Torna anche quest’anno LILAReport, il report annuale della LILA sull’HIV/AIDS in Italia. Si tratta di un’analisi delle migliaia di contatti e relazioni con le persone che, quotidianamente, supportiamo, riceviamo presso i nostri servizi o che incontriamo nelle nostre attività.
Attori di questo lavoro sono le operatrici e gli operatori della LILA: vere e proprie “antenne sociali” sui territori, in grado, con la loro formazione, non solo di fornire supporto immediato alle singole persone ma, anche, di intercettare i problemi, le emergenze, le criticità, l’immaginario del nostro paese rispetto all’HIV/AIDS.
Pur non avendo valore statistico, quest’analisi può, dunque, fornire una lettura significativa delle necessità e dei problemi legati alla prevenzione, al sesso più sicuro, al test, al vivere con l’HIV, al rispetto dei diritti delle persone. Di assoluto rilievo sono, inoltre, le indicazioni politiche che ne emergono per innovare e migliorare la risposta all’HIV/AIDS in Italia. Si tratta di “buone ed efficaci pratiche d’intervento” da cui molto potrebbero apprendere anche le istituzioni.
Nella sfida per sconfiggere l’AIDS entro il 2030, come sancito dagli Obiettivi ONU di Sviluppo Sostenibile (SDGs), il ruolo delle community e del terzo settore è centrale; istituzioni e governi hanno il dovere di favorirne la partecipazione e di mettere a disposizione le risorse adeguate in un’ottica di co -progettazione e sussidiarietà. Da sempre, e troppo spesso, siamo soli in questa quotidiana battaglia di civiltà.
1 SCENARIO GENERALE
2 PROMOZIONE DEI TEST
- I servizi di Testing
- La promozione del Self Test – l’esperienza di Just LILA
- Yes Self Test
- Per concludere
3 LE HELPLINE
- Percezione del rischio
- Cosa ci chiedono
- Le persone con HIV
4 LE ATTIVITÀ DI PREVENZIONE E DI SENSIBILIZZAZIONE
5 LE ATTIVITÀ SUL WEB
- LILAChat
- Dal sito LILA
6 LILA SOLIDALE
7 MAPPATURA DEI CENTRI CLINICI
SCENARIO GENERALE
Il documento si basa sugli accessi annuali ai nostri servizi di testing ed helpline, sulle attività di prevenzione effettuate quest’anno nelle scuole e in altri luoghi d’aggregazione, sull’analisi annuale degli accessi al sito www.lila.it e sulla partecipazione al nostro forum di discussione LILAChat.
LILAReport 2022 riflette, nei numeri e nelle richieste, il graduale ritorno alla normalità e la ripresa delle occasioni di sessualità e incontro, dopo il biennio più duro della pandemia da COVID, ed evidenzia la necessità di recuperare rapidamente il terreno perso rispetto alla prevenzione, al contrasto del sommerso, all’avvio precoce ai trattamenti ART, ai diritti. Tutto ciò, in un quadro che mostrava forti criticità già prima del COVID.
Nell’insieme si tratta di oltre 12mila contatti relativi a servizi e attività e di oltre 700mila accessi al sito, con oltre un milione di pagine viste. La molteplicità di servizi offerti ci offre la possibilità di intercettare un target ampio e differenziato per età, genere, orientamento sessuale, condizione sierologica, provenienza territoriale. Il quadro che ne emerge è quello di un bisogno ancora molto ampio di informazioni di base sul virus, sulla trasmissione, sulle opportunità terapeutiche e di prevenzione. La percezione del rischio resta confusa, talvolta distorta, in tutte le fasce d’età. Tra le 4.762 persone che hanno chiamato le nostre helpline una percentuale significativa riferisce ancora dubbi e ansie rispetto a comportamenti assolutamente non a rischio come la masturbazione (12,6%) o, addirittura, il bacio (3,8%). Più del 10% rappresenta timori anche per esperienze di natura non sessuale, come il contatto con persone HIV positive o supposte tali o l’utilizzo di bagni pubblici.
