L’efficacia della PrEP, la Profilassi Pre-Esposizione con l’impiego di farmaci ART (Truvada, tenofovir/emtricitabina) è ormai ampiamente riconosciuta dalla comunità scientifica come un metodo sicuro ed efficace per la prevenzione primaria dell’HIV in persone sieronegative a elevato rischio d’infezione e tutte le agenzie internazionali ne raccomandano una rapida implementazione.
La fruizione e l’accesso al test per l’HIV continuano a essere fortemente ostacolate da troppe barriere di ordine amministrativo, culturale, economico, in Italia come in altri paesi del mondo. Tali ostacoli sono, ovviamente, diversi da paese a paese rispecchiando sia le differenti modalità di offerta da parte dei servizi sanitari nazionali, sia le differenti criticità socio-culturali. Tuttavia uno studio condotto da un gruppo di ricercatori coordinati da Brandon Brown, professore associato di medicina sociale, popolazione e sanità pubblica presso la Riverside's School of Medicine, Università della California, fornisce spunti interessanti per una riflessione generale, anche sul nostro paese.
Amsterdam 2018, per U=U una svolta globale. PARTNER 2: 77mila rapporti non protetti e zero infezioni
L’efficacia della PrEP (profilassi pre-esposizione) e l’urgenza di garantirne l’accesso, la necessità di combattere ogni discriminazione legata all’HIV ma, soprattutto, le nuove evidenze a sostegno del principio U=U ovvero Undetctable= Untrasmittable: sono i grandi temi che hanno caratterizzato la XXII conferenza Internazionale sull’AIDS svoltasi ad Amsterdam tra il 23 e il 27 luglio 2018. Soprattutto su quest’ultimo punto la conferenza di Amsterdam sembra davvero aver segnato una svolta alla quale hanno concorso sia la campagna internazionale U=U, promossa da Prevention Access Campaign, alla quale aderisce anche la LILA, sia gli ultimi studi presentati. Il principio secondo il quale le persone con HIV, che abbiano una carica virale non rilevabile, non trasmettono il virus è ormai patrimonio della comunità scientifica mondiale, dei movimenti degli attivisti di tutto il mondo, di un numero crescente di istituzioni a partire dalla più prestigiosa: lo statunitense CDC, centro per la prevenzione e il controllo delle malattie di Atlanta. Per rafforzare l’importanza rivoluzionaria di questa evidenza scientifica, Prevention Acess ha realizzato, proprio in occasione di Amsterdam 2108, un bellissimo video sul tema U=U.
In diversi paesi del mondo –secondo dai dell’OMS- la popolazione con HIV che presenta fenomeni di farmacoresistenza, ha raggiunto livelli preoccupanti. In Italia la situazione è, fortunatamente, ben diversa ma questo non può e non deve indurre a dimenticare le particolari esigenze di salute della popolazione con HIV aventi ridotte opzioni di trattamenti ART. La professoressa Antonella Castagna, responsabile malattie infettive del San Raffaele di Milano, che si occupa da tempo della ricerca su questi aspetti, nonché della cura e dell’assistenza a questa fascia di popolazione, ha fatto il punto della situazione durante i lavori di ICAR, sia nelle sessioni scientifiche, sia in occasione del simposio di Nadir . “Are italian multi-class resistent patients becoming a neglected population?”, ossia: “I pazienti italiani multi-resistenti rischiano di essere un gruppo di popolazione dimenticato?” Questo il titolo della sua relazione ma anche una domanda alla quale già si possono dare delle importanti risposte.
L’approccio proibizionista e securitario continua condizionare pesantemente le politiche sulle droghe. Lo si evince dai dati del nono libro bianco sulle droghe promosso da Società della Ragione insieme a Forum Droghe, Antigone, CGIL, CNCA, Associazione Luca Coscioni e con l’adesione di A Buon Diritto, Arci, Comunità di San Benedetto al Porto, Funzione Pubblica CGIL, Gruppo Abele, ITARDD, LegaCoopSociali, LILA. Il rapporto è stato presentato lo scorso 26 giugno, in occasione della Giornata internazionale contro l’abuso di droghe e il narcotraffico, nell’ambito della campagna internazionale “Support. Don’t punish”, volta a combattere la criminalizzazione delle persone che usano sostanze illegali. Il rapporto, da quasi un decennio, si caratterizza come l’analisi indipendente più completa e approfondita sugli effetti della legislazione italiana rispetto al sistema penale, ai servizi, all’intera società.
In occasione dei recenti lavori di ICAR, il Professor Massimo Galli, presidente della SIMIT (Società Italiana Malattie Infettive e Tropicali), e direttore malattie infettive dell'ospedale Luigi Sacco di MIlano, è tornato a sollecitare la necessità di implementare quanto prima il PNAIDS, il Piano Nazionale Aids, elaborato dal miinistero della Salute nel corso del 2016 e approvato lo scorso ottobre 2017 anche dalla Conferenza Sato-Regioni. Ne abbiamo parlato in questa intervista in cui ribadisce anche la validità della TasP e la necessità di avviare, anche nel nostro paese, una sperimentazione della PrEP.
Nel corso dei lavori di ICAR 2018 La LILA ha presentato tre relazioni. Di seguito ne riportiamo una breve sintesi.
Numeri e temi rilevanti anche quest’anno per l’appuntamento con ICAR,the Italian Conference on AIDS and Antiviral Research, che si è tenuta all’Ergife palace di Roma dal 22 al 24 maggio 2018, sotto l’egida della SIMIT, Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali e con il patrocinio di tutte le maggiori società scientifiche di infettivologia e virologia. Oltre mille i partecipanti tra ricercatori, infettivologi, medici di vari altri settori coinvolti nell’assistenza e cura dell’infezione da HIV, studenti e una vasta rappresentanza di associazioni e community.
La transessualità non può più essere considerata una malattia mentale. Lo ha finalmente riconosciuto l’Organizzazione Mondiale della Sanità che, lo scorso 18 giugno, ha pubblicato la sua nuova classificazione internazionale delle malattie, l’ ICD-11 (international classification of deseases) depennando la “gender incongruence “ dal novero dei disturbi psichiatrici.
La vicenda dell’uomo di Ancona che avrebbe consapevolmente trasmesso il virus alla compagna e ad altre decine di persone ripropone, ancora una volta, il tema del linguaggio e dei messaggi utilizzati da alcuni organi di stampa nella trattazione di storie che coinvolgono persone con HIV.
Per la prima volta la “Testing week”, con l’offerta di test per l’HIV e per le epatiti, si svolgerà anche in primavera, dal 18 al 25 maggio, completando la tradizionale settimana di mobilitazione autunnale. All’iniziativa, promossa da “HIV in Europe”, aderiscono quasi 600 realtà, associative e istituzionali, in quarantasette paesi della regione europea (così come disegnata dall’OMS). La settimana del test costituisce, sin dal 2013, una delle più vaste e importanti mobilitazioni internazionali a tutela della salute pubblica il cui slogan “Test, Treat, Prevent” (Test-Terapie-Prevenzione), riassume le tre azioni fondamentali per contenere e sconfiggere queste infezioni.
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