Il prossimo 21 luglio l’iniziativa internazionale “Prevention Access Campaign” (PAC), che ha diffuso nel mondo il rivoluzionario messaggio U=U, compirà cinque anni. Per celebrare la ricorrenza, fare un bilancio di quanto fatto finora e della strada che ancora c’è da fare è prevista, alle 21 ore italiane, una diretta Facebook e Youtube promossa da PAC dal Titolo: “Happy Birthday U=U, cinque anni di vita e d’amore senza la paura di trasmettere l’HIV”.
Si tratta di data importantissima per tutta la comunità globale delle persone con HIV, per la prevenzione del virus, per il diritto alla salute, per la scienza con le sue inconfutabili evidenze e per contrastare lo stigma e le discriminazioni che ancora gravano sulle persone con HIV. U=U è la sigla di Undetectable equals Untrasmittable, Non rilevabile uguale Non trasmissibile, il principio secondo il quale, se il virus dell’HIV non è rilevabile nel sangue, non può nemmeno essere sessualmente trasmesso. Tale condizione clinica può essere raggiunta dalla quasi totalità di chi, avendo contratto l’HIV, assuma una terapia antiretrovirale regolarmente e secondo le prescrizioni mediche. Coloro che raggiungono lo stadio di una carica virabile non rilevabile, ossia stabilmente sotto la soglia delle 200 copie/ml, possono, dunque, avere una vita sessuale piena e soddisfacente, anche senza l’uso del profilattico, avere figli in modo naturale e godere di uno stato di salute ottimale. Tale condizione è, inoltre, fondamentale anche dal punto di vista della prevenzione perché permettere di interrompere la catena dell’infezione. Prima si comincia la terapia, meglio si può preservare l’organismo dai danni che l’HIV provoca, se non trattato, evitandone nel frattempo l’inconsapevole trasmissione ad altre persone. Per questo, Prevention Access Campaign si batte da sempre per un accesso gratuito e universale ai trattamenti, considerandolo un’arma fondamentale per la sconfitta del virus.
Tale evidenza scientifica fu diffusa nel mondo proprio cinque anni fa grazie a Prevention Access Campaign, rete internazionale nata dall’impulso di Bruce Richman, affiancato da altri attivisti e community statunitensi, alla quale aderì, fin da subito, anche la LILA. A sostenerne l’azione furono le ampie e lunghe ricerche che avevano provato in modo inconfutabile la fondatezza scientifica di U=U. Tra questi gli studi PARTNER 1 e 2 e lo studio HPTN 052. Il 21 luglio del 2016, PAC diffondeva, dunque, il primo Consensus Statement redatto con esperti globali, in cui si proclamava l’evidenza scientifica di tale principio. La dichiarazione è stata poi diffusa e fatta propria in tutto il mondo da ben 1025 organizzazioni e community attive sulla risposta all’HIV/AIDS, dalle istituzioni sanitarie pubbliche di molti paesi, da associazioni e comunità scientifiche, da UNAIDS e dall’OMS.
Ancora oggi tale evidenza scientifica fatica a farsi strada e molte istituzioni sono restie a riconoscerne il valore perpetuando atteggiamenti punitivi e discriminatori verso le persone con HIV e la loro sessualità. In Italia il primo Consensus Statement su U=U risale al 28 gennaio 2020, promosso da SIMIT, ICAR, Anlaids, Arci Gay, Asa Onlus, CNCA, LILA, Mario Mieli, Nadir, Nps Italia Onlus, PLUS Onlus, Comitato tecnico Sanitario, sezioni L e M. Nel documento, per la prima volta, le istituzioni scientifiche italiane hanno riconosciuto ufficialmente il principio secondo il quale le persone con HIV, in trattamento ART e con stabile soppressione virologica, non trasmettono l’HIV.
La LILA, con altre community e ONG italiane si battono da oltre un decennio affinché gli studi e le informazioni in materia vengano approfonditi e moltiplicati. Risale, infatti, al 2008 la prima dichiarazione scientifica ufficiale sulla TasP, acronimo di Treatment as Prevention, terapia come prevenzione, concetto del tutto simile a quello di U=U. A formularla fu la Commissione Federale svizzera per le questioni inerenti l'AIDS (CFPA) con un documento intitolato: “Le persone affette da HIV che non presentano altre malattie sessualmente trasmissibili e seguono una terapia antiretrovirale efficace non trasmettono il virus tramite i rapporti sessuali”. Nel giugno del 2009 la LILA e NADIR Onlus, pubblicavano insieme la prima position paper italiana sulla TasP. Nel 2016, la LILA realizzava a “Noi Possiamo”, la prima campagna informativa italiana sulla TasP/U=U e, anche, la prima in Italia ad aderire alle iniziative lanciate allora in tutto il mondo da Prevention Access Campaign. Continua, invece a brillare l’assenza di qualsiasi campagna informativa pubblica su questo argomento.
“E’ ora che anche la politica e la autorità sanitarie si prendano le loro responsabilità –dice Massimo Oldrini, Presidente Nazionale LILA- Se davvero si vuole sconfiggere il virus e proteggere la salute delle persone è fondamentale incoraggiarle a fare il test e ad iniziare le terapie prima possibile. Occorre dire a gran voce –ha proseguito Oldrini- che le persone con HIV e carica virale soppressa possono fare sesso senza il rischio di trasmettere il virus ad altre persone, fare figli, avere prospettive di vita simili a quelle della popolazione generale. U=U può aiutare le persone ad avere meno paura e meno pregiudizi.”
U=U sta cambiando la vita di milioni di persone con HIV ma non basta: sono ancora troppe nel mondo le persone che non hanno accesso alle terapie, almeno dodici milioni secondo UNAIDS “e questo, a trent’anni dall’arrivo delle terapie antiretrovirali –ha concluso Oldrini- non è più accettabile né da punto di vista dei diritti umani né dal punto di vista della salute pubblica”
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