ECDC ha divulgato lo scorso febbraio, in occasione della conferenza HepHIV 2017 svoltasi a Malta, il report 2016 sull’applicazione della Dublin Declaration, un documento che, con cadenza biennale, monitora l’applicazione della stessa Convenzione e fa il punto sui progressi compiuti nel contrasto all’HIV/AIDS nei trentuno paesi dell’Unione europea e della SEE (Spazio Economico Europeo).
Il rapporto è articolato in diverse sezioni: uno “Special report” dal titolo “The status of the HIV response in the European Union/European Economic Area, 2016”, contenete una panoramica della situazione generale in Europa, dei temi emergenti e delle risposte in atto, e cinque report tematici: “Continuum of HIV care”, “HIV and treatment”, “HIV testing”, “HIV and migrants”, “HIV and men who have sex with men”. A completare il rapporto, un compendio, un evidence brief, sulla PrEP: “Pre-exposure prophylaxis for HIV in Europe”.Base importante del documento è l’ampio questionario somministrato lo scorso anno da ECDC sull’applicazione della dichiarazione di Dublino. La struttura del questionario è stata riorganizzata in modo da evidenziare le strategie dei vari paesi su alcuni aspetti centrali del contrasto al virus: prevenzione, test, trattamenti terapeutici, mantenimento in cura, informazioni strategiche.
Da alcuni anni ormai, sono stati pubblicati studi che collegano l’omofobia e la mancanza di tutele legali nei confronti delle persone LGBT con un più alto rischio di contagio da HIV.
Abbiamo seguito con apprensione e indignazione la vicenda dell’arresto a Mosca dell’amico Yuri Guaiana, attivista dell’associazione radicale “Certi Diritti”, da sempre impegnato nella battaglia contro l’omofobia e la transfobia e per i diritti delle persone Lgbt. Yuri, dopo l’intervento delle autorità italiane, è stato liberato ed ora ne salutiamo con calore il rientro in Italia. In libertà sono tornati anche altri quattro attivisti locali.
Contrastare il forte incremento delle malattie sessualmente trasmissibili (MST) tra i più giovani, abbassare il costo dei preservativi, introdurre nelle scuole e nelle università percorsi educativi sull’uso della contraccezione e della prevenzione per una sessualità consapevole: sono gli obiettivi di un disegno di legge appena presentato al Senato e che vede come prima firmataria la senatrice Donella Mattesini della commissione Sanità e capogruppo Pd in commissione bicamerale Infanzia e Adolescenza.
La giornata nazionale per la salute della donna del 22 aprile, indetta dal ministero della Salute, è un’occasione da non perdere per ribadire l’urgenza e la necessità di politiche molto più incisive, da parte delle istituzioni, per la prevenzione dell’HIV/AIDS nella popolazione femminile e per il diritto alla salute delle donne che vivono con l’HIV. In particolare è necessario che i servizi territoriali che si occupano della salute delle donne (consultori, servizi per la maternità ecc) siano messi in condizione di fornire informazioni e continuità d’assistenza, anche su tutti gli aspetti riguardanti la prevenzione e il trattamento dell’HIV/AIDS; Allo stesso modo, è necessario che i servizi per l’HIV/AIDS elaborino specifici percorsi per il coinvolgimento delle donne che vivono con l’HIV e per garantire risposte adeguate alle loro esigenze di salute, in tutte le fasi della vita.
Lo sviluppo di interventi centrati sulle donne con HIV è fondamentale per garantirne il diritto alla salute e per vivere con consapevolezza sessualità e maternità, come sostengono anche le nuove linee guida elaborate dall’OMS per la salute sessuale e riproduttiva e per i diritti delle donne con HIV.. Come in molti altri paesi, anche in Italia troppe donne continuano a vivere in condizioni subalterna la propria sessualità, così come le scelte che riguardano la maternità o l’aborto. L’HIV/AIDS rende questi aspetti ancora più problematici. “L’Hiv non solo è favorito dalla disparità tra i sessi –afferma l’OMS- ma contribuisce ad aggravarla rendendo le donne più vulnerabili all’impatto dell’infezione sulle loro vite”.
La salute e i diritti delle donne con Hiv sono il tema di una nuova e ampia pubblicazione dell’OMS dal titolo “Consolidated guideline on sexual and reproductive health and rights of women living with HIV” .
