Legalizzare la cannabis: prorogata la raccolta firme per il referendum. LILA: chiudiamo la drammatica stagione del proibizionismo!

LOGO referendum cannabisPartita dallo scorso 11 settembre la raccolta di firme online per chiedere un referendum che depenalizzi alcune attività legate al consumo della Cannabis e che elimini le sanzioni riferite al consumo personale di questa sostanza. L'iniziativa ha raccolto in tempi record le firme neccesarie, superando ampiamente la soglia delel 500mila adesioni richieste. Tuttavia, i ritardi dei Comuni nel rilascio dei certificati necessari rischiavano di non rendere possibile la presentazione delle firme stesse in Cassazione entro il 30 settembre.  Dopo la mobilitazione dei promotori è però arrivata la svolta: il Consiglio dei Ministri, ha approvato in extremis la proroga della scadenza che slitta così al 31 ottobre. I Ministri della Lega si sono astenuti ma l'iniziativa refrendaria potrà ora proseguire il suo iter. 

 

Le oltre 500.000 mila firme raccolte puntano a cambiare una delle leggi più repressive dell’occidente in materia di consumo personale della Cannabis e sostenere la iniziative parlamentari che vanno in questa direzione: per firmare, informarsi e sostenere con un contributo la campagna si può accedere a questo link: https://referendumcannabis.it/

 

Il quesito referendario, è stato depositato in Cassazione lo scorso 7 settembre da una rete di esperti, giuristi, associazioni della galassia antiproibizionista, da sempre, impegnati nel campo delle politiche e degli interventi sulle droghe: associazione Luca Coscioni, Meglio Legale, Forum Droghe, Antigone, Società della Ragione, i partiti +Europa, Radicali italiani, Possibile  e anche LILA è tra gli aderenti alla campagna.  Se sostenuto dalle firme valide necessarie e se otterrà il via libera della Corte Costituzionale, il quesito darà luogo a un referendum popolare il cui scopo è modificare alcune parti del d.P.R. 309/90, ossia del “Testo Unico in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope”.

Obiettivi del referendum sono:

  • Depenalizzare la coltivazione ad uso personale di qualsiasi sostanza (intervenendo sulla disposizione di cui all’art. 73, comma 1)
  • Eliminare le pene detentive per qualsiasi condotta illecita relativa alla Cannabis (intervenendo sull’articolo  73, comma 4)
  • Eliminare dalle sanzioni amministrative la sospensione della patente e/dei certificati per la guida di motoveicoli e ciclomotori (art. 75, comma 1, lettera a), al di fuori dei casi di guida sotto l’effetto che rimangono puniti dall’art 187 del CDS).

Le sanzioni detentive e amministrative continuerebbero ad essere mantenute per la detenzione, produzione e fabbricazione di tutte le sostanze per uso non personale, questo per evitare, come già accaduto in passato, che la Corte Costituzionale possa far ricadere la materia nell’ambito dei trattati internazionali, condizione che non permetterebbe il ricorso al referendum. L'Italia ha infatti aderito a tutte le convenzioni sulla lotta alle droghe, figlie della fallimentare stagione della "War on drug". Si tratta, in particolare, delle tre convenzioni ONU sugli stupefacenti del 1961, 1971 e 1988 che prevedono, comunque, forme di sanzione anche per i consumatori. Una breccia politica nel muro del proibizionismo più duro è stata, però, aperta dal summit Ungass 2016, il cui documento finale ha riconosciuto agli Stati, la possibilità, almeno, di essere flessibili nell’applicazione delle convenzioni, principio che ha aperto la strada della legalizzazione in Uruguay, Canada e diciannove stati americani. A favore può giocare anche la rimozione della cannabis dalla tabella delle sostanze stupefacenti pericolose decisa in sede ONU lo scorso anno.

L’iniziativa referendaria si propone anche di creare un’alternativa all'iter parlamentare del nuovo testo sulla Cannabis, approvato, lo scorso 8 settembre, in commissione Giustizia della Camera. Anche questo testo base unificato si propone di modificare alcune delle norme più restrittive previste dalla 309/90, in materia di produzione, consumo e detenzione di Cannabis. Sono previste, così, la depenalizzazione della coltivazione domestica fino a quattro piante di cannabis per uso personale e terapeutico e una riduzione delle pene per fatti di lieve entità. Altra novità importantissima è poi, anche in questo caso, l’eliminazione delle pesanti sanzioni amministrative previste per l’uso personale di Cannabis: dal ritiro della patente e del certificato d’idoneità alla guida di ciclomotori, del passaporto, del permesso di soggiorno, dispositivi che hanno devastato la vita di migliaia di semplici consumatori, anche occasionali, spesso molto giovani.   Relatore del testo è stato il Presidente della Commissione Mario Perantoni, cinquestelle, che ha unificato diverse proposte di legge in materia di Cannabis presentate precedentemente, soprattutto quelle dei parlamentari Riccardo Magi, + Europa, e della pentastellata Caterina Licatini. Un terzo testo, quello del leghista Molinari, è stato avviato verso un iter separato per richiesta della Lega stessa. A favore della proposta di legge di Perantoni hanno votato Partito Democratico, Movimento cinque Stelle, Liberi e Uguali e i deputati Riccardo Magi (Misto +Europa-Radicali) e il forzista Elio Vito  esprimendo però una posizione del tutto personale. Si è astenuta Italia Viva mentre contro hanno votato Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia e Coraggio Italia. Tutto il centrodestra annuncia battaglia contro il provvedimento che potrebbe essere subissato di emendamenti ostacolandone anche l’accesso in aula. Tenendo conto che, anche in caso di approvazione da parte di Montecitorio, il testo dovrebbe affrontare lo stesso iter in Senato, il cammino della proposta di legge si preannuncia tutto in salita.

Di qui la decisione di avviare da subito la campagna referendaria.Abbiamo invitato tutti, e invitiamo ancora, a partecipare e a sostenere l'iniziativa refrendaria  è l’appello di Massimo Oldrini, Presidente nazionale LILA- questa strada va percorsa fino in fondo perché servirà a  riportare in primo piano la necessità di voltare pagina rispetto alle politiche sulle droghe in Italia. Repressione e criminalizzazione –ha proseguito Oldrini- hanno procurato solo infinite sofferenze alle persone, riempito le carceri di consumatori o piccoli spacciatori, intasato le attività giudiziarie e delle forze dell’ordine. Di contro, il consumo non è diminuito e gli introiti della narcomafie hanno raggiunto livelli stratosferici. Il proibizionismo è servito solo agli interessi criminali. E’ ora che la politica penda atto di questo fallimento e volti pagina".

 

Ndr:  SI FIRMA CON SPID O CON  UN DISPOSITIVO DI FIRMA DIGITALE (SMART CARD, CHIAVETTA USB O SERVIZIO DI FIRMA DIGITALE REMOTA). SE NON HAI NESSUNO DI QUESTI PUOI USARE IL SERVIZIO TRUSTPRO QTSP PER FIRMARE SUBITO. 

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