Data: novembre 2022
Autore: UNAIDS
Le disuguaglianze bloccano la fine della pandemia di AIDS, dicono le Nazioni Unite
All'inizio del 2022 UNAIDS ha dichiarato che la risposta all'AIDS è in pericolo, con l'aumento delle nuove infezioni e dei decessi in molte parti del mondo. Ora, un nuovo rapporto mostra che le disuguaglianze sono la ragione di fondo e mostra come i leader mondiali possono affrontale invitandoli ad avere il coraggio di seguire ciò che risulta ormai evidente.
Il report Dangerous Inequalities analizza l'impatto della risposta all'AIDS sulle disuguaglianze di genere, su quelle delle popolazioni chiave e sulle disuguaglianze tra bambini e adulti.
Gli effetti delle disuguaglianze di genere sul rischio di HIV per le donne sono particolarmente pronunciati nell'Africa sub-sahariana, dove le donne hanno rappresentato il 63% delle nuove infezioni da HIV nel 2021. Qui le ragazze e le giovani donne adolescenti di età compresa tra i 15 e i 24 anni hanno una probabilità tre volte maggiore di contrarre l'HIV rispetto ai ragazzi della stessa fascia di età. Uno studio ha dimostrato che permettere alle ragazze di rimanere a scuola fino al completamento dell'istruzione secondaria riduce la loro vulnerabilità all'infezione da HIV fino al 50%. Se questo viene rafforzato con azioni di sostegno all'empowerment, i rischi per le ragazze si riducono ulteriormente. I leader politici devono garantire che tutte le ragazze vadano a scuola, siano protette dalla violenza, spesso normalizzata anche attraverso i matrimoni tra minorenni, e abbiano percorsi economici che garantiscano loro un futuro di speranza.
Il rapporto mostra che la risposta all'AIDS è frenata anche dalle disuguaglianze nell'accesso alle cure tra adulti e bambini. Mentre più di tre quarti degli adulti affetti da HIV sono in terapia antiretrovirale, poco più della metà dei bambini affetti da HIV assume una terapia, con conseguenze mortali. Nel 2021, i bambini rappresentavano solo il 4% di tutte le persone affette da HIV, ma il 15% di tutti i decessi legati all'AIDS.
La discriminazione, la stigmatizzazione e la criminalizzazione delle popolazioni chiave costano vite umane e impediscono al mondo di raggiungere gli obiettivi concordati in materia di AIDS.
In tutto il mondo, oltre 68 Paesi criminalizzano ancora i rapporti omosessuali. Un'altra analisi evidenziata nel rapporto ha rilevato che gli uomini gay e gli MSM che vivono nei Paesi africani con le leggi più repressive hanno più di tre volte meno probabilità di conoscere la loro condizione di positività all’HIV rispetto a quelli che vivono nei Paesi con le leggi meno repressive. Le lavoratrici del sesso che vivono in Paesi in cui il lavoro sessuale è criminalizzato hanno una probabilità 7 volte maggiore di contagiarsi con l'HIV rispetto ai Paesi in cui il lavoro sessuale è legale o parzialmente legalizzato.
Il rapporto dimostra che i progressi contro le disuguaglianze sono possibili e mette in evidenza le aree in cui la risposta all'AIDS ha fatto notevoli passi avanti. Ad esempio, mentre le indagini sulle popolazioni chiave spesso evidenziano una minore copertura dei servizi, tre contee del Kenya hanno raggiunto una copertura terapeutica per l'HIV più elevata tra le lavoratrici del sesso che tra la popolazione generale di donne di età compresa tra 15 e 49 anni. Questo risultato è stato ottenuto grazie a una forte programmazione in materia di HIV nel corso di molti anni, compresi i servizi gestiti dalle community.
"Il mondo non potrà sconfiggere l'AIDS rafforzando il patriarcato", ha dichiarato il direttore esecutivo dell'UNAIDS Winnie Byanyima. Dobbiamo affrontare le disuguaglianze che si intersecano con le donne. Garantire che tutte le nostre ragazze vadano a scuola, siano sicure e forti. Affrontare la violenza di genere. Sostenere le organizzazioni femminili. Nelle aree ad alta diffusione dell'HIV, le donne che subiscono violenza da parte del partner hanno fino al 50% di probabilità in più di contrarre l'HIV. In 33 Paesi, nel periodo 2015/2021, solo il 41% delle donne sposate di età compresa tra i 15 e i 24 anni è in grado di prendere decisioni autonome sulla salute sessuale. L'unica mappa efficace per porre fine all'AIDS, raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile e garantire salute, diritti e prosperità condivisa è una mappa femminista. Le organizzazioni e i movimenti per i diritti delle donne sono già in prima linea in questo coraggioso lavoro. I leader politici devono sostenerli e prendere esempio da loro. Occorre Garantire che i servizi per i bambini affetti da HIV li raggiungano e rispondano alle loro esigenze colmando il divario sul trattamento terapeutico, in modo da porre definitivamente fine all'AIDS nei bambini. Decriminalizzare le persone che hanno relazioni omosessuali, i lavoratori e le lavoratrici del sesso e le persone che fanno uso di sostanze, e investire in servizi guidati dalle comunità che consentano la loro inclusione - questo aiuterà ad abbattere le barriere ai servizi e alle cure per milioni di persone". Nel 2021, 650.000 persone hanno perso la vita a causa dell'AIDS e 1,5 milioni di persone hanno acquisito di recente l'HIV.
"Quello che i leader mondiali devono fare è chiarissimo", ha dichiarato Byanyima. "In una sola parola: parificare. Parificare l'accesso ai diritti, parificare l'accesso ai servizi, parificare l'accesso agli studi e alle terapie. L'equiparazione non aiuterà solo gli emarginati. Aiuterà tutti".
Allegato: UNAIDS World AIDS Day Report 2022 - Dangerous Inequalities