Un recente studio condotto dall’ “Infectious Diseas society of America”, pubblicato da Oxford University Press lo scorso febbraio, ha dimostrato che un uso consistente della Cannabis da parte di persone con HIV in trattamento ART (antiretrovirale) è associato a una riduzione potenzialmente benefica dell’infiammazione sistemica e dell’attivazione immunitaria.
I 198 partecipanti allo studio sono stati divisi in quattro categorie: consumatori abituali di cannabis, consumatori medi o occasionali e non consumatori. Gli studiosi hanno scoperto nei consumatori abituali di cannabis una diminuzione, rispetto ai non consumatori, dell’attivazione di cellule T4 e di alcuni sottotipi di cellule che presentano antigeni infiammatori.
"Questa nuova scoperta è importante -hanno spiegato gli studiosi- perché livelli più alti di attivazione delle cellule T sono associati a un minor recupero delle cellule CD4 in regime di ART e ad una mortalità più alta”. I cannabinoidi potrebbero dunque apportare un beneficio immunologico alle persone in ART poiché l’abbassamento della frequenza di cellule T può limitare il rischio di sviluppare comorbidità non associate all’AIDS. Evidenziata anche una diminuzione di interleuchina-23, l’antigene presentatore di fattori di necrosi tumorale alfa (TNF-α.)
E’ anche importante notare che nel gruppo dei consumatori abituali e occasionali di cannabis si è riscontrato un più alto numero di individui con coinfezione da HCV, ossia di epatite C. Nonostante ciò, le persone di questo gruppo hanno continuato a mostrare indicatori di infiammazione più bassi rispetto al gruppo di non consumatori. Successivi studi potrebbero essere utili per comprendere gli effetti che l’HCV ed altre coinfezioni comuni possano avere nella popolazione con HIV che fa uso di cannabis, così come per chiarire secondo quali meccanismi la cannabis possa causare una ridotta attivazione immunitaria, aspetto per ora non ancora ben definito.
La cannabis terapeutica è un farmaco ampiamente utilizzato negli Stati Uniti, il suo utilizzo tra la popolazione con HIV è molto alto e continua a espandersi nonostante le restrizioni poste alla ricerca. “Nuovi studi potrebbero invece aiutare i medici nel consigliare adeguatamente l’utilizzo di questo farmaco ai loro pazienti” ha detto a “Md Magazine” David L. Nathan, MD, DFAPA, presidente del consiglio di amministrazione di “Medici per il regolamento sulla cannabis”.
Le implicazioni cliniche di questo studio, visti i benefici immunologici che i cannabinoidi possono avere, suggerirebbero –concludono i ricercatori- di investigare come i derivati della cannabis non psico-attivi possano essere usati come terapie in combinazione con la ART.
“Heavy Cannabis Use Associated With Reduction in Activated and Inflammatory Immune Cell Frequencies in Antiretroviral Therapy–Treated Human Immunodeficiency Virus-Infected Individuals”.
http://www.eatg.org/news/cannabis-associated-with-immune-cell-frequency-reduction-in-art-treated-hiv-patients/