Lettera aperta al Presidente del Consiglio Renzi firmata dalle associazioni EPAC, LILA Onlus, Nadir e Plus, per chiedere sia un'urgente presa di posizione al fine di salvare almeno 15/20.000 pazienti a rischio vita e poter curare altri 3/400.000 cittadini affetti da epatite C, mettendo a disposizione le risorse per acquistare la quantità di terapie salva-vita necessarie, sia il successivo stanziamento dei fondi necessari per un piano pluriennale per la cura di tutti i pazienti con epatite C.
Il 28 luglio, Giornata mondiale contro le epatiti, i più rappresentativi network europei di tutela dei diritti delle persone che vivono con Hiv, con Hcv, e dei consumatori di droghe, hanno lanciato un appello ai ministri della Salute europei e a tutte le aziende farmaceutiche, per trovare accordi urgenti e condivisi per consentire l'accesso ai farmaci innovativi per l'epatite C a tutte le persone che ne hanno bisogno, a partire dalle più gravi. Una situazione che riguarda ovviamente anche l'Italia.
Nelle "Consolidated guidelines on HIV prevention, diagnosis, treatment and care for key populations", l'OMS ribadisce quali siano le popolazioni vulnerabili all'infezione da Hiv: uomini che fanno sesso con uomini, persone detenute, persone che usano droghe per via iniettiva, persone che si prostituiscono, persone transgender. Persone che hanno specifici comportamenti a rischio, la cui vulnerabilità è spesso dovuta a problemi legali o sociali. Per ridurre questa vulnerabilità l'OMS, per la prima volta, ha compreso anche il ricorso alla PrEP.
Finita l'era Giovanardi, le politiche sulle droghe in Italia sono finite nel limbo. Con lo scossone provocato dalla cassazione della Fini-Giovanardi si è aperta una nuova fase, accompagnata da altre importanti novità nel contesto internazionale, della quale però ancora non sono chiari i lineamenti. La situazione attuale richiede decisioni e progettualità che seguano e supportino le indicazioni delle agenzie internazionali, in direzioni diverse dalla linea finora tracciata dal capo del Dipartimento Antidroga, oggi dimissionario.
L'Hiv ha tre vie di trasmissione e il lavoro non è fra queste. Un assunto semplice, scientificamente fondato e universalmente noto, attorno al quale si è svolto il convegno Lila su Hiv e mondo del lavoro. Con l'obiettivo di fare il punto sulle leggi, la realtà dei fatti e la discriminazione dei lavoratori che vivono con l'Hiv, con i relatori Lila e altri rappresentanti della società civile e istituzionali e operatori della ricerca e dei media, per parlare di aspetti legali, clinici, sociali, politici. Pubblichiamo qui i video e gli interventi.
Un convegno per discutere di Hiv e mondo del lavoro. L'appuntamento è a Roma per giovedì 15 maggio, con l'obiettivo di fare il punto sulle leggi, la realtà dei fatti e la vita dei lavoratori che vivono con l'Hiv. Oltre ai relatori della Lila, al tavolo siederanno altri rappresentanti della società civile, operatori della ricerca e membri delle istituzioni. Per parlare di aspetti legali, clinici, sociali, politici, a partire dal caso esemplare del ministero della Difesa, che accetta solo persone "Hiv negative".
Il Primo Maggio è un'importante tappa per la Lila, che rilancia con nuove iniziative la sua campagna “Hiv, Diritti e mondo del Lavoro”, per denunciare la necessità di avviare un immediato cambiamento culturale e politico e di promuovere pratiche efficaci a tutela delle persone, che diano sostanza al principio costituzionale di non discriminazione per motivi di salute, Hiv compreso. Un convegno, un nuovo video, una nuova sezione nel sito, una brochure e decine di migliaia di tovagliette informative distribuite in ristoranti e altri locali.
L'evidenza scientifica dice che la terapia antiretrovirale riduce significativamente il rischio individuale di trasmissione dell'Hiv per chi ne è affetto. Un esito estremamente importante per le persone che vivono con l'Hiv e per l'intera comunità, i cui risvolti vanno però ben ponderati. Perciò l'EATG, in collaborazione con NAM, ha stilato una dichiarazione di consenso, ora disponibile per l'approvazione e la sottoscrizione da parte dei singoli e delle organizzazioni rappresentative della comunità internazionale delle persone sieropositive.
A Genova in questi giorni il governo è stato chiamato a dare una risposta alla domanda su quali politiche su Droghe e Dipendenze si debbano attendere in Italia. In un quadro significativamente modificato, la cassazione della Legge Fini Giovanardi è infatti arrivata in un contesto nazionale che vede carceri ancora sovraffollate, servizi tagliati, un Dipartimento Antidroga con una gestione da molti ritenuta discutibile, e soprattutto nella completa assenza di una direzione politica che non sia eredità di governi passati. Un vuoto che va riempito.
La TasP, Terapia come Prevenzione - Treatment as Prevention, è l'uso dei farmaci antiretrovirali come strumento per ridurre il rischio di trasmissione dell'Hiv. Le terapie riducono infatti la carica virale delle persone che le assumono, e bloccando la replicazione del virus possono impedire il contagio. La TasP è una delle novità scientifiche più significative degli ultimi anni, che ha modificato le procedure cliniche e la vita delle comunità e delle singole persone, sieropositive e non. In modo talvolta contraddittorio, la TasP è entrata anche nelle Linee Guida italiane.
A tutti può accadere di correre il rischio di infezione da Hiv. Soprattutto per via sessuale. In questi casi è possibile ricorrere alla PPE, la profilassi post-esposizione. Nel caso in cui si sia corso un reale rischio d’infezione da Hiv è possibile recarsi al pronto soccorso per valutare con il medico l’opportunità di sottoporsi a un trattamento farmacologico per cercare di prevenire l’infezione. Nelle "Linee guida italiane sull’utilizzo dei farmaci antiretrovirali" è indicato quando l’offerta della PPE è raccomandata e quando non lo è.
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