Grazie alle terapie Antiretrovirali (ART), alla loro crescente efficacia e tollerabilità, ai protocolli di trattamento in vigore, le donne con HIV, nei paesi a welfare avanzato, possono oggi vivere la propria maternità in condizioni di grande sicurezza e in modo più naturale rispetto al passato.
Dalla Ministra della Salute Giulia Grillo giungono aperture importanti alla possibilità per i minorenni di eseguire i test per l’HIV e per altre IST (Infezioni sessualmente trasmissibili) senza il consenso dei genitori o del tutore legale. Sentito il parere della Garante per l’Infanzia e l’adolescenza, Grillo ha annunciato in una nota la preparazione di un provvedimento ad hoc per rimuovere una tra le barriere più intollerabili e pericolose per quanto riguarda la diagnosi precoce dell’infezione.
Nei cinquantatré stati dell’ampia regione Europea definita dall’OMS, l'Organizzazione mondiale della Sanità (WHO) vivono 920 milioni di persone, circa un settimo della popolazione mondiale. Tra queste, solo il 10%, dunque una su dieci (92 milioni circa), è migrante o rifugiata, una percentuale che rappresenta il 35% di tutta la popolazione migrante del mondo, stimata in 258 milioni di persone.
Si aprono prospettive importanti per la riduzione nel corpo umano di quel serbatoio latente di virus HIV, finora non raggiungibile e, quindi, non attaccabile dalle terapie Antiretrovirali, quella riserva di virus, cioè, che impedisce, ad oggi, la completa eradicazione dell’infezione.
Lo scorso 4 febbraio è scomparso, in un terribile incidente stradale nei pressi di Roma, il professor Andrea De Luca, infettivologo e docente presso il dipartimento di Biotecnologie mediche dell’Università di Siena, responsabile dell’unità operativa complessa di Malattie infettive del policlinico senese. Nato a Chieti nel 1964, De Luca era un professionista di prim’ordine e uno studioso di fama internazionale, tra i più impegnati nella ricerca e il trattamento dell’HIV/AIDS.
Boom di richieste d’accesso in Inghilterra al Trial Pratic Impact sulla PrEP (HIV Pre-exposure Prophylaxis), la Profilassi pre-Esposizione, il nuovo programma triennale di sperimentazione della pillola preventiva dell’HIV, che dovrà poi fornire la base per l’erogazione del trattamento, in modo stabile, da parte del sistema sanitario inglese (NHS England).
Ǫuattordici miliardi di dollari nei prossimi tre anni per salvare sedici milioni di vite, dimezzare il tasso di mortalità da HIV, tubercolosi e malaria e rendere più forti i sistemi sanitari dei paesi beneficiari: sono gli obiettivi del Global Fund, annunciati lo scorso 11 gennaio a Parigi. La dichiarazione in vista della sesta conferenza di rifinanziamento triennale del fondo che si terrà, proprio in Francia, a Lione il 10 ottobre 2019.
Cosa significa U=U?
Le persone con HIV che seguono correttamente una terapia Antiretrovirale efficace possono raggiungere un livello di virus presente nel sangue (carica virale) talmente basso da rendere il virus stesso non trasmissibile per via sessuale ad altre persone. In sostanza, le persone con HIV che abbiano una carica virale stabilmente inferiore alle cinquanta copie/ml, opportunamente e costantemente monitorata, non trasmettono il virus nemmeno in caso di mancato uso del profilattico.
In occasione dello scorso primo dicembre 2018 UNAIDS ha scelto di porre all’attenzione internazionale il tema del Test per l’HIV e di pubblicare un rapporto dedicato a questo argomento dal titolo: ”Live life positively, Know your HIV status”. All’origine della scelta l’importanza sempre crescente attribuita alle strategie d’espansione del test per l’HIV come punto d’accesso al sistema delle cure, dell’assistenza e della prevenzione.
La Testing Week, volta a promuovere i test per la diagnosi dell’HIV e delle epatiti virali, torna in tutta Europa dal 23 al 30 novembre 2018. In cinquantatré paesi della vasta regione europea dell’OMS, oltre 600 organizzazioni della società civile, delle associazioni medico-scientifiche e dei servizi sanitari si mobiliteranno per moltiplicare l’offerta di questi accertamenti diagnostici tra la popolazione generale e tra le fasce più vulnerabili. Obiettivi della mobilitazione: combattere il sommerso, far conoscere i vantaggi di una diagnosi precoce, sensibilizzare i governi a compiere il massimo sforzo per implementare questi servizi.
Il Portogallo si conferma uno dei paesi più attivi nella risposta all’HIV/AIDS. Dopo Lisbona, Oporto e Cascais, lo scorso 10 ottobre, anche i sindaci di altre sette città lusitane, Almada, Amadora, Lores, Odivelas, Oeiras, Portimão e Sintra, hanno sottoscritto la Dichiarazione di Parigi per sconfiggere l'AIDS nelle città entro il 2030.
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