Egregio Direttore e responsabile di redazione.
Siamo un gruppo di associazioni impegnate da anni nel contrasto all’HIV, nella promozione della salute sessuale delle persone, nella prevenzione, per i diritti di tutt*, contro ogni stigma e pregiudizio.
Prendiamo parola attraverso questo canale, e dopo un po' di tempo, per esprimere alcune considerazioni sul racconto di un fatto di cronaca molto grave, di cui la stampa nazionale ha dato notizia un mese fa, agli inizi di agosto. La vicenda è quella di padre Melis, sacerdote arrestato a Genova con l’imputazione di abusi su minori. Le accuse mosse dalla Procura sono indiscutibilmente gravissime e meritano tutta l'attenzione che autorità giudiziarie e media hanno dedicato alla vicenda.
E noi, come tutti, auspichiamo che venga fatta piena luce sui fatti, che si accertino le responsabilità e che sia resa giustizia alle vittime.
Detto ciò, vorremmo portare nuovamente alla vostra attenzione un problema che continua a ripresentarsi: la scorrettezza del linguaggio e dei contenuti con cui viene trattato il tema HIV in relazione a fatti di cronaca. Purtroppo, assistiamo ancora una volta alla diffusione di informazioni imprecise, ambigue e a volte perfino scientificamente errate e fortemente stigmatizzanti nei confronti di tutte le persone con HIV. Questo fenomeno, che si verifica in un cortocircuito comunicativo tra autorità giudiziarie e vari organi d'informazione, rischia di avere ripercussioni negative sul rispetto dei diritti umani e della salute pubblica.
Padre Melis, ci racconta infatti la cronaca, è una persona che vive con HIV: lo ha detto lui stesso agli inquirenti spiegando la funzione dei farmaci trovati nella sua abitazione. Questa informazione è diventata immediatamente un titolo sensazionalistico, in molti casi un brutto titolo, cioè sbagliato.
È indubbio che esporre consapevolmente altre persone al rischio di contrarre l'HIV possa configurarsi come una condotta penalmente rilevante che la magistratura ha il dovere di approfondire. Tuttavia, chi oggi opera nel campo dell'informazione, non può ignorare il fatto che le persone con HIV in terapia antiretrovirale efficace, sopprimono la carica virale e pertanto non trasmettono il virus. Questa evidenza scientifica è confermata da oltre un decennio ed è nota a livello internazionale con la sigla U=U, ovvero Undetectable equals Untrasmittable. Significa che se la carica virale di una persona con HIV non è rilevabile grazie alle terapie, il virus non è trasmissibile a livello sessuale.
In casi come quello che vede coinvolto il sacerdote Andrea Melis, lo stato di non infettività di una persona accusata di aver consapevolmente trasmesso l'HIV dovrebbe essere la prima condizione da accertare. Tuttavia, a prescindere dall’esito di questi accertamenti, l’ordinanza della giudice per le indagini preliminari, riportata testualmente da molti quotidiani, parla di “pericolosità sociale” delle persone con HIV e addirittura stigmatizza questa condizione più duramente di quanto faccia col presunto reato di pedofilia e di abuso sui minori. Un fatto gravissimo e oggi non più accettabile. Non è accettabile perché replica e rafforza lo stigma sulle persone con HIV (tutte!) e perché diffonde un allarme ingiustificato, distogliendo l’attenzione dalle questioni più importanti, in questo caso dalla condotta di un adulto, accusato di adescare minorenni. Il nostro auspicio è poter contribuire a una trattazione più accurata e corretta del tema HIV, che rispetti la dignità delle persone coinvolte e promuova una maggiore consapevolezza nella società. Per questo ci rendiamo disponibili per qualsiasi incontro, contatto o iniziativa che possa esservi utile.
Da diversi anni proponiamo incontri di formazione e confronto con i giornalisti, validi per i crediti formativi, in collaborazione con gli ordini regionali. In questo momento, è in corso un progetto promosso dal Ministero della Salute per l’aggiornamento dei professionisti dell’informazione dal titolo: “Formare cHI V’informa”. Coordinato dall’Università di Pisa, in collaborazione con diverse associazioni firmatarie di questa lettera, il progetto prevede cinque incontri in altrettante regioni, su tutti gli aspetti dell’HIV/AIDS e un focus particolare sul tema U=U.
Nei prossimi mesi sono previsti gli ultimi due appuntamenti sui quali sarà nostra cura aggiornarvi, nella speranza che possano interessare i vostri redattori. Il primo si svolgerà a Venezia-Mestre in ottobre, il secondo a Roma a novembre, presso il Ministero della Salute. Saremmo lieti, in tali occasioni, di poter incontrare i giornalisti delle principali testate nazionali, e magari discutere, nel reciproco ascolto, di questo e di altri casi simili. Così come saremo sempre disponibili, in ogni occasione, ad affrontare con la cura richiesta questi temi.
Con la speranza di avervi fornito spunti di riflessione, ci è lieta l’occasione di porgervi i nostri migliori saluti
Qui alcuni link e risorse:
- Informare sull’HIV/AIDS – guida per il mondo del giornalismo e della comunicazione
- Campagna U=U: Impossibile Sbagliare
Aderiscono a questa lettera le seguenti Associazioni: LILA Onlus - Lega Italiana per la Lotta contro l'AIDS, Anlaids - Associazione Nazionale per la lotta contro l'AIDS, Arcigay - Associazione LGBTQIA+ Italiana, Arcobaleno AIDS, ASA - Associazione Solidarietà AIDS, CICA - Coordinamento italiano delle Case Alloggio per persone con HIV/AIDS, CNCA - Coordinamento Nazionale Comunità Accoglienti, Circolo di Cultura Omosessuale "Mario Mieli", Associazione Nadir, NPS - Network Persone Sieropositive, Plus - Persone LGBT+ Sieropositive, Fondazione Villa Maraini.