Realizzato da: LILA Milano, in collaborazione con Centro San Luigi - Ospedale San Raffaele.
Finanziato da: Gilead - Community Award Program
Periodo: ottobre 2013 - settembre 2014
399 test salivari eseguiti su key populations; 7 persone risultate preliminarmente positive - 5 dichiaratesi gay e 2 che usano sostanze per via iniettiva- e la conferma del gradimento dell'offerta del test in luoghi non convenzionali: sono i principali risultati di "Detect HIV", sperimentazione di screening fuori dai contesti sanitari condotta dalla Lila Milano.
Portare il test fuori dalle strutture ospedaliere e offrirlo direttamente alle popolazioni a maggiore vulnerabilità attraverso il supporto delle associazioni: si tratta di una strategia vincente contro il fenomeno dei late presenters a giudicare dai risultati ottenuti da "DETECT-HIV – Sperimentazione di interventi mirati per accompagnare al test per l'HIV soggetti appartenenti ai gruppi a più alto rischio di infezione", realizzato dalla Lila Milano tra ottobre 2013 e settembre 2014 nell'area metropolitana milanese. Le associazioni che hanno collaborato, scelte in base al lavoro con le key populations, sono state: Cad Milano e Progetto Arca Onlus che gestiscono servizi per persone che consumano sostanze per via iniettiva, Opera San Francesco che gestisce servizi per migranti, C.I.G. Arcigay Milano e ASA (Ass. Solidarietà Aids) Milano.
Una percentuale elevata tra coloro che si sono sottoposti al test (36%) ha affermato di non averlo mai fatto, mentre solo il 41% ha dichiarato di aver utilizzato il condom nell'ultimo rapporto penetrativo. Durante il counseling molti hanno spiegato di non aver mai trovato il "momento giusto" o la sufficiente motivazione per recarsi presso un centro screening. Per queste persone, l'opportunità di fare il test nel luogo frequentato abitualmente è stata determinante per compiere questo passo.
Delle 399 persone che hanno eseguito lo screening salivare, 7 (il 2,1 % del totale) sono risultate preliminarmente positive al test. Di queste, 2 non avevano mai effettuato il test in precedenza, 5 si sono poi recate in una struttura ospedaliera per la prova ematica di conferma.
Delle 7 persone risultate preliminarmente positive al test, 5 sono uomini che si sono dichiarati gay (3 italiani e 2 stranieri) e due sono utenti dei servizi per le dipendenze – una ragazza e un ragazzo. La più alta percentuale di reattività rispetto ai test eseguiti, il 4,2%, è stata riscontrata nei servizi per persone che usano sostanze per via iniettiva; il 2,2% è stato rilevato durante il Milano Pride e quindi tra MSM, dove tutti i risultati reattivi sono riferibili a uomini che si sono dichiarati gay. Presso la sede della Lila, la percentuale è stata dell'1,4%. Non sono state riscontrate reattività nei 100 test effettuati all'Opera San Francesco che si occupa di migranti.
La realizzazione del progetto Detect-HIV ha confermato che l'offerta del test per l'HIV al di fuori dei contesti sanitari e in orari/luoghi non convenzionali è gradita sia alla popolazione generale, sia alle persone appartenenti a gruppi di popolazione a maggiore vulnerabilità. E' stata particolarmente apprezzata l'équipe di lavoro formata per l'esecuzione di test rapidi salivari, e l'offerta di colloqui pre-post test nei contesti frequentati da tali gruppi (centri per il trattamento delle dipendenze, cliniche per i migranti, luoghi frequentati dalla comunità gay). Al contrario di quanto si temeva, non c'è stato imbarazzo nelle persone che si sono avvicinate agli operatori per sottoporsi al test, ma spesso si sono formate code di clienti in paziente attesa di poter accedere al servizio.
Leggi il report completo del progetto a questo link.
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