Di contro, resta molto bassa la propensione all’uso del profilattico. Più della metà delle persone, il 55,5%, che si sono rivolte ai nostri servizi di test rapido, ha dichiarato di non aver utilizzato il profilattico nell’ultimo rapporto sessuale. Analoghe percentuali anche tra chi ha aderito al servizio “Just LILA”, che prevede l’invio gratuito di auto test per l’HIV e di materiale informativo: su 1383 persone quasi il 50% dei/delle richiedenti ha dichiarato rapporti vaginali non protetti e di aver ricevuto sperma in bocca, il 37% ha dichiarato rapporti anali non protetti (era possibile più di una risposta).
Molto scarso si conferma anche il ricorso al test. Il 48% di chi ci ha richiesto un autotest gratuito domiciliare, dunque una persona su due, non aveva mai eseguito un test HIV; anche tra coloro che hanno richiesto un test rapido presso le nostre sedi o i nostri presidi ben il 41% non aveva mai eseguito un test in precedenza. Guardando ai servizi di helpline, che non prevedono domande dirette a chi chiama, le persone che hanno spontaneamente dichiarato di non aver mai eseguito un test sono state una su dieci. La percentuale è, però, probabilmente più ampia visto che solo il 41% ha detto di aver fatto il test almeno una volta nella vita.
Tra le donne, complice forse anche la bufera COVID, registriamo un aumento della reticenza verso i servizi di supporto e informazione e una crescente difficoltà nel gestire la prevenzione dell’HIV. Alla domanda di relazione d’aiuto e counselling, crollata del 21% rispetto allo scorso anno, sembra sostituirsi il ricorso ad una fruizione più solitaria delle informazioni sull’HIV: la metà di accessi al nostro sito www.lila.it è costituita proprio da donne, mentre le utenti che chiamano le helpline si attestano sotto il 20% del totale. È sempre tra le donne, inoltre, che registriamo i picchi più alti di sesso non protetto: tra le utenti dei nostri servizi di testing, ben il 52% ha dichiarato di aver avuto rapporti sessuali senza utilizzo del condom; inoltre il 63% non aveva mai eseguito il test in precedenza, percentuale in rialzo rispetto allo scorso anno (59%). Di contro, è molto elevata la percentuale di donne che ha richiesto l’invio di un autotest: il 44,1%, modalità che, evidentemente, per la sua riservatezza, incontra le preferenze di questo target. Tutti questi elementi rafforzano l’urgenza di una ridefinizione dei servizi e degli interventi pubblici decisamente più orientata al target femminile e alle esigenze delle donne.
Torna, invece, a crescere (57%) la quota di uomini che riferiscono un rapporto eterosessuale, dopo la riduzione significativa registrata con il COVID. Rispetto al target MSM, uomini che fanno sesso con altri uomini, si registra un lieve calo delle richieste d’aiuto ma un consistente accesso ai servizi di testing: oltre il 25% del nostro campione, il che conferma l’importanza per questo target di contesti friendly, non discriminatori e con la presenza di operatori pari.
Tra i giovani appaiono sempre più importanti i nodi dei costi e dell’accessibilità a prevenzione e screening. Dagli interventi LILA in otto scuole superiori di Cagliari per il progetto EDUCAIDS su HIV e IST, con 1270 partecipanti, apprendiamo che l’uso del profilattico tra chi è già sessualmente attivo/a è molto scarso: il 52% ha dichiarato di non usarlo sempre o di non usarlo mai e questo nonostante gli/le studenti abbiano piuttosto chiaro che sia il solo mezzo efficace di prevenzione e contraccezione. Molto indicativi sono anche i dati che ci arrivano dai partecipanti al progetto “Just LILA”. Per il 62,6% si tratta di persone giovani e giovanissime tra i 18 ai 29 anni, un’età media più bassa di quella che si rivolge di norma ai servizi di testing. Non è un caso che l’elemento di maggior gradimento del servizio indicato sia proprio la gratuità, fattore dirimente per chi è più giovane.
