Nessuna svolta antiproibizionista, nessuna rottura con il trentennio funesto della “war on drugs” ma cresce lo schieramento dei paesi propenso a voltare pagina nella gestione delle politiche sulle droghe: è la sintesi di quanto emerso nei due appuntamenti ONU svoltisi a Vienna nel Marzo scorso.
“Lo stigma ci uccide, lo stigma crea un’emergenza di salute pubblica e U=U rappresenta uno strumento immediato ed efficace per iniziare a demolirlo completamente”. Sono le parole pronunciate dalla dottoressa Carrie Foote nell’ultima giornata di CROI 2019, la XXVI Conferenza internazionale sui Retrovirus e le infezioni opportunistiche svoltasi a Seattle, negli Stati Uniti, dal 4 al 7 marzo scorsi. Un intervento quello di Foote, docente di sociologia presso l'Indiana University, attivista con HIV e tra le fondatrici della campagna U=U, che ha chiuso i lavori della Conferenza all’insegna della grande, e ancora poco celebrata, rivoluzione che sta cambiando la storia dell’infezione.
Nel gennaio del 2017, dopo anni di attesa, la Riduzione del danno (RdD) è entrata a far parte dei LEA, i Livelli Essenziali di Assistenza (DPCM del 12 gennaio 2017 pubblicato in G.U. Serie Generale, n. 65 del 18 marzo 2017).
Si è trattato di una buona notizia: la RdD è quella politica e quel sistema di intervento che consente di limitare potenziali rischi e danni correlati al consumo di droghe, e permette così di promuovere e tutelare la salute e il benessere di chi sceglie di usare sostanze e, insieme, la società tutta. Un approccio vincente, adottato in tutta Europa e in molti paesi del mondo.
La Tubercolosi è la malattia infettiva che causa più vittime nel mondo; nel solo 2017 ha colpito circa dieci milioni di persone provocando un milione e 600mila decessi, al ritmo di 4.500 morti al giorno. La TBC è anche la principale causa di morte tra le persone che vivono con l'HIV: 300mila nel 2017, circa un terzo di tutti i decessi correlati all’AIDS.
Grazie alle terapie Antiretrovirali (ART), alla loro crescente efficacia e tollerabilità, ai protocolli di trattamento in vigore, le donne con HIV, nei paesi a welfare avanzato, possono oggi vivere la propria maternità in condizioni di grande sicurezza e in modo più naturale rispetto al passato.
Dalla Ministra della Salute Giulia Grillo giungono aperture importanti alla possibilità per i minorenni di eseguire i test per l’HIV e per altre IST (Infezioni sessualmente trasmissibili) senza il consenso dei genitori o del tutore legale. Sentito il parere della Garante per l’Infanzia e l’adolescenza, Grillo ha annunciato in una nota la preparazione di un provvedimento ad hoc per rimuovere una tra le barriere più intollerabili e pericolose per quanto riguarda la diagnosi precoce dell’infezione.
Nei cinquantatré stati dell’ampia regione Europea definita dall’OMS, l'Organizzazione mondiale della Sanità (WHO) vivono 920 milioni di persone, circa un settimo della popolazione mondiale. Tra queste, solo il 10%, dunque una su dieci (92 milioni circa), è migrante o rifugiata, una percentuale che rappresenta il 35% di tutta la popolazione migrante del mondo, stimata in 258 milioni di persone.
Si aprono prospettive importanti per la riduzione nel corpo umano di quel serbatoio latente di virus HIV, finora non raggiungibile e, quindi, non attaccabile dalle terapie Antiretrovirali, quella riserva di virus, cioè, che impedisce, ad oggi, la completa eradicazione dell’infezione.
Lo scorso 4 febbraio è scomparso, in un terribile incidente stradale nei pressi di Roma, il professor Andrea De Luca, infettivologo e docente presso il dipartimento di Biotecnologie mediche dell’Università di Siena, responsabile dell’unità operativa complessa di Malattie infettive del policlinico senese. Nato a Chieti nel 1964, De Luca era un professionista di prim’ordine e uno studioso di fama internazionale, tra i più impegnati nella ricerca e il trattamento dell’HIV/AIDS.
Boom di richieste d’accesso in Inghilterra al Trial Pratic Impact sulla PrEP (HIV Pre-exposure Prophylaxis), la Profilassi pre-Esposizione, il nuovo programma triennale di sperimentazione della pillola preventiva dell’HIV, che dovrà poi fornire la base per l’erogazione del trattamento, in modo stabile, da parte del sistema sanitario inglese (NHS England).
Ǫuattordici miliardi di dollari nei prossimi tre anni per salvare sedici milioni di vite, dimezzare il tasso di mortalità da HIV, tubercolosi e malaria e rendere più forti i sistemi sanitari dei paesi beneficiari: sono gli obiettivi del Global Fund, annunciati lo scorso 11 gennaio a Parigi. La dichiarazione in vista della sesta conferenza di rifinanziamento triennale del fondo che si terrà, proprio in Francia, a Lione il 10 ottobre 2019.
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