Le linee guida per la SRHR, la salute sessuale e riproduttiva e i diritti delle donne che vivono con l’HIV, rispondono all’esigenza, giunta da organizzazioni, istituzioni, singole persone, di raccogliere in un unico strumento, le specifiche e consolidate raccomandazioni esistenti per le donne con HIV, le nuove indicazioni e le dichiarazioni di buone pratiche. L’OMS prevede un aggiornamento della guida tra cinque anni, anche attraverso ricerche e studi che potranno intervenire durante l’implementazione delle stesse raccomandazioni.
Il ministero della Salute ha ridefinito le regole per l’importazione e l’acquisto di farmaci per uso personale registrati all’estero, fenomeno esploso in particolare per i trattamenti anti-HCV, allentando alcuni dei vincoli previsti da un decreto ministeriale del 1997 (dM 11/02/97). Le nuove indicazioni sono contenute in una circolare emanata lo scorso 23 marzo che chiarisce in quali casi si possa configurare “la mancanza di una valida alternativa terapeutica” e, quindi, derogare al più generale divieto di importare e commercializzare in Italia, farmaci privi di autorizzazione dell’ AIFA o di altre autorizzazioni comunitarie.
“Un decreto pericoloso, inefficace, contrario a qualsiasi principio di solidarietà sociale, lesivo dei diritti dei cittadini più deboli, che criminalizza gli ultimi invece di sostenerli. Il Parlamento lo respinga”: è quanto sostiene e chiede l’appello, promosso da una gruppo di organizzazioni e di cittadini, contro il cosiddetto decreto Minniti dello scorso febbraio, recante disposizioni urgenti in materia di sicurezza delle città. Tra i Promotori anche la LILA che rilancia a tutti e a tutte l’invito a sottoscriverlo e a diffonderlo
La battaglia per la cura e l’eradicazione dell’epatite C in Italia, segna una svolta. L’AIFA , agenzia italiana per il farmaco, ha comunicato nei giorni scorsi la ridefinizione dei criteri di trattamento per le persone affette dall’HCV ampliando l’ accesso alle rivoluzionarie terapie in grado di eradicare definitivamente il virus. I criteri per l’accesso salgono da 7 a 11 con l’obiettivo di curare almeno 240mila persone nel prossimo triennio. Prima dell’adozione formale, lo stesso direttore generale dell’AIFA, Mario Melazzini, ha illustrato la nuova impostazione alle associazioni di pazienti e attivisti e tra queste la LILA.
“Elaborati nell’ambito del piano di eradicazione dell’infezione da HCV in Italia, i nuovi criteri –afferma AIFA- consentiranno di trattare tutti i pazienti per i quali è indicata e appropriata la terapia”. La volontà dichiarata sembra dunque quella di voler finalmente superare il regime di limitazioni imposto per l’accesso ai nuovi farmaci anti-HCV, disponibili da qualche anno. Tali limitazioni, come denunciato anche dalla LILA su queste pagine con l’inchiesta “il farmaco negato”, hanno rappresentato, fino ad ora, un gravissimo vulnus per il diritto alla salute di centinaia di migliaia di cittadini e cittadine, alimentando il drammatico fenomeno dei viaggi della speranza all’estero. In un’intervista rilasciata lo scorso venerdì 10 marzo, ad Unomattina su Rai 1, Melazzini ha ulteriormente precisato: “Il piano di eradicazione riguarda tutti i pazienti. Il governo lo ha voluto stanziando 500 milioni di euro per tre anni con l’obiettivo di trattare 80mila persone l’anno. Il cittadino –ha proseguito Melazzini- adesso sa con certezza che, secondo le indicazioni dello specialista curante, riceverà il trattamento”.
Le evidenze scientifiche ormai sono incontrovertibili: le persone con l’HIV che seguono correttamente una terapia antiretrovirale e che abbiano una carica virale non rilevabile da almeno sei mesi, non trasmettono il virus ai loro partner o alle loro partner.
Si tratta di una novità dirompente per le politiche di prevenzione dell’HIV e per la lotta alla discriminazioni che colpiscono da decenni le persone con HIV ma ancora non conosciuta a sufficienza. A rilanciarla la dichiarazione condivisa “Undetectable=Untransmittable" (U=U #UequalsU) promossa da Prevention Access Campaign con il sostegno dei ricercatori degli studi più importanti effettuati nel mondo su questo tema e sottoscritta da decine di associazioni tra cui la LILA.
Il Coordinamento nazionale delle Associazioni dei Malati Cronici-Cittadinanzattiva lancia “Segui la vita”, una web-serie dedicata alla vita di 5 cittadine/i alle prese con una patologia cronica.
Dal 6 marzo sul canale youtube http://bit.ly/seguilavita in onda la prima puntata.
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