Newsletter LILA.
Svolto a New York il Meeting ONU ad alto livello sull’AIDS. Impegni e obiettivi per sconfiggere il virus entro il 2030.
Lo scorso giugno si è svolto a New York il Meeting ONU ad alto livello sull'AIDS, High Level Meeting, appuntamento cruciale dopo quello del 2016, che ha visto la partecipazione attiva della società civile. I 193 paesi membri hanno approvato i nuovi obiettivi necessari a far si che, entro il 2030, l’AIDS cessi di essere una minaccia per la salute globale.
Gli obiettivi fissati dalla dichiarazione del 2016 non sono stati raggiunti, è stata l’amara constatazione dei vertici ONU e UNAIDS, per cui ora occorre aumentare gli sforzi, anche finanziari, per rimettersi sulla strada giusta. “Porre fine alle disuguaglianze per porre fine all’AIDS” è il messaggio centrale lanciato dal Summit.
“End inequalities. End Aids”: UNAIDS lancia la strategia e i target 2021-26 e mette al centro persone e community.
“End inequalities. End Aids - porre fine alle disuguaglianze, sconfiggere l’AIDS”: è anche il titolo della nuova Strategia Globale AIDS 2021-2026, lanciata la scorsa primavera da UNAIDS, che ha posto le basi per i lavori del summit ONU.
Il documento, che disegna le strategie per la risposta all’HIV/AIDS del decennio appena iniziato, fissa nel dettaglio i prossimi target prescritti ai paesi membri nella risposta all’HIV/AIDS.
Combattere le disuguaglianze, sostenere e valorizzare l’azione delle community e delle ONG attive nel settore, lavorare per il rispetto di tutti i diritti umani sono le azioni ritenute necessarie per raggiungere l’obiettivo della sconfitta dell’AIDS, così come indicato dall’agenda ONU 2030.
Aggiornare la 135/90 per rispondere ai nuovi obiettivi 2030. LILA: nessuna nuova legge senza attivisti e società civile.
Gli importanti obiettivi indicati da UNAIDS e dal meeting internazionale ONU ad alto livello sull’HIV/AIDS (HIGH Level Meeting – HLM) impongono anche in Italia un aggiornamento, un rilancio e un congruo finanziamento dei programmi per la risposta all’HIV.
La Pandemia da COVID ha reso, del resto, ancora più evidenti i punti deboli del sistema di prevenzione, diagnosi e cura nel nostro paese.
È necessario, pertanto, adeguare alle nuove sfide il quadro legislativo e programmatico. Aggiornare la legge 135 del 1990 è, certamente, una priorità. Tale sfida, tuttavia, può essere vinta solo coinvolgendo in pieno la società civile.
La LILA esprime preoccupazione per la proposta di Legge 1972, presentata alla Camera dall’Onorevole Mauro D’Attis senza alcun confronto preventivo con le ONG e con le associazioni dei pazienti. Giudica inoltre il testo non rispondente alle necessità indicate da tutte le agenzie internazionali.
Il Governo prepara la Conferenza Nazionale sulle Droghe che manca da dodici anni. LILA: “Bene ma serve un confronto vero con consumatori e ONG su fallimento del proibizionismo e diritti”.
Entro il 2021 potrebbe essere convocata, con oltre dodici anni di ritardo, la Conferenza Nazionale sulle Droghe che, per legge, dovrebbe tenersi ogni tre anni.
È una buona notizia di cui diamo atto alla Ministra per le Politiche Giovanili con delega alle Droghe Fabiana Dadone e al nuovo responsabile del Dipartimento Politiche antidroga, Dott. Flavio Siniscalchi.
Tuttavia, anche in questo caso, la LILA è costretta a segnalare il mancato coinvolgimento della società civile e l’arretratezza dei temi indicati nei documenti preparatori. La lettura resta quella di un fenomeno puramente patologico o criminale, piuttosto che di un diffuso comportamento sociale. Nessun riferimento compare al dibattito internazionale in corso sul fallimento di mezzo secolo di “War on drug”, allo sgretolarsi del fronte proibizionista, alle nuove evidenze scientifiche, alla riduzione del danno, alla salute e ai diritti umani dei consumatori di droghe. LILA e altre ONG hanno scritto per questo ai Ministri Dadone e Speranza chiedendo di non perdere questa preziosa occasione di rinnovamento.
COVID, moratoria e limiti ai diritti di brevetto farmaceutici. Si muove l’associazionismo europeo e italiano. Firmiamo tutti l’ICE: “Diritto alla cura – nessun profitto sulla pandemia”.
La questione di un accesso equo e universale a cure, strumenti e vaccini anti-COVID e di un controllo pubblico sulla loro produzione e distribuzione, si fa sempre più rilevante.
La società civile mondiale, le comunità religiose, sindacali, scientifiche, i governi dei paesi a basso e medio reddito stanno premendo per ottenere una moratoria sui diritti di brevetto farmaceutici, unica strada per rendere questi prodotti salva-vita disponibili a prezzi accessibili a tutte le popolazioni.
In Europa, e in Italia, è attiva la campagna “Diritto alla cura- nessun profitto sulla pandemia”, alla quale aderiscono centinaia di personalità e organizzazioni e, tra queste, anche la LILA.
Oltre a sostenere la moratoria, obiettivo della campagna è anche quello di attivare un formale strumento di democrazia partecipativa previsto dagli ordinamenti europei, denominato “ICE - Iniziativa dei Cittadini Europei”, grazie al quale si può vincolare la Commissione Europea ad avviare azioni che limitino i diritti di brevetto in favore del rispetto dei diritti umani.
È importante firmare! Per firmare e per saperne di più vai al nostro speciale sulla campagna.
L’impatto del COVID sui servizi di diagnosi e cura per l’HIV: il tema al centro delle giornate di NADIR 2021
La Pandemia da COVID 19 ha avuto un impatto pesante sui servizi per la risposta all’HIV e ne ha messo in luce le fragilità.
Se ne è parlato nel corso delle Giornate di NADIR 2021, svoltesi la scorsa primavera, che hanno messo a confronto attivisti ed esponenti della comunità scientifica.
Rilanciare, innovare e migliorare i percorsi di prevenzione, diagnosi e trattamento non è più rinviabile, hanno sottolineato gli interventi. Tra le priorità indicate c’è quella di un ruolo più forte e riconosciuto di Community e ONG e quella di un deciso cambio di passo da parte delle istituzioni.
Rapporto EATG su HIV e salute mentale.
Salute mentale e HIV: è l’oggetto di uno studio condotto dall’European AIDS Treatment Group (EATG) in diversi paesi della regione europea dell’OMS.
La survey punta esplora le attuali conoscenze sull’interazione tra salute mentale, benessere e HIV per tradurle in raccomandazioni pratiche a beneficio delle associazioni e dei clinici che si occupano di HIV nel contesto europeo.
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