Il Coordinamento nazionale delle Associazioni dei Malati Cronici-Cittadinanzattiva lancia “Segui la vita”, una web-serie dedicata alla vita di 5 cittadine/i alle prese con una patologia cronica.
Dal 6 marzo sul canale youtube http://bit.ly/seguilavita in onda la prima puntata.
La non-discriminazione è un diritto umano. Stati ed individui hanno lo stesso obbligo legale di non stigmatizzare nessuno: in occasione del 1 marzo, giornata mondiale per la lotta ad ogni forma di discriminazione, Unaids chiede a tutte le persone, in tutti i paesi del mondo, di farsi sentire: "Make some noise" per uno mondo “#zerodiscrimination”. Quest’anno attenzione puntata sull’organizzazione dei servizi sanitari.
"La discriminazione resta un problema molto diffuso nei sistemi sanitari di tutto il mondo creando una forte barriera all’acceso ai servizi per il trattamento ed il contrasto dell’HIV”. E’ quanto sostiene Unaids che ha deciso di dedicare questo appuntamento del primo marzo, al rilancio dell’ “Agenda for zero discrimination in health care settings”, messa a punto lo scorso anno e considerata uno strumento fondamentale del programma per il raggiungimento degli obiettivi ONU per uno sviluppo sostenibile (SDG) che puntano a sconfiggere l’Aids entro il 2030.
A Seattle si è da poco conclusa CROI 2017, la XXIV Conferenza annuale sui Retrovirus e Infezioni Opportunistiche, il principale meeting internazionale sulla ricerca contro L’HIV/AIDS.
Da lunedì 13 a giovedì 16 febbraio, più di 4000 ricercatori e scienziati da tutto il mondo hanno esposto i risultati degli ultimi studi e delle ultime ricerche condotte sul contrasto al virus, hanno stretto relazioni, si sono confrontati sulle questioni cliniche e sociali emergenti relative all'HIV/AIDS. Esempio del valore insostituibile dello scambio e dell’integrazione tra paesi e persone, da CROI è giunto anche un messaggio di censura alle restrizioni sull’accesso negli Stati Uniti, basati su religione e nazionalità, volute dal presidente americano Trump. Un vasto gruppo di ricerche presentate in questa edizione, ha confermato la necessità di mettere in campo strategie sociali e di politica sanitaria innovative e adeguatamente finanziate: si va dalla sperimentazione di nuovi interventi di presa in carico e ritenzione in cura adottati in Sudafrica e in Mozambico, al programma “Ending epidemic” adottato a New York , agli studi sull’importanza di un sostegno psicologico alle persone in cura, in particolare contro la depressione, al successo dei programmi nazionali di prevenzione negli Stati Uniti dove le nuove infezioni registrano un calo del 18%. Molto spazio, ovviamente alla PreP e agli studi,clinici e farmaceutici, volti a migliorare l'aderenza alle terapie e l'efficacia delle stesse. Qui tutti i bollettini su CROI 2017
Riemersa dai siti parlamentari la relazione “scomparsa” sulle dipendenze 2016. Si tratta dell’annuale report, redatto dal Dipartimento Politiche Antidroga, con cui il governo è tenuto, per legge, entro il 30 giugno di ogni anno, ad informare il Parlamento sullo stato delle tossicodipendenze nel nostro paese. La relazione, consegnata al Senato solo il 6 dicembre scorso, e di cui solo in questi giorni si è scoperta l’esistenza, giunge dunque, non solo in forte ritardo ma, complice anche la caduta del governo Renzi, senza la consueta presentazione in aula del competente rappresentante del governo. Si è persa così una fondamentale occasione di informazione e confronto, segno di un impegno del tutto insufficiente da parte delle istituzioni in materie di dipendenze. Il documento risente di questa mancata assunzione di responsabilità evidenziando diverse lacune. Nel rapporto si intravedono però anche segnali positivi: dall’adesione agli obiettivi UGASS 2016, al recepimento delle indicazioni dell’European Monitoring Centre for Drugs and Drug Addiction (EMCDDA), all’attenzione riservata alle politiche di riduzione del danno, al percorso di partecipazione alla stesura del piano, attivato con associazioni e società civile. Un allegato della stessa relazione riporta così anche contributi predisposti da diverse organizzazioni del privato sociale.
Nel complesso la fotografia, pur deficitaria, che emerge del fenomeno tossicodipendenze continua a mostrare risvolti gravi e preoccupanti: ancora troppo alto il numero di persone in carcere con problemi di tossicodipendenza o per reati di lieve entità connessi alle droghe, frutto di azioni repressive che non sembrano intaccare invece il volume d’affari della criminalità. Assolutamente marginali restano le strategie di riduzione del danno nonché gli interventi di prevenzione e diagnosi dell’Hiv e di altre malattie sessualmente trasmissibili.
Sono passati trent'anni da quando, il 21 gennaio 1987, in piena emergenza AIDS, un gruppo di persone afferenti a diverse realtà sociali, culturali e politiche fondarono la Lega Italiana per la Lotta contro l'AIDS: persone con HIV e non, medici, infermieri, attivisti LGBT, operatori e operatrici dei servizi per le dipendenze, comunità di accoglienza, uomini e donne dei sindacati, avvocati, psicologi, sociologi, operatori dei media.
Da allora, instancabilmente, nelle numerose sedi nate sul territorio nazionale, ogni giorno la LILA si è impegnata per promuovere e tutelare il diritto alla salute, affermare principi e relazioni di solidarietà, lottare contro ogni forma di violazione dei diritti umani, civili e di cittadinanza delle persone con HIV, proporre politiche culturali, sociali, preventive e sanitarie capaci di suscitare risposte concrete per il superamento delle diverse problematiche inerenti l’infezione da HIV.
