E che finalmente si promuova seriamente il femidom, il preservativo femminile.

Ultimamente è frequente giustificare certe mancanze con la crisi economica, come se questa per le associazioni non esistesse (a margine va ricordato che la LILA è l'unica associazione nazionale che vive esclusivamente di donazioni e non accetta contributi dalle case farmaceutiche). Certo, la prevenzione costa, per tutti, ma ormai dovrebbe essere chiaro che una buona politica preventiva e di informazione, in grado di limitare le infezioni, sarebbe un buon modo per risparmiare, oltre che sofferenze, soldi altrimenti spesi in terapie e cure per Hiv e patologie opportunistiche. La prevenzione non è un costo: è un investimento per il futuro.

Pin It