Continuando a parlare di prevenzione, molto scarsa sembra essere nei vari target in esame anche l’attenzione verso la PrEP, la Profilassi Pre Esposizione, probabilmente per ragioni economiche visto che in Italia non è ancora rimborsabile ma, anche, per la brusca interruzione dei programmi e dei messaggi sulla prevenzione dovuti al COVID.
Tra le oltre 600 persone con HIV che si sono rivolte a noi nel corso dell’anno, il tema più trattato, dopo le terapie, resta quello dei diritti (41,2%), privacy in testa. Nel solo periodo in esame sono state una trentina le segnalazioni di discriminazioni subite, la metà riguardava la richiesta di test per l’HIV in ambito lavorativo, vietata dalla legge 135.
Persone transgender MtoF e FtoM, hanno richiesto accesso a tutti i nostri servizi. Il loro numero tuttavia, per quanto non trascurabile, resta ancora molto basso, il che conferma la necessità di strategie in grado di raggiungere più efficacemente questa popolazione-chiave i cui specifici bisogni socio-sanitari restano, ad oggi, largamente elusi.
PROMOZIONE DEI TEST
I servizi di Testing
Le sedi LILA offrono test rapidi fin dal 2010, adottando il modello CBVCT (Community-based voluntary counselling and testing). Negli anni si sono consolidati servizi strutturati che operano nel rispetto del protocollo europeo COBATEST (www.cobatest.org) promosso dalla Comunità Europea, offrendo in forma anonima e gratuita test per HIV, HCV e IST, in raccordo con i centri clinici territoriali di riferimento. Per accedere ai nostri servizi non vengono richiesti documenti o prescrizioni e a tutti vengono proposti colloqui di counselling pre e post test. In caso di esito preliminarmente reattivo le persone vengono accompagnate o indirizzate ai servizi pubblici per i test di conferma e l’eventuale avvio ai trattamenti.
Nel periodo 1° ottobre 2021 – 30 settembre 2022 le equipe LILA di Bari, Cagliari, Como, Milano, Livorno, Piemonte, Toscana e Trentino hanno offerto 4.108 test rapidi per HIV, HCV e sifilide a 1.836 persone, numeri tornati a crescere dopo il forte rallentamento provocato dalla pandemia. L’età media era di 31 anni. Per l’87% si è trattato di persone italiane; non trascurabile la quota di persone straniere, pari al 12,7%, target gravato da troppe barriere per l’accesso al test nei servizi pubblici. Per quanto riguarda il genere, il 63,5% erano uomini; la quota di donne è stata del 35,7% e le persone transgender sono state lo 0,8%. Rispetto all’orientamento sessuale, è rilevante, oltre il 25%, la quota di MSM.I test risultati preliminarmente positivi sono stati 34 (+62% rispetto allo scorso anno): 6 test HIV, 17 test HCV e 11 test per la sifilide.
Anche nell’anno in esame, più della metà del nostro campione, il 55,5%, ha dichiarato di non aver utilizzato il profilattico nell’ultimo rapporto sessuale; la percentuale sale al 63% se consideriamo solo le donne (nel 2021 era il 59%). Resta molto alta anche la percentuale di persone che, per la prima volta, si sono sottoposte al test HIV: il 41,1% del campione con un picco tra le donne del 52%.
Questi dati evidenziano come questo tipo di servizio, raccomandato da tutte le agenzie tradizionali, stia centrando l’obiettivo: raggiungere gruppi specifici di popolazione più esposti a rischi d’infezione e meno propensi a rivolgersi ai servizi tradizionali. Differenziare e promuovere le opportunità di accesso al test è indicato da UNAIDS come un passo fondamentale per interrompere il diffondersi delle infezioni sessualmente trasmissibili e permettere un accesso tempestivo alle terapie. Questa preziosa attività di salute pubblica svolta dalla LILA è, invece, quasi totalmente auto finanziata.