Oggi, le donne e gli uomini della LILA continuano a rispondere alle domande della popolazione generale, a orientare e sostenere le persone con HIV nel loro percorso di vita, a stimolare le istituzioni. Un impegno quotidiano che continua nonostante la questione HIV sembri dimenticata dalla politica e dai media italiani, nonostante non ci siano più fondi dedicati al contrasto del virus nè tantomeno a campagne di prevenzione, nonostante siano colpevolmente disattesi gli allert delle agenzie internazionali che invitano i governi ad intensificare gli sforzi per contrastare l’infezione che rappresenta un problema di sanità pubblica anche nei paesi industrializzati.
Ai fondatori e alle fondatrici, ai volontari e alle volontarie, alle persone con hiv che hanno scelto la LILA come luogo del loro attivismo, a chi purtroppo non c’è più e a chi ci sostiene nel presente va il nostro grazie per avere, nel corso di questi trent’anni, dato vita a battaglie, promosso sperimentazioni e ricerche innovative per dare risposte e sostegno alle persone con HIV, difeso il diritto alla salute di tutte e tutti.
L'Aids purtroppo non è stato ancora sconfitto ma, grazie all'impegno di tanti come noi, alle nostre conquiste, è possibile farlo: la lotta al virus è ad un bivio e noi continueremo a batterci perché si scelga la strada giusta: "Get on the Fast-Track to end AIDS by 2030..."
Nelle scorse settimane gran parte della comunicazione italiana sull’Hiv è stata catalizzata dalla notizia dell’immissione in commercio di un autotest che può essere acquistato in farmacia, un fatto positivo ma le incognite non mancano. Per farne uno strumento efficace, e non solo un’operazione commerciale, servono reti di supporto ed informazioni adeguate. La posizione della Lila sulle migliori pratiche per l’utilizzo di questi prodotti.
Il mondo della ricerca guarda sempre più alla PreP, la Profilassi pre-esposizione, per fermare l’Hiv: lanciati nuovi studi che puntano a migliorare l’aderenza a questi tipi di trattamento e quindi la loro efficacia e diffusione. Un importante trial è stato annunciato nei giorni scorsi da HPTN, HIV Trials Network: si chiama “HPTN 083”, il primo su larga scala nel suo genere. L’obiettivo è valutare l’efficacia di un agente iniettabile di lunga durata, il Cabotegravir (CAB) per la Prep in uomini e donne trasgender che fanno sesso con uomini (MSM a TGW) e non infettati dall’HIV. Sempre nelle scorse settimane la fondazione Bill & Melinda Gates ha deciso di supportare con 140 milioni una ricerca dell’Intarsia Therapeutics su un dispositivo sottocutaneo che permette un rilascio di lunga durata, lento e costante di farmaci, superando l’esigenza di un’assunzione quotidiana.
Una serie di coincidenze durante il 2016 ci ha portato a produrre e presentare, come LILA Cagliari, la versione italiana di Dirty-30. Una serie di documentari dedicati all’Hiv e Aids girata e prodotta nel 2014/2015 che, partecipando al Sundance Film Festival, ha riscosso negli Stati Uniti un notevole successo di critica ed è stata presentata in diversi altri festival Europei. Ma non era mai stata proiettata prima in Italia.
Per porre fine all’Aids entro il 2030 è necessario sostenere pienamente gli investimenti per la lotta al virus, rafforzare impegni internazionali, partnership e innovazione, implementare la disponibilità di tutti i servizi, così da permettere ad un numero maggiore di paesi di adottare le strategie più veloci (Fast Track) per raggiungere questo obiettivo. E’ il messaggio che arriva dal 39esimo meeting del Consiglio Unaids, svoltosi a Ginevra dal 6 all’8 dicembre 2016.
Nel discorso d’apertura il direttore esecutivo di Unaids Michel Sidibè ha fatto il punto sull’anno appena concluso definendolo “molto importante” per la lotta all’Aids: l’accesso alle terapie antiretrovirali si è esteso ad oltre 18 milioni di persone nel mondo, un milione in più in soli sei mesi (gennaio-giugno 2016), inclusi 900mila bambini, il doppio degli ultimi 5 anni. Se questi sforzi saranno sostenuti ed incrementati –sostiene il documento finale del meeting- sarà possibile raggiungere nel 2020 la quota di 20 milioni di persone nel mondo con accesso alle terapie. L’incontro ha rilanciato l’obiettivo posto dalla dichiarazione politica del 7 giugno scorso –sconfiggere l’epidemia entro il 2030- e monitorato l’applicazione delle misure necessarie a raggiungerlo.
Resa pubblica una lettera-appello al governo e ai vertici dell’Aifa da parte della neo costituita rete “Senza la C”, network di 6 associazioni impegnate nella difesa dei diritti delle persone affette da HCV e nella prevenzione del virus.
La PreP, Profilassi Pre-Esposizione è uno strumento di contrasto all’Hiv prezioso ed innovativo, è urgente che la ministra della Salute Lorenzin si adoperi per garantirne, anche in Italia, l’accesso gratuito. E’ quanto chiedono in una lettera aperta alla titolare del dicastero i presidenti di Arcigay, LILA, Nadir, Mario Mieli e Plus.
- HIV - Le speranze disattese: ora guardiamo al 2017
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- Il mondo dell'Hiv in "La vita non vissuta", l'ultimo romanzo di Gardini.
- Libro Bianco: “Nel 2015, ancora una persona su 4 va in carcere per droga”
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