Nella regione europea e nei paesi dell’Asia centrale, l’epidemia da COVID-19 ha avuto un impatto piuttosto negativo sulla qualità delle cure per le persone con HIV. E’ quanto si evince dal secondo monitoraggio rapido realizzato da EATG, l’European AIDS Treatment Group, a fine maggio.
La pandemia da COVID - 19 continua a rappresentare una grave emergenza mondiale. Se in Italia e in Europa l’ondata epidemica mostra una forte decelerazione, in altri quadranti del mondo è ancora piena emergenza. Mentre scriviamo, i casi accertati di Covid sfiorano, globalmente, i nove milioni mentre i decessi superano i 450mila.
Un appello alla mobilitazione in risposta al Covid-19 è stato lanciato lo scorso 30 aprile dal Regional Collaborating Committee on Accelerated Response to Tuberculosis, HIV and Viral Hepatitis (RCC-THV), il Comitato di collaborazione per la risposta accelerata a tubercolosi, HIV ed epatiti virali per la Regione Europea dell’OMS.
Al tema "diritti e Coronavirus", UNAIDS ha dedicato il documento “Rights in the time of COVID-19 — Lessons from HIV for an effective, community-led response” – i diritti al tempo del Coronavirus- una lezione dall’HIV per una risposta efficace guidata dalle comunità.
Un aiuto finanziario immediato e protezione sociale per tutti i lavoratori e le lavoratrici del sesso, per le loro famiglie e per le loro comunità durante l’epidemia da COVID-19. E’ quanto chiede ai governiun appello dell’ICRSE, il Comitato internazionale per i diritti dei e delle sex worker in Europa.
Delle possibili correlazioni tra HIV e COVID-19, dopo le ONG, si stanno, via via, interessando tutte le principali agenzie internazionali e i servizi sanitari dei singoli paesi. Le indicazioni non sono molte al momento, visto che il Coronavirus denominato SARS-CoV-2, quello cioè che provoca la malattia COVID-19, è nuovo e, dunque, poco conosciuto. Mancano, per gli stessi motivi, una letteratura scientifica e degli studi in grado di descriverne l’evoluzione presso le comunità umane o presso specifici gruppi di popolazione. Tuttavia, delle indicazioni sono state elaborate ed è importante conoscerle.
Di fronte alla Pandemia di COVID-19, UNAIDS non ha mancato di esprimere preoccupazione per l’impatto che l’infezione potrà avere sulle popolazioni e sulle persone più vulnerabili ed esposte a stigma e discriminazioni e, tra queste, anche le persone con HIV, soprattutto nei paesi con sistemi sanitari più deboli. Di qui, ancora una volta, l’appello ai paesi membri ad agire nel pieno rispetto dei diritti umani e coinvolgendo le comunità.
Ci sono molte cose che la storia dell’HIV/AIDS può dirci e insegnarci sulla vicenda Coronavirus che sta mettendo sotto pressione il paese, pur nella totale diversità clinica e patogena dei due virus. Come è già accaduto per l’HIV, il nostro sistema sanitario, di fronte a un virus nuovo e sconosciuto, sta rivelando punte di eccellenza assoluta ma anche vulnus pericolosi che vanno colmati prima possibile, in particolare per quanto riguardala nostra cultura di sanità pubblica e le risorse disponibili per garantire il diritto alla salute di medici, pazienti, cittadini.
Ad oggi non ci sono molti dati disponibili o informazioni precise sull’interrelazione tra HIV e COVID-19; Il coronavirus che si va diffondendo in Italia e nel mondo è, infatti, troppo recente per disporre di una sufficiente letteratura scientifica. Delle prime indicazioni, comunque, ci sono. Si tratta di informazioni di carattere sanitario ma non solo. In molti centri, a causa dell'epidemia, è in corso,infatti, una riorganizzazione dei servizi per l'HIV.
Lo scorso febbraio il NIAID, l'Istituto Nazionale statunitense di allergie e malattie infettive, ha deciso di interrompere la somministrazione di una vaccinazione sperimentale per la prevenzione dell’HIV prevista da un suo studio clinico, l’HVTN 702, che aveva suscitato grandi speranze.
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