La promozione del Self Test – l’esperienza di Just LILA
Al fine di promuovere ogni opportunità di diagnosi precoce, la LILA sta sperimentando da alcuni anni dei progetti di informazione e di supporto da remoto sull’uso degli autotest domiciliari. Il COVID ha dato un forte impulso a questi progetti, viste le limitazioni subite dalle attività di testing sia pressi i servizi pubblici sia presso le realtà CBVCT. Per questo è attivo dal 2020 un servizio gratuito che prevede la possibilità di richiedere l’assistenza di un operatore/operatrice LILA durante l’esecuzione del Self-Test. Il supporto può essere sia telefonico, sia tramite piattaforma video.
Dal maggio 2022 è stato attivato inoltre, ed è ancora in corso, il progetto JUST LILA, ideato da Fondazione LILA Milano e LILA Nazionale e presentato all’interno di un più ampio progetto europeo dal nome “Community Led and Based HIV Services - Key to Ending the HIV Epidemic in Europe and Central Asia”.
Il progetto prevede la possibilità di ricevere a casa, gratuitamente, un auto-test orale; su richiesta, si è può essere supportati a distanza durante l’esecuzione del test, da un operatore o un’operatrice LILA. Con il Kit inviamo anche i necessari materiali informativi sul test e su tutti gli aspetti dell’HIV. L’ordine avviene tramite la piattaforma dedicata Just LILA. La promozione del progetto viene effettuata attraverso i social media, i canali comunicativi LILA (sito e newsletter) e per qualche tempo anche su Grindr, la più diffusa social app di incontri per le persone gay, bisessuali, trans e queer.
Sono previsti questionari anonimi in entrata e in uscita. Fino al 31 ottobre 2022, il questionario iniziale per la richiesta del test è stato compilato da 1383 persone. Come sottolineato in precedenza, la quota di donne, pari al 44,5%, si è rivelata molto alta, soprattutto se rapportata a quella che si reca solitamente presso i servizi di testing per HIV; il 53,51% si è dichiarato di genere maschile, l’1,52% non binari*. Quattro persone si sono dichiarate trans MtoF e 2 trans FtoM, mentre 5 non hanno indicato nessuna delle possibili risposte.
Molto giovane, infine, il target: il 62,6% di chi ha risposto al questionario iniziale ha tra i 18 e i 29 anni, con un 2,7% circa di diciottenni. A favorire questo esito c’è sicuramente l’uso dei social ma anche la gratuità e la riservatezza del servizio, indicati rispettivamente come primo e terzo elemento di gradimento dell’iniziativa.
Tra le criticità che emergono dai questionari resta la percentuale di persone che non si sono mai sottoposte a un test per HIV: il 48%, in sostanza, la metà, dato tanto più allarmante se collegato all’età del target. Alto anche il numero di persone che ha dichiarato di aver avuto comportamenti sessuali non protetti. Alla domanda sulle situazioni a rischio, che prevede, la possibilità di più risposte, è emerso che quasi la metà delle persone aveva ricevuto sperma in bocca e che una quota tra loro sempre vicina al 50% aveva avuto rapporti vaginali non protetti, mentre il 37% aveva avuto rapporti anali senza condom.
Indicative le risposte sulle modalità preferite per fare il test. Ben l’80,34% delle persone ha espresso il proprio favore proprio per l’auto-test eseguito nella propria abitazione; l’11,54% preferisce eseguire un prelievo nei centri clinici classici, mentre l’8,12% preferirebbe farlo presso le sedi associative o i checkpoint.
L’ultima domanda indagava la modalità preferita attraverso cui ottenere un auto-test in futuro ed erano possibili più riposte. L’81,01% preferirebbe continuare a ordinarlo online, il 57% vorrebbe ottenerlo tramite distributori automatici, il 39,24% si recherebbe in un’associazione che si occupa di HIV, il 34,18% lo compererebbe in farmacia e il 32,07% vorrebbe acquistarlo al supermercato.
Elevatissimi sono stati i livelli di soddisfazione per il progetto e per i materiali informativi inviati: tutti i/le 237 utenti che hanno compilato il questionario di gradimento hanno dichiarato che avrebbero riutilizzato il servizio (100%). Tuttavia, una volta terminato il sostegno europeo, sarà difficile proseguire il progetto: i costi per l’acquisto e la spedizione dei Kit sono infatti piuttosto rilevanti per un’attività auto-finanziata.
