Data: 30 aprile 2020
Titolo Originale: Call to action in response to COVID-19
Autore: Regional Collaborating Committee on Accelerated Response to Tuberculosis, HIV and Viral Hepatitis (RCC-THV) - ospitato dal WHO Regional Office for Europe
Durante questo periodo in cui la pandemia da COVID-19 dilaga, causando la perdita di vite umane e sovvertendo i sistemi sanitari, noi - i membri del Regional Collaborating Committee on Accelerated Response to Tuberculosis, HIV and Viral Hepatitis (RCC-THV) nell’ambito dell’Ufficio Regionale Europeo dell’OMS - esprimiamo la nostra preoccupazione per le condizioni di salute e la sicurezza delle persone affette da HIV, tubercolosi (TB) ed epatiti virali. Queste popolazioni sono esposte a stigma e discriminazione e non hanno accesso a servizi sanitari di qualità, né possono contare sulla copertura delle spese sanitarie, sul sostegno sociale e sui servizi di informazione. Tutto ciò le rende ancor di più vulnerabili durante la pandemia da COVID-19.
Lanciamo un appello ai governi nazionali, ai partner del settore Sviluppo, alle agenzie delle Nazioni Unite e alla società civile affinché aumentino gli sforzi per garantire approcci basati sui diritti umani e sull’equità nel fornire informazioni, cura e sostegno sociale alle comunità più vulnerabili e alle key-population affette dalle tre patologie. Sollecitiamo i paesi e i partner a:
Seguire raccomandazioni evidence-based nella risposta al COVID-19:
- Seguire raccomandazioni basate sulle evidenze scientifiche nel prevenire la diffusione del COVID-19, creando un ambiente che consenta la distanza fisica e le altre misure di protezione raccomandate dall’OMS come strategie di attenuazione per appiattire la curva dei contagi.
- Seguire i criteri di valutazione dell’OMS per l’allentamento delle fasi di lockdown.
- Assicurare continuità nelle comunicazioni in linea con le indicazioni dell’OMS e basate sulle evidenze scientifiche per informare la popolazione e le comunità affette dalle tre malattie e mantenerle aggiornate sugli sviluppi del COVID-19 tramite una serie di risorse e canali, inclusi i mezzi stampati e audiovisivi, i social media e le risorse della comunità.
Garantire il rispetto dei diritti umani, equità e dignità nella risposta al COVID-19:
- Garantire che la risposta del settore sanitario al COVID-19 sia basata sulla tutela delle differenze di genere e dei diritti umani, sia equa e rispettosa della dignità delle persone. Il principio di equità implica l’affrontare le disparità sanitarie e socioeconomiche delle comunità vulnerabili, comprese le persone affette da TB, HIV ed epatiti virali.
- Prevenire pratiche punitive verso le persone affette da COVID-19 e, tra queste, verso le persone che presentano una co-infezione da COVID-19 con una o più delle tre patologie, promuovendone il sostegno economico e psicologico e l’accesso ai servizi sanitari e di informazione, prestando al contempo attenzione alle disparità di genere.
- Assicurare e facilitare la segnalazione di violazioni dei diritti umani e le carenze nei servizi di cura; raccogliere e registrare i dati epidemiologici e altri dati significativi, così da valutare e migliorare trattamenti e cure ed essere pronti per una prossima ondata di COVID-19.
Ridurre i rischi e garantire la pianificazione programmatica ed emergenziale:
- Ricorrere agli strumenti di valutazione dei rischi e di pianificazione emergenziale, in modo da permettere la sistematica stima dei rischi, la programmazione di possibili misure di attenuazione e il cambiamento delle modalità di erogazione dei servizi, prevedendo la necessità di risorse aggiuntive e razionalizzando le fonti di finanziamento.
- Far sì che i programmi nazionali, le agenzie delle Nazioni Unite e la società civile compiano i passi necessari a introdurre misure e strumenti di riduzione dei rischi, così da garantire la sostenibilità dei servizi di cura e prevenzione per HIV, TB ed epatiti virali e la sicurezza delle persone e delle comunità che ne sono affette durante l’emergenza COVID-19.
- Sviluppare strategie di supporto e riduzione dei rischi per le persone che vivono in ambienti ristretti (comprese le persone con HIV, TB ed epatiti virali) come le carceri, i centri per migranti e le strutture assistenziali a lungo termine - entro i quali l’applicazione delle misure di distanziamento fisico potrebbero richiedere adattamenti di difficile attuazione – nel rispetto delle linee guida dell’OMS. I governi dovrebbero prendere in considerazione il rilascio dei detenuti condannati per reati minori quale possibile strategia di riduzione dell’impatto da COVID-19.
Assicurare sinergie tra servizi e risorse sanitarie:
- Coinvolgere in modo attivo i servizi sanitari e i programmi nazionali per la lotta contro TB, HIV ed epatiti virali nella risposta rapida ed efficace al COVID-19, continuando al contempo ad assicurare i servizi e le procedure sanitarie essenziali al trattamento degli altri problemi di salute, al fine di proteggere la vita delle persone con TB, HIV, epatiti virali, o affette da patologie diverse.