Yes Self Test
È in corso in questi giorni, in dieci città, un’altra iniziativa volta a promuovere l’importanza del test e a far conoscere lo strumento dell’autotest. Si tratta di: “Yes Self Test” che prevede la consegna gratuita di 2mila Kit per il test domiciliare e di materiale informativo nel corso di eventi di sensibilizzazione promossi sul territorio e nelle sedi LILA. I primi appuntamenti hanno richiamato una grandissima partecipazione, soprattutto di giovani. Chiunque voglia eseguire l’autotest potrà farlo anche con il nostro aiuto, presso le nostre sedi o richiedendo un appuntamento da remoto con il nostro servizio di supporto all’autotest, attivo tutto l’anno.
Per concludere
Calmierare i costi dei test acquistabili in farmacia, prevederne una distribuzione gratuita nelle scuole e nei luoghi d’incontro, rendere disponibili forniture gratuite di Kit self test a communities e terzo settore, sono alcune delle indicazioni che vogliamo indirizzare alle istituzioni. Per promuovere e diffondere una cultura del test c’è bisogno di renderlo accessibile, possibile, utilizzabile, accompagnato da tutte le informazioni e il sostegno necessari.
LE HELPLINE
Le nostre Helpline rispondono dal lunedì al venerdì a domande e richieste d’aiuto su sesso sicuro, vie di trasmissione, vivere con l’HIV, problemi legali e sociali, diritti e discriminazioni, test, terapie, accesso ai servizi pubblici. È importante sottolineare che gli operatori e le operatrici della LILA non rivolgono domande dirette o specifiche ma si limitano a compilare la scheda colloquio sulla base delle informazioni che vengono liberamente fornite da chi ci contatta.
Tra il primo ottobre 2021 e il 30 settembre 2022, presso le nostre nove sedi (Bari, Cagliari, Como, Livorno, Milano, Piemonte, Toscana, Trentino e punto LILA Ancona) sono giunte 4.762 richieste da tutta Italia ma anche alcune dall’estero (1,2%), in lieve ripresa rispetto allo scorso anno. Si è trattato in prevalenza di uomini (80% delle chiamate), le donne sono state il 19,7%, in calo del 21%, le persone transgender lo 0,3%. Le persone straniere che si sono rivolte a noi sono state il 4,4%. Il 54% ci ha segnalato l’età che è compresa tra i 30 e i 49 anni. Le persone con HIV che hanno chiamato sono state il 12,7%, in forte calo mentre si è impennato il numero di uomini che non hanno l’HIV (+25%), gruppo che, nel biennio del COVID, 2020/21 si era ridotto in modo marcato.
Percezione del rischio
Tra chi ci chiama è altissima la richiesta di informazioni di base su sesso sicuro, test, vivere con l’HIV. In generale, chi ci chiama è in possesso di informazioni confuse, incomplete, influenzate da narrazioni sbagliate, alimentate da fonti non attendibili o che non si è in grado di interpretare correttamente. Ne emerge una percezione del rischio spesso distorta e lacunosa che alimenta ansie e paure, sensi di colpa e, talvolta, pregiudizi. È questo il frutto di una mancanza, ormai decennale, di politiche efficaci di prevenzione, di campagne d’informazione chiare e scientificamente corrette, di un dibattito pubblico da sempre viziato da moralismo e oscurantismo, con le persone lasciate sole e in balia della paura.
Cosa ci chiedono
La maggior parte delle persone, il 64,3%, si rivolge a noi per una valutazione dei rischi corsi. A tal fine, viene quasi sempre riferita un’esperienza vissuta. Nella maggior parte dei casi si tratta di uomini che riferiscono un’esperienza sessuale con una donna (57%); un terzo di loro ha dichiarato in modo esplicito di aver avuto un rapporto a pagamento. Seguono gli uomini che hanno fatto sesso con uomini (17,4%) e le donne che riferiscono un rapporto eterosessuale (11,2%). Il comportamento più frequentemente riferito e che suscita maggiori dubbi è senz’altro il rapporto oro-genitale (30%). Ci contattano inoltre persone che hanno avuto rapporti penetrativi non protetti dal profilattico (10,1%), ma sono molte, il 12%, anche quelle che il profilattico lo hanno usato e sono ugualmente molto preoccupate. Dubbi e ansie infondate riguardano anche la masturbazione (12,6%), i contatti sessuali indiretti (7,4%) e addirittura il bacio (3,8%). Non sono poche infine, più del 10%, le persone che temono per esperienze di natura non sessuale: contatti reali o presunti con sangue, contatti con persone HIV positive o supposte tali, dubbi sull’impiego di strumentazioni non sterili in contesti sanitari, utilizzo di bagni pubblici e vere e proprie fantasie paranoiche.
Il test HIV è il secondo tema più trattato (43,7% dei contatti) con richieste d’informazioni sull’opportunità di farlo, sui centri che lo effettuano, sul periodo finestra e sull’attendibilità dei risultati. In continuo aumento la quota di persone che ha dichiarato di aver fatto un auto-test, acquistabile in farmacia dal dicembre del 2016: dal 4,9% nel 2017 si è passati al 18,4% nel 2022. Osserviamo che una quota rilevante di persone - circa il 43%, se sommiamo chi si è rivolto ad una struttura privata e chi ha fatto l’auto-test – non ha avuto l’opportunità di ricevere informazioni e supporto in occasione del test, un servizio fondamentale sia sul piano della prevenzione che su quello del sostegno alle persone risultate positive al test. Tale servizio, purtroppo, risulta carente anche nelle strutture pubbliche: sono infatti moltissime anche le persone che ci contattano dopo aver fatto il test e ricevuto l’esito in queste strutture, riportandoci dubbi che avrebbero potuto chiarire nell’immediato con un medico.
Le persone con HIV
Sono 604 le persone che ci hanno contattato dichiarando di avere l’HIV. Nella maggior parte dei casi si tratta di uomini di nazionalità italiana. Rispetto al campione complessivo, è comunque più alta sia la quota di donne (il 29,5% rispetto al 19,7%) che quella delle persone straniere (il 23,1% rispetto al 4,4%). Le persone transessuali sono 6. I dati sull’età sono parziali, ma la fascia con maggior frequenza è 50-60 anni (oltre il 30%), seguita dalla fascia 30-40 anni (23,5%). Il 91,4%, ci ha detto di essere in terapia antiretrovirale.
Il tema più trattato dalle persone con HIV è quello delle terapie (50,8%): aderenza terapeutica, rapporto con il proprio infettivologo ma anche la difficoltà nel reperimento dei farmaci. Sempre molto sentito il tema dei diritti (41,2%). Le preoccupazioni riguardano in particolare la privacy. In questo campione, infine, ben una persona su venti ha segnalato vere e proprie discriminazioni subite; la metà circa riguarda la richiesta di test sul luogo di lavoro, vietata dalla legge.
Grande rilievo per le persone con HIV continuano a ricoprire anche gli aspetti emotivi e relazionali (36,6% delle chiamate), in un contesto ancora così gravato da stigma e pregiudizi. Non è un caso che questa preoccupazione balzi al primo posto per chi ha ricevuto la diagnosi negli ultimi sei mesi (53%), addirittura prima delle terapie.
LE ATTIVITÀ DI PREVENZIONE E DI SENSIBILIZZAZIONE
Tra gli interventi di prevenzione più strutturati per la popolazione giovanile, c’è lo storico progetto EDUCAIDS di LILA Cagliari, attivo dall’anno scolastico 2013/2014 nelle scuole superiori del capoluogo sardo e provincia. Con l’aiuto delle tecnologie a distanza, EDUCAIDS non si è fermato nemmeno negli anni del COVID; nell’anno scolastico 2021-22, nonostante le residue limitazioni, i volontari LILA sono intervenuti in otto scuole superiori di Cagliari e provincia raggiungendo 1270 giovani. Tra loro, come emerso dai questionari anonimi che vengono somministrati a inizio corso, 400 circa erano già sessualmente attivi/e. L’età del primo rapporto sessuale, per un 4% di questo gruppo, è avvenuta intorno ai tredici anni, talvolta anche prima, una soglia che si è abbassata rispetto alle precedenti rilevazioni. Tra coloro che hanno già avuto rapporti sessuali l’uso del profilattico resta molto scarso: quasi il 37% non lo usa sempre, il 15% non lo usa mai e questo nonostante gli/le studenti abbiano piuttosto chiaro che sia il solo mezzo efficace di prevenzione e contraccezione.