- Adottare le misure e i servizi dimostratisi efficaci la tubercolosi — in particolare quelli relativi al controllo dell’infezione, al tracciamento dei contatti, alle diagnosi differenziali (triage dei pazienti con infezioni respiratorie), gli strumenti di controllo per altre malattie (radiografia del torace, tomografia computerizzata, reazione a catena della polimerasi, ecc.) e altre tecnologie diagnostiche disponibili nei laboratori per TB, HIV ed epatiti virali — nella risposta al COVID-19 secondo le indicazioni dell’OMS, assicurando al contempo che i progressi compiuti nella cura e prevenzione di TB, HIV ed epatiti virali non siano vanificati e che i relativi servizi rimangano attivi.
Fornire supporto psico-sociale:
- Alleviare l’impatto negativo che l’ansia e la paura potrebbero avere sulla salute mentale delle persone che vivono in isolamento — soprattutto le persone con HIV, TB ed epatiti virali che hanno bisogni complessi o condizioni di salute precarie — con misure di supporto psico-sociale, tra cui gruppi di supporto psicologico virtuali/a distanza, helpline e counselling tra pari.
- Dedicare particolare attenzione alla protezione di donne e bambini/e affetti da queste patologie, che durante l’isolamento potrebbero essere oggetto di violenza domestica e violenza di genere.
- Garantire che le persone in situazione di grave perdita di reddito e difficoltà economica, comprese coloro che vivono con TB, HIV e/o epatiti virali, siano tutelate attraverso meccanismi di protezione sociale e sussidi.
- Lavorare con i partner del settore Sviluppo, le organizzazioni e le agenzie delle Nazioni Unite e in particolare il World Food Programme, per fornire alle persone bisognose generi alimentari e sostegno di altro genere a complemento dello stanziamento di fondi nazionali per il welfare e il sostegno alla crisi.
Garantire la continuità dei servizi semplificati e facilmente accessibili:
- Garantire servizi di prevenzione, diagnosi e trattamento innovativi, semplificati e privi di barriere, che includano il monitoraggio dei trattamenti e sostegno adeguato per le persone con TB, HIV e/o epatiti virali.
- Mettere in atto soluzioni alternative per la fornitura dei servizi di diagnosi e trattamento, facilmente fruibili dai pazienti e dalle popolazioni vulnerabili così da garantirne l’accesso/il mantenimento, tramite la distribuzione di una maggiore quantità dei farmaci per TB, HIV ed epatiti virali o la loro consegna a domicilio, l’organizzazione dell’affidamento di più dosi dei trattamenti sostitutivi con oppioidi alle persone che consumano droghe e la consegna di naloxone per la gestione dei casi di overdose.
- Decentralizzare l’erogazione dei farmaci antiretrovirali per HIV, degli antivirali (DAA) per il trattamento dell’epatite C, della profilassi pre-esposizione (PrEP) e dei servizi di riduzione del danno per le persone che consumano droghe per via iniettiva, affinché siano disponibili presso le organizzazioni sanitarie locali e quelle della community; fornire contestualmente il supporto al trattamento e all’aderenza attraverso canali digitali confidenziali, sicuri e di facile utilizzo.
- Potenziare l’accesso all’auto-test per HIV e ai diversi strumenti preventivi (preservativi, siringhe e altri oggetti utili al consumo di droghe).
- Assicurarsi che i servizi siano accessibili ai cittadini residenti, così come alle persone prive di documenti e ai cittadini stranieri che a causa delle restrizioni in vigore e non possono fare ritorno al proprio paese.
- Sostenere la società civile affinché si affianchi all’azione dei governi nella risposta al COVID-19 e contribuisca a garantire la prosecuzione dei servizi per TB, HIV ed epatiti virali durante la pandemia COVID-19, soprattutto nei contesti più poveri, attraverso la diffusione di messaggi basati sulle evidenze scientifiche, la consegna di farmaci per il trattamento di TB, HIV ed epatiti virali, l’offerta di supporto e la distribuzione di sussidi economici.
Proteggere la salute e la sicurezza di chi lavora in prima linea e nelle comunità:
- Dotare gli operatori sanitari, così come gli operatori e i volontari della community che lavorano in prima linea — compresi quanti forniscono servizi ai gruppi affetti da TB, HIV ed epatiti virali — dei dispositivi di protezione individuale (DPI), di informazioni basate sulle evidenze e di formazione adeguati.
- Prevenire e mitigare il burnout nei professionisti sanitari e negli operatori della community.
- Dare priorità agli operatori sanitari e della community nell’accesso ai test per COVID-19 e offrire loro un alloggio alternativo durante la fase dell’emergenza, al fine di proteggere le loro famiglie.
- Assicurarsi che i dirigenti delle strutture sanitarie non facciano pressioni sugli operatori sanitari e non li mettano a tacere nel caso in cui questi riportino l’inadeguatezza dei dispositivi di protezione individuale o delle condizioni di lavoro.
Sottoscritta dai membri del RCC-THV
Allegato: Call to Action in Response to COVID-19