Anche LILA Toscana ha proseguito nel 2022 la sua attività di prevenzione nelle scuole superiodi di Firenze con incontri informativi e di peer education su salute riproduttiva e sessuale, HIV e IST. Circa 300 i giovani coinvolti.
La LILA Milano ha programmato degli incontri formativi rivolti a studenti delle Università Cattolica, Statale e Bocconi, afferenti ad associazioni studentesche LGBTQI+, che coinvolgono oltre cinquanta partecipanti.
Sempre per quanto riguarda le scuole, la LILA sta inoltre partecipando al progetto EduForIST 1 e 2 (www.epicentro.iss.it/ist/progetto-euforist). “Per la tutela del diritto alla salute, allo studio e all’inclusione”, finanziato dal Ministero della Salute in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione e altri diversi partner (enti accademici, ISS, associazioni della sezione M del CTS del Ministero della Salute). L’intervento si propone di sviluppare strumenti tecnici e pratici per lo svolgimento di attività educative e formative in ambito di sessualità, relazioni affettive e prevenzione delle infezioni sessualmente trasmesse (IST) nelle scuole secondarie di primo e secondo grado.
Al di fuori dei contesti scolastici, altre iniziative di prevenzione sono svolte dalla LILA di Milano presso: il Centro Diurno L’Orizzonte con un servizio educativo rivolto a minori che provengono da situazioni di disagio socio-economico, a rischio devianza o emarginazione: coinvolti dieci adolescenti; Interventi educativi e informativi anche presso la Comunità Cascina Verde per il trattamento dipendenze da sostanze: coinvolti venti adolescenti e giovani adulti, ospiti della comunità. Da aprile, è attivo, sempre a Milano, lo sportello IRIS (in collaborazione con Fondazione Somaschi): spazio dedicato all’ascolto e all’accoglienza di persone appartenenti alla comunità LGBTQI+ vittime di discriminazione o che si trovano esposte a forme di violenza. Di particolare rilievo, infine, gli interventi presso la Casa Circondariale di Milano San Vittore dove sono stati realizzati interventi informativi rivolti alla polizia penitenziaria con 30 agenti coinvolti. Dall’inizio dell’anno, inoltre, gli operatori LILA, entrano due volte a settimana a San Vittore per proporre interventi di formazione e sensibilizzazione rivolti alle persone detenute che precedono l’esecuzione del test: ad oggi, incontrate circa 130 persone.
LE ATTIVITÀ SUL WEB
LILAChat
Il forum è attivo dal 2002 e può essere utilizzato da chiunque abbia interesse a parteciparvi, uno spazio di discussione dove porre domande, proporre risposte, scambiare informazioni e condividere la propria esperienza. Un luogo di attenzione, per non abbassare la guardia e per confrontarsi su quelle che sono oggi le problematiche connesse all’HIV: prevenzione, diagnostica, terapie, accesso ai servizi, qualità della vita, privacy, diritti, discriminazione, assistenza, solidarietà, genitorialità, e tutto quanto è via via proposto da chi accede al forum. A luglio del 2019, LILAChat è stata trasferita su una nuova piattaforma più moderna e tecnologica, accessibile anche dallo smartphone: da allora, si sono iscritti al forum circa 2.700 nuovi utenti e si sono svolte 1.645 discussioni composte da oltre 10mila messaggi.
Nel corso dell’ultima annualità, i nuovi iscritti sono stati più di 600 e le discussioni tematiche circa 450. I temi affrontati sono molto simili a quelli trattati nelle helpline.
La vecchia piattaforma, a cui si erano registrati nel corso degli anni oltre 11.300 utenti, è invece rimasta come archivio contenente 7.208 discussioni e continua ad essere consultato regolarmente.
Dal sito LILA
I dati relativi al nostro sito www.lila.it, tra il 1 novembre 2021 e il 1 novembre 2022 certificano una ripresa degli accessi, dopo il calo seguito al COVID: un rinnovato interesse per le informazioni sull’HIV/AIDS che si collega, probabilmente, ad una ripresa delle occasioni di sessualità e incontro. Nei dodici mesi in esame le visite sono state più di 719mila, una media di 2mila al giorno. Oltre un milione le pagine visitate, circa 2.800 al giorno. Come evidenziato, la metà di coloro che accedono al sito sono donne (48%), con una prevalenza delle over 55 rispetto alle ragazze tra i 18 e i 24 anni. Le pagine più visitate sono, anche in questo caso, quelle relative alle informazioni di base: trasmissione del virus, prevenzione e sesso più sicuro, test, donne e HIV. Tuttavia nel corso dei dodici mesi sono rimasti molto alti gli accessi alle informazioni su “COVID e HIV” con picchi che hanno seguito quelli dell’epidemia. Buon riscontro anche per gli articoli informativi su Monkeypox, il cosiddetto vaiolo delle scimmie.
LILA SOLIDALE
Oltre ai servizi strutturati, le sedi LILA si impegnano ogni giorno in attività solidali verso decine di persone con HIV e verso le loro famiglie, in particolari condizioni di fragilità: ritiro farmaci, accompagnamento ai servizi sanitari, consegna di pacchi alimentari, spedizione di farmaci per lavoratori con HIV all’estero.
Durante il COVID, con le persone ferme a casa, c’è stata una forte impennata di queste attività. Le richieste sono ora diminuite ma non sono cessate: a Bari circa venti persone continuano ad aver bisogno del ritiro farmaci e di assistenza domiciliare e altre ottantacinque ricevono pacchi alimentari ogni mese in collaborazione con il Banco Alimentare, LILA Toscana ha consegnato centoquarantaquattro pacchi alimentari a sedici famiglie e assiste con il Banco Farmaceutico cinquanta persone per tutto l’anno; i volontari del punto LILA Ancona, appena aperto, hanno già assistito una decina di persone per ritiro farmaci, spedizione di farmaci all’estero, accompagnamento ai servizi. A Milano vengono forniti aiuti alimentari e assistenza a diverse persone con HIV, sopra i 60 anni, con diverse fragilità e senza occupazione, alcune in emergenza abitativa.
MAPPATURA DEI CENTRI CLINICI
La LILA si è impegnata nel corso di questo anno in un approfondito lavoro di mappatura dei centri clinici italiani dedicati all’HIV e alle IST. L’obiettivo è quello di implementare con i responsabili di questi servizi percorsi che favoriscano l’invio delle persone risultate reattive a eventuali test rapidi (eseguiti da noi, tramite auto test o da altri enti). Sono stati così individuati 145 centri HIV su 107 tra Province, Liberi Consorzi e Città Metropolitane in cui è suddiviso il territorio nazionale, e conclusi accordi condivisi con 79 centri in 63 province. Almeno un centro regionale in ciascuna delle 20 regioni è stato raggiunto con successo.
Questo lavoro ci sta permettendo di fornire alle persone tutte le informazioni necessarie per accedere ai servizi più vicini (indirizzi, orari, riferimenti, numeri telefonici) ma anche di avere un successivo feedback sull’effettuazione del test e dei futuri, eventuali, invii. È fondamentale che le persone con esito reattivo possono usufruire di procedure facilitanti e adeguatamente supportate per accedere ai test di conferma, perché questo favorisce l’eventuale mantenimento in cura delle persone.
La mappatura sarà annualmente rivista, in quanto rappresenta ormai un fondamentale strumento di orientamento ai servizi sia per le equipe della LILA sia per le persone si rivolgono a noi. Per noi e per il servizio pubblico si tratta anche di un’ulteriore occasione di accrescere la qualità delle prestazioni nell’interesse primario delle